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La cresta ENE del Monte Adamello |
Regione: Lombardia (Brescia)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Adamello Provincia: Brescia Punto di partenza: Malga Bedole (q. 1584 m) Val Genova Versante di salita: E Dislivello di salita: 2000 m - Totale: 4000 m Tempo di salita: 9,00 h - Totale: 17,00 h Periodo consigliato: estate |
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La cima più elevata e famosa del gruppo può essere raggiunta da diverse vie normali, quella riportata qui di seguito è la via classica trentina e non presenta particolari difficoltà tecniche, va comunque affrontata con condizioni di tempo stabile, per non avere problemi di orientamento sul ghiacciaio. Ovviamente il pericolo maggiore è rappresentato dai crepacci e bisogna prestare molta attenzione, alcuni sono molto larghi. L’itinerario proposto, abbinato alla salita del Passo Venezia e alla discesa del Pisgana, è anche un’ambita meta sci-alpinistica.
Da Carisolo (TN) si segue la strada carrozzabile della Val Genova e, previa prenotazione al rifugio, si parcheggia nell’area di sosta di Malga Bedole. D’estate dalle ore 9,45 alle 18,00 il tratto di strada: Ponte Maria - Malga Bedole è interdetto al traffico automobilistico ed è attivo il servizio di bus-navetta che ha frequenza corse ogni 30 minuti. In questo caso si parcheggia nell’ampia area di sosta di Ponte Maria (q. 1164 m), a 8,5 km da Carisolo, vicino a Malga Genova e si raggiunge la partenza con il bus-navetta.
1°Giorno
Dal parcheggio di Malga Bedole la strada in breve conduce al Rifugio Bedole (q. 1641 m) e da qui, seguendo le indicazioni, si imbocca il sentiero ben marcato che risale verso N (segnavia N. 212), con numerose svolte, un ripido costone boschivo. Dopo circa mezz´ora di cammino si attraversa, verso destra, il torrente che scende dalla Val Ronchina e si prosegue nel bosco che diventa sempre più rado, volgendo gradualmente verso W. Il sentiero riattraversa il torrente citato, questa volta verso W, e poco oltre si raggiunge il bivio con il Sentiero Migotti che sale in Val Cèrcen. Dopo aver tralasciato questo sentiero si prosegue a sinistra, sulla bella mulattiera che conduce, con un percorso molto panoramico, ai ruderi della Capanna Lipsia e poco oltre si arriva al Rifugio Città di Trento al Mandròn (q. 2449 m). Dal rifugio si segue il sentiero segnalato che in discesa conduce alla conca del Lago Mandrone. Si continua a lungo in direzione SSW e dopo aver superato alcuni dossi con numerosi saliscendi, si raggiungono le pendici orientali del Monte Mandrone. Seguendo i segnali, su ghiaioni e costoni morenici, si arriva alla piatta fronte del ghiacciaio (lato W della lingua valliva). Dopo essersi equipaggiati con corda, imbrago, piccozza e ramponi, si traversa verso sinistra (SE) la prima parte quasi piana della vedretta, puntando poi verso lo sperone SW della Lòbbia Alta. Si supera con cautela una fascia seraccata e raggiunto il ripido pendio glaciale compreso fra la Lòbbia Alta e la Cima Giovanni Paolo II, lo si risale prestando attenzione ai molti crepacci, fino a raggiungere il Passo della Lòbbia Alta e il vicino rifugio Ai Caduti dell’Adamello (q. 3040 m), circa h 5,30 da Malga Bedole.
2° Giorno
Dal rifugio si scende il ripido pendio glaciale crepacciato salito il giorno precedente e non appena possibile si aggira lo sperone roccioso della Cima Giovanni Paolo II. Seguendo poi le probabili tracce, si procede sul ghiacciaio in direzione SSW, con moderata pendenza. Dopo aver costeggiato a distanza i versanti W della cima citata e del Dosson di Genova, si volge gradualmente verso lo sperone SE del Corno Bianco che viene aggirato a sinistra, risalendo un ripido pendio, attenzione ai crepacci. Proseguendo verso WNW si traversa sul vasto plateau fra il Corno Bianco e il Monte Adamello, anche qui attenzione ai crepacci, e poi si sale fino a raggiungere il roccioso versante meridionale del Monte Falcone. Costeggiando alla base queste rocce, si arriva alla sella sotto la ripida cresta ENE del Monte Adamello. Arrampicando ora sui blocchi rocciosi di tale cresta, a dovuta distanza dalla parete N che precipita verticale, con brevi passaggi di II° si raggiunge un tratto poco inclinato, con residui di neve e poi le facili rocce rotte che conducono in vetta, circa h 3,30 dal rifugio.
Come per la salita.
Nota 1)
Il Rifugio Città di Trento al Mandròn può essere raggiunto anche dal Passo del Tonale (q. 1883 m), salendo con la funivia al Passo del Paradiso e poi con la seggiovia fino alla Capanna Presena (q. 2738 m). Da qui si risale a piedi il Ghiacciaio di Presena, ripido e spesso con ghiaccio vivo (F+) e si raggiunge il Passo del Maroccaro (q. 2975 m) che si trova a destra degli impianti di risalita presenti sul ghiacciaio. Dal valico si scende un ripido canale di detriti e poi si seguono i segnali che conducono al rifugio, in circa h 2,15 dalla Capanna Presena.
Nota 2)
Il percorso dell’itinerario sci-alpinistico, sintetizzato qui di seguito, coincide in buona parte con quello estivo. Diverso è però l’avvicinamento: dal Passo del Tonale si raggiunge la Capanna Presena, come descritto in precedenza e poi con gli impianti si sale fino a pochi metri dal Passo Presena (q. 2997 m). Raggiunto il valico si volge in direzione SW, con un lungo traverso a mezzacosta e poi, seguendo anche le paline disseminate sulla neve, si scende verso SSW fino al Rifugio Città di Trento al Mandròn, anche questo rifugio è un ottimo punto d’appoggio. Da qui fino in vetta all’Adamello l’itinerario ricalca grossomodo quello estivo. Con gli sci il Pian di Neve viene generalmente traversato più a S, ma anche in questo caso si sale poi a raggiungere la sella sotto la cresta ENE del Monte Adamello, dove vengono lasciati gli sci. Tale cresta in primavera è quasi completamente nevosa e, nonostante sia ripida, se gradinata non è molto impegnativa. Ovviamente l’itinerario della discesa è diverso: si scende la cresta ENE e dopo aver aggirato a S lo sperone SE del Corno Bianco, cercando di rimanere il più possibile alti (attenzione ai crepacci, qui d’estate sono molto larghi e in primavera coperti dalla neve), si traversa il ghiacciaio in direzione N, si rimettono le pelli di foca e poi si sale verso il ripido Passo Venezia (q. 3226 m). Da qui inizia la classica e bellissima discesa del Pisgana, una delle più famose delle Alpi. Inizialmente si scende il ghiacciaio sulla destra e si prosegue poi nell’ampio vallone verso NE fino a raggiungere una ripida fascia rocciosa. Non bisogna scendere subito al centro il salto, ma lo si supera lungo un ripido canale, posto all’estrema destra (est) della fascia rocciosa. Si prosegue poi nell’incassato fondo valle (pericolo di valanghe!) fino a raggiungere una stradina e il punto di arrivo che è Sozzine, vicino a Ponte di Legno. Al termine della discesa, l’alternativa ai due autoveicoli, è l’autostop fino al Passo del Tonale.
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