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Il Bric Camulą, salendo al Pian delle Sagage |
Regione: Liguria (Genova)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Liguri - Gruppo Prealpi Liguri Provincia: Genova Punto di partenza: Santanna (q. 130 m) Lerca, Arenzano Versante di salita: NE Dislivello di salita: 650 m - Totale: 1300 m Tempo di salita: 6.00 h - Totale: 7.00 h Periodo consigliato: aprile - novembre |
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Se raffrontato al Monte Rama che dietro gli giganteggia sulla destra , dall“ imbocco della Val Lerone il Bric Camulą appare come un nano roccioso, ma avvicinandosi, o meglio ancora osservandolo dall“ altro versante, salendo al Pian delle Sagage, si scopre invece quanto questa prima impressione sia del tutto falsata da una prospettiva che mortifica la complessitą e le reali dimensioni della sua piramidale struttura, che trova la massima espressione nel versante nord-est, caratterizzato da una serie di speroni rocciosi che dirupano selvaggiamente verso il Rio di Lerca. Nel caotico dedalo di rocce, canali, balze che lo contraddistinguono, si individuano cinque crestoni principali di cui, partendo da sinistra, il primo, il secondo e il quinto sono percorsi da vie classiche, utilizzate come palestre di arrampicamento fin dagli anni Sessanta, mentre il terzo e il quarto sono rimasti per molti anni relegati nelloblio, forse perché pił nascosti e lievemente pił corti degli altri. In realtą il terzo crestone, lungo il quale corre l“ itinerario proposto, la Via dei Geki, offre una scalata assai interessante, pił bella ed impegnativa di quelle classiche tanto che venne percorsa il 6 aprile 2007 da Andrea Parodi, Attilio Francavilla, Franco Di Luca e Ugo Pretelli del gruppo Geki di Arenzano, ed č stata attrezzata con pochi chiodi mantenendo cosģ la sua autenticitą. La roccia č buona e larrampicata molto bella, con tratti facili ma mai banali, alternati a muri verticali e spuntoni difficili, e pur essendo abbastanza continua e marcata, la cresta si eleva di poco dalle pietraie, offrendo perciņ molte vie di fuga in caso di abbandono. Dedicata a tutti coloro che non misurano le montagne in base all“ altezza, ma alle emozioni che sanno suscitare.
Autostrada A10 Genova-Ventimiglia, uscita di Arenzano. Dal casello, si prende verso destra l“Aurelia per Cogoleto ma, appena la strada inizia a scendere, si imbocca una stradina a destra che in discesa in breve porta alla zona industriale all“inizio della Val Lerone. Si svolta quindi a sinistra (indicazioni x Lerca) superando il torrente che si costeggia sino allo stop dal quale a sinistra si sale a Lerca. Attraversato verso l“ alto il paese, in corrispondenza di una serie di box, si imbocca sulla destra una stradetta stretta ma asfaltata che procede pianeggiante. Oltrepassato un nuovo centro residenziale, si arriva alla piccola Cappella di Sant“ Anna, poco dopo la quale si parcheggia in uno slargo.
Dal parcheggio si segue per brevissimo tratto la carrozzabile ora sterrata, prendendo quasi subito sulla destra una traccia di sentiero (segnavia = e A rossi) che inizia ad inerpicarsi ripidamente nel fitto bosco. Dopo una lunga diagonale, il sentiero spiana un poco, mentre compie un ampio giro a mezzacosta, lasciando a sinistra la traccia della via diretta che porta alla vetta del Rama attraverso il Bric Camulą e la cresta Sud, (segnavia bollo rosso e A, via di discesa) e proseguendo sul segnavia = rosso fino ad immettersi nella valletta del Rio di Lerca, racchiusa tra i contrafforti del Monte Rama (a sinistra) e del Monte Argentča (a destra). Con diversi saliscendi, il sentiero segue qui il tracciato dell“acquedotto comunale, tagliando di frequente morene e ripidissimi canaloni, dove imponenti muri a secco sorreggono il tracciato.
Giunti sotto ai crestoni orientali del Bric Camulą, si lascia a sinistra un roccione che sovrasta il sentiero e si prosegue sulla mulattiera principale per 150-200 metri, fino ad un piccolo rio secco, oltre il quale il sentiero si biforca (quota 410 circa; in basso a destra sulla sponda del Rio di Lerca si vede il bacino dell“ acqua di cemento). Abbandonando il segnavia, si sale lungo il piccolo rio ingombro di massi per una cinquantina di metri, poi si piega a sinistra su un ripido costone coperto di alberi e cespugli, giungendo allinizio di una vasta pietraia. Si rimonta abbastanza agevolmente la pietraia di grossi blocchi, lasciando a sinistra gli imponenti torrioni del secondo crestone (o crestone centrale), puntando dritti verso un piccolo spuntone a forma di fungo (ometti). Si attacca il terzo crestone a quota 540 circa, una ventina di metri a monte del fungo, scritta ´Via dei Gechi´ (ore 1.15 ca).
