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![]() Gusela del Vescovà |
Regione: Veneto (Belluno) ![]() Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Schiara Provincia: Belluno Punto di partenza: Km 17 della SR 203 in Val Cordevole ( q. 486 m ) Versante di salita: N Dislivello di salita: 1900 m - Totale: 3800 m Tempo di salita: 6,00 h - Totale: 10,00 h Periodo consigliato: estate - autunno |
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Straordinaria guglia di dolomia, indiscusso simbolo delle Prealpi e Dolomiti Bellunesi, si aggrappa in bilico nel vuoto sul fianco occidentale della Schiara. Tale superba posizione le permette di essere visibile, sia da N che da S, anche da decine di chilometri, a dispetto dei nemmeno 40 m di altezza. Sulla ristretta ed aerea vetta, solo pochi posti in piedi.
Dalla Val Cordevole, circa al km 17 della Strada Regionale 203 Agordina, si stacca sulla destra una rotabile che conduce dopo qualche decina di metri ad un ampio parcheggio (q. 486 m - indicazioni per Rifugio Bianchet). Dal parcheggio, per carrareccia sterrata chiusa al traffico, si sale in poco più di 2 ore al Rifugio Bianchet (q. 1250 m). Siamo al cospetto dei severi versanti settentrionali della Schiara. Dietro il rifugio si sale nel prato lungo il sentiero n° 503 , diretto al Bivacco Dalla Bernardina. Il tracciato si snoda nel bosco, attraversa dei ruscelli e si porta verso W, sotto le pareti delle Pale Magre. Ritorna quindi verso E entrando nel maestoso Van della Schiara, che si risale prevalentemente sul lato sinistro. A quota 1900 m si supera un salto di roccia grazie ad una scaletta e del cavo metallico. Per facili gradoni, canalini e banche ghiaiose, l´evidente tracciato perviene nei pressi della Forcella della Gusela (q. 2300 m - ore 3,00 dal Rifugio). In alto a sinistra, sotto le rocce della Schiara, è ben visibile il Bivacco Dalla Bernardina, che può essere raggiunto in pochi minuti.
Dalla Forcella si segue brevemente verso destra il sentiero Sperti, fino a giungere alla base della parete N della Gusela. Si attacca all´estremità W, sulla verticale di un chiodo ad uncino. Per liscia paretina incisa superficialmente da una fessura, seguita da un piccolo strapiombo, si monta su un esile terrazzino. E´ questo il tratto tecnicamente più difficile della salita e, anche se breve, è valutabile di buon 4° grado. Ci si innalza ora sulla sinistra per un´evidente fessura fino ad una nicchia posta circa a metà parete (3°, chiodo e catena per sosta). Dopo breve calata, si effettua un traverso a sinistra (E), montando su una liscia placca inclinata (2°, chiodo). Sempre verso sinistra, in paurosa esposizione (3°), si entra in un camino-fessura, che si risale più facilmente giungendo in breve sul minuto terrazzino sommitale (0,45 h dall´attacco).
La discesa si effettua verso N, da buoni ancoraggi presenti. Si effettuano due calate, con sosta intermedia presso la nicchia con catena incontrata in salita.
Cinque ore di faticoso avvicinamento non giustificherebbero una salita di soli due tiri di corda. E nemmeno il panorama, più limitato rispetto alle più facili cime circostanti. Ma qui ci troviamo sul monolite più straordinario che la natura abbia modellato nelle Dolomiti. Un ago in bilico tra gli abissi, apparentemente solo appoggiato, ma che ci auguriamo abbia a resistere per sempre.
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Schiara e Gusela | Inizio del traverso | Verso la Valle dell´Ardo |
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