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![]() La cima |
Regione: Estero (Estero) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Estere Svizzere - Gruppo Bernina Provincia: Estero Punto di partenza: Albergo Roseg in Val Roseg (q. 1999 m), sopra Pontresina Versante di salita: N Dislivello di salita: 1500 m - Totale: 2050 m Tempo di salita: 6-8 h - Totale: 8-10 h Periodo consigliato: fine estate |
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La Biancograt al Piz Bernina non ha bisogno di presentazioni: probabilmente è la cresta di neve più bella ed elegante delle Alpi. Una classica salita alpinistica che richiede grande allenamento, capacità tecniche, sicurezza ed ottime condizioni meteo e del terreno, soprattutto per la traversata dalla cima svizzera a quella italiana.
Bergamo-Lecco-Colico-Chiavenna-P.so Maloja-S. Moritz-Pontresina
Giunti a Pontresina, è consigliabile prendere il calesse che porta all´Albergo Roseg mt.1999, ed evita 6-7 km. di strada (2 orette in meno) per salire alla Chamanna Tsherva, punto d´appoggio per la salita a mt.2583 (2 h. dall´Albergo). Quindi per bel sentiero si attraversa un ponticello e si risale il versante sinistro della bella Val Roseg, con vista sempre più suggestiva sull´omonimo Pizzo Roseg. Dopo 1 buona ora abbondante, si comincia a vedere anche il Bernina, con la mitica Biancograt sulla sinistra, ci si porta sul versante opposto della valle, ora più pietroso e si risale, sempre abbastanza comodamente sino alla Chamanna Thserva. Il giorno seguente di primissimo mattino per evitare l´affollamento delle cordate nei punti dove bisogna fare delle doppie, si percorre la pietraia soprastante, seguendo dei catarifrangenti sulle rocce, quindi si attraversa un breve tratto di ghiacciaio e si prende a salire con più decisione verso la Fourcla Prievlusa. Con buon innevamento si può salire direttamente per pendii nevosi (40°), oppure più a sinistra lungo un tratto attrezzato con pioli e cavicchi di ferro: entrambe le soluzioni convergono alla Fourcla Prievlusa mt.3445 (3,30h. c.a dalla partenