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Il Gramolon, al centro, e il resto della catena Tre Croci. |
Regione: Veneto (Vicenza)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Venete - Gruppo Piccole Dolomiti Provincia: Vicenza Punto di partenza: Rif. Bertagnoli (q. 1225 m) Versante di salita: S-SW-SE Dislivello di salita: 589 m - Totale: 1178 m Tempo di salita: 2,00 h - Totale: 4,00 h Periodo consigliato: tutto l´anno, purchè in assenza di neve. |
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Il Monte Gramolon fa parte della Catena Tre Croci e di questa ne costituisce la terza elevazione per altezza dopo Cima Tre Croci e il Monte Zevola (massima elevazione della catena). Esso sorge alla testata della selvaggia Val di Chiampo, la cima si può scorgere dal vicino paese Campodalbero e dal sottostante Rifugio Bertagnoli. Sulla cima è posizionata una grande croce metallica e un capitello della Madonna, sopra la croce è presente il libro di vetta. Il significato del toponimo Gramolon vuol dire sgretolare in quanto la roccia è molto friabile. Sempre dalla cima si può ammirare il Gruppo del Carega, la Catena Tre Croci e il vicino Monte Zevola.
Per raggiungere Campodalbero, bisogna uscire al casello autostradale (A4) di Montebello Vicentino,poi si prendono le indicazioni per Arzignano-Chiampo-Crespadoro; una volta giunti a Crespadoro appena all´interno del paese nei pressi di un incrocio si prende la strada a destra per Durlo-Campodalbero. Si prosegue su di essa e giunti ad una biforcazione si prende la strada a destra, dopo parecchi chilometri si giunge a Campodalbero. Qui si può decidere di percorrere la strada che porta al rifugio a piedi o in macchina visto che la strada è abbastanza stretta.
Dal piazzale del rifugio ci si reca alla destra dello stesso dove si dipartono vari sentieri. Si sale prima in un bosco poi in un canale attrezzato con funi di sicurezza e in pochi minuti si giunge al punto di attacco della ferrata costituito da un franoso canale. Si prosegue all´interno di esso per un centinaio di metri fino ad arrivare a una serie di staffe decisamente strapiombanti che richiedono forza di braccia. Si prosegue per salti di roccia attrezzati con scalette addentrandosi sempre di più nel canale dove si incontrano poche staffe. Dove il canale si esaurisce ci si porta sulla sinistra in un canalino poco evidente. Superato questo ci si trova su di una crestina erbosa dove si trova anche una panchina di legno, ora il sentiero prosegue per tracce fino ad arrivare alla base di una paretina attrezzata con una lunga scaletta, dopo questo sforzo si prosegue per traccia in mezzo ai mughi, fino ad arrivare sulla mulattiera militare. Qui termina la ferrata Angelo Viali decidendo così se proseguire per la ferrata Ezio Ferrari che impiega una trentina di minuti per raggiungere la cima o tornare al rifugio. Proseguendo si segue il sentiero fino ad arrivare alla base di una grande parete costituita da placche lisce. Si attaccano i primi metri che sono i più difficili, poi le difficoltà vanno diminuendo, si compie un lungo traverso attraversando un canalino erboso, terminato questo si sale l´ultimo salto roccioso e si giunge in un piccolo campo. Il sentiero prosegue tra la vegetazione ed in una ventina di minuti si raggiunge la cima.
Dalla cima si scende al vicino passo Ristele, dove si prosegue per la mulattiera militare già prima incontrata (sentiero 202), di li a poco si raggiunge il passo della scagina, dove si imbocca il sentiero che scende ripido ed in una quarantina di minuti e anche meno si ritorna al Rifugio Bertagnoli alla Piatta.
La prima ferrata da quando è stata risistemata è diventata difficile tanto quanto la seconda (o poco meno) dato che le prime staffe sono alquanto ripide. La seconda ferrata è molto breve ma comunque impegnativa, visto le lisce placche su cui essa si svolge. La salita richiede un buon allenamento e una certa familiarità con la verticalità e dimestichezza con i moschettoni. Fare molta attenzione alle frequenti scariche di sassi e altrettanta attenzione a non provocarle!
Scaletta finale della Viali | Attacco della Via ferrata Ferrari |
Ultime 20 scalate...
Elenco delle scalate... |
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