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![]() Il Pizzo di Rodes dalla cresta WNW |
Regione: Lombardia (Sondrio) ![]() Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Agneda (q. 1228 m) Versante di salita: SW-WNW Dislivello di salita: 1610 m - Totale: 3220 m Tempo di salita: 5,30 h - Totale: 10,00 h Periodo consigliato: estate |
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La cresta WNW è un itinerario inusuale per raggiungere la vetta di questa bella piramide, ma è sicuramente uno fra i più belli, sebbene sia riservato esclusivamente ad escursionisti molto esperti, abili nella progressione su creste esposte, in parte erbose, in parte rocciose. I pendii erbosi che bisogna risalire per raggiungere la cresta, sono molto ripidi, con salti di roccia da aggirare e richiedono quindi un costante impegno e intuito nell’individuare l’itinerario migliore. Spesso le prese per le mani e gli appoggi per i piedi sono ciuffi d’erba o roccette instabili ed è una ragione in più per evitare questo percorso in presenza di neve o con brina a tarda stagione. Il percorso di cresta è comunque entusiasmante e conviene abbinarlo alla discesa del più facile versante SW (vedi relazione: Pizzo di Rodes). Se discretamente allenati l’ascensione può essere affrontata comodamente in giornata con partenza e arrivo ad Agneda.
Provenendo da Morbegno, al termine della tangenziale di Sondrio si prende la strada per Piateda e poi si prosegue per Piateda Alta, Vedello e Agneda. Da Vedello la strada è sterrata, i tornanti e alcuni tratti sono comunque con il fondo cementato. Raggiunto Agneda si prosegue per circa 600 m lungo la stradina che s’inoltra nella piana del Torrente Caronno, fino al parcheggio di un’area picnic. Da qui in avanti sulla stradina vige il divieto di transito per i veicoli non autorizzati.
Dal parcheggio si prosegue lungo la stradina sulla sinistra idrografica, il percorso inizialmente è quasi pianeggiante, poi sotto la diga diventa più ripido e dopo aver superato diversi tornanti si giunge ad un bivio. Qui abbandoniamo la stradina e, seguendo le indicazioni di un cartello, proseguiamo a sinistra, sul sentiero segnalato per il Rifugio Mambretti. Poco oltre si attraversa il torrente sopra un ponte e si inizia a salire con numerose svolte nel bosco. Dopo aver superato la casa del guardiano della diga si prosegue in piano sulla riva sinistra (salendo) del Lago di Scais. Raggiunte le Case di Scais (q. 1547 m) si seguono le indicazioni di un cartello che indica le Baite Caronno a 0.20 e si prosegue a sinistra. Poco dopo si entra di nuovo in un bosco, per uscirne definitivamente in vista dell’ampia radura delle Baite Caronno (q. 1610 m). Il sentiero prosegue ora ad E delle baite, attraversa in rapida successione due ponticelli in legno e circa 200 m dopo aver superato il secondo ponte, conduce ad un bivio segnalato. Il sentiero principale per il Rifugio Mambretti, raggiungibile in meno di un’ora di cammino, prosegue sulla destra, noi invece, seguendo le indicazioni di un cartello, svoltiamo a sinistra per l’Alpe Rodes (Baita le Moie di Rodes). Questo sentiero all’inizio poco evidente nel prosieguo diventa più marcato, ma non segnalato e sale ripido e con numerose svolte al margine destro di un fitto bosco di conifere, fino a raggiungere un pianoro con alcune baite completamente diroccate. Si prosegue poi su di un dosso con radi alberi e si arriva sopra un poggio, dal quale si domina la bellissima conca acquitrinosa della Baita le Moie di Rodes (q. 1920 m), che si trova una trentina di metri più in basso.
Raggiunta la baita si prende il sentiero segnalato che sale di traverso a sinistra (NW), poi compie alcune svolte e, sempre verso sinistra, raggiunge un torrente, che è l’emissario del Lago di Rodes. Appena superato il torrente si abbandona il sentiero e si risale in linea retta un ripido ma facile pendio erboso, proprio di fianco al torrente. Dopo circa 200 m di salita si raggiunge un primo vasto pianoro (e fin qui l´itinerario è in comune con l´altra relazione). Si volge ora a sinistra e si risale sulla dorsale un lungo e ripido costone erboso. Tale costone non è da confondere con il Dosso Giumella che rimane più a sinistra (NW). Dopo aver risalito il costone si arriva ad un secondo pianoro, davanti al quale c’è il ripido e uniforme pendio finale. Tale pendio è prevalentemente erboso con salti di roccia nella prima parte e in alto conduce sul filo della cresta WNW della montagna. Dal pianoro si volge quindi verso sinistra, dove il pendio è più abbordabile e poi si sale abbastanza linearmente. Compiendo gli evidenti aggiramenti dei salti rocciosi e prestando le dovute attenzioni, in particolare sul tratto medio/superiore molto ripido, si sale fino a raggiungere la sospirata e bellissima cresta, che a N precipita rocciosa e verticale. Inizialmente si appoggia poco a destra del filo e si superano i vari risalti senza particolari difficoltà, c’è anche una traccia di sentierino e dei segni bianchi. Nel prosieguo la cresta diventa sempre più stretta ed esposta, ma le tracce e i segni bianchi aiutano e si sale sempre poco a destra o lungo il filo di cresta, fino a raggiungere il tratto maggiormente impegnativo. Qui una traccia molto stretta traversa il pendio erboso a destra, sotto la cresta rocciosa, ma il passaggio (una decina di metri o forse più) è molto esposto e pericoloso, il pendio sottostante è verticale. Conviene salire a cavalcioni sul filo di cresta pianeggiante (III°) ma con sufficienti appigli sia per i piedi che per le mani, la parte finale di questo tratto impegnativo viene aggirata scendendo le ripide roccette a destra. Nel prosieguo la cresta rimane affilata e ancora esposta, ma più facile, fino a raggiungere il largo pendio finale di erba e facili rocce che conducono in vetta.
Come per la salita, ma è preferibile e più facile scendere per il versante SW, vedi relazione: Pizzo di Rodes.
Nota 1
Il Rifugio Mambretti è generalmente chiuso, le chiavi vanno richieste al CAI di Sondrio.
Nota 2
In caso di pernottamento al Rifugio Mambretti, per raggiungere la Baita le Moie di Rodes, non è necessario scendere fino al bivio citato nella relazione. Un centinaio di m sotto il rifugio un sentiero segnalato traversa verso N e raggiunge il poggio dal quale si domina la conca acquitrinosa, ricollegandoci in questo modo con l’itinerario di salita.
Nota 3
La cresta WNW è abbastanza impegnativa ed esposta, ma se si ha esperienza di questo tipo di creste, la si può affrontare anche in solitaria, come nel mio caso.
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La cresta esposta sopra il lago di Rodes | Il tratto di cresta più impegnativo, appena superato | Panorama di vetta, al centro la Punta di Scais e il Pizzo di Redorta |
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