L1: Si rimonta lo sperone roccioso tenendosi nei pressi del filo (III+ ), fino alla base di una parete solcata sulla destra da un diedro irregolare (30 m, chiodo di sosta). Tiro del tutto sprotetto ma facilmente proteggibile.
L2: Si sale per qualche metro nel diedro, poi si prosegue a sinistra su placca (IV, un chiodo) fino a sbucare su una cresta poco inclinata (15 m).
L3: Si prosegue lungo la cresta articolata e poco inclinata, fino sotto ad uno spuntone verticale (I e II, 40 m, tiro accorpabile al precedente).
L4: Si supera il primo spuntone alto pochi metri (IV) poi per breve cresta si arriva sotto un secondo spuntone lievemente strapiombante. Lo si sale sulla sinistra (V, due chiodi), scavalcando poi lo spigolo ed uscendo su una placchetta inclinata che porta pił facilmente in cima allo spuntone (20 m).
L5: Si scende brevemente (passo di III), poi si scavalca con facilitą un altro gendarme (II) arrivando su una piccola terrazza (15 m, tiro unibile al precedente).
L6: Superando una breve balza (II) si giunge su unaltra terrazza da dove si sale una paretina fessurata (IV-), continuando quindi per la cresta via via meno ripida, fino ad uno spuntone di sosta (40 m).
L7: Con divertente arrampicata si prosegue lungo la cresta poco inclinata superando brevi balze sino ad un“ ampio terrazzo (passi di II e II+). Sosta su albero ai piedi di un grosso spuntone costituito da due risalti lievemente strapiombanti.
L8: Con movimento atletico, si supera direttamente il primo muretto alto circa tre metri, verticale ma fessurato (V, un chiodo), uscendo sulla cengia sotto il secondo muro che si presenta assai ostico: per evitarlo si traversa a destra di qualche metro fino allo spigolo nord, quindi si sale facilmente sin sotto ad un tetto che si supera tutto a sinistra (passo di V- esposto, un friend e un nut incastrati), infine per rocce pił facili si arriva in cima al risalto (15 m).
L9: Con bella arrampicata si supera il successivo muro di roccia compatta ( IV+,chiodo con golfaro), uscendo su una placca che si risale (IV) sino ad un breve strapiombo (passo di V, chiodo), oltre il quale si sosta su spuntone (30 m).
L10: Si riprende in traversata sul filo molto aereo arivando sotto ad un risaltino In leggera discesa, si aggira a sinistra il risaltino strapiombante e per traccia si risale ad un terrazzo dove la cresta si esaurisce sul fianco settentrionale del secondo crestone, ometto (30 m).
L11: Si sale facilmente per massi e gradini fino sotto una balza posta sulla sinistra (30 m tiro abbinabile al successivo).
L12: con bella arrampicata si scala il muro sulla sinistra, munito di buoni appigli (III) fino ad uscire sul secondo crestone che qui diventa discontinuo (15 m).
L13: Eventualmente di consera si prosegue lungo il crestone con tratti elementari alternati a brevi balze divertenti (II) fino ai piedi di un lastrone fessurato (60/70 m).
L14: Lo si supera direttamente (passo di III+) oppure, se si vuole cercare un“ ultima difficoltą, si traversa a destra su cengia, arrivando ai piedi di un diedro squadrato posto sul lato nord, che offre una bella arrampicata atletica (V e IV+) da proteggere con friend piccoli (40 m).
L15: Si continua per rocce facili fino a sbucare sul contrafforte sud-est del Bric Camulą a quota 770 circa (60 m). Non resta infine che risalire il pendio a destra per divertenti saltini rocciosi fino in cima al Bric Camulą, due croci, libro di vetta.
Dalla vetta si torna al contrafforte dove termina la via, scendendo per vaghe tracce il crestone SE sino ad incontrare il sentiero della diretta al Monte Rama (“A“ rossa cerchiata in bianco). E“ tuttavia preferibile seguire il sentierino seganalato da ometti della via normale, percorrendo il versante W con vari traversi verso destra sino a scendere direttamente al sentiero della diretta al Monte Rama. Si prosegue lungamente su questo, attraversando l“ intero versante W per tornare nei pressi dello spartiacque e arrivare a tre tralicci dell“ alta tensione. Si percorre un breve tratto di sterrata, quindi a sinistra sino a reimmettersi sul sentiero seguito all“ andata lungo il quale in pochi minuti a Sant“ Anna (1 h).
Via di particolare bellezza, si svolge in ambiente decisamente selvaggio di grandissima suggestione, mentre alle spalle in netto conttrasto si distende la placida, azzurra distesa del mare con la popolosa e civile costa. Del tutto priva di protezioni oltre quelle riportate, comprese le soste che quindi possono essere variate da come descritte, consente tuttavia una splendida arrampicata comunque assicurata nei passaggi pił impegnativi. Piccole quote per grandi emozioni !!
Prime lunghezze, immersi in ambiente selvaggio | Lo spuntone strapiombante del IV tiro | Il muro del 9° tiro |
Ultime 20 scalate...
Elenco delle scalate... |
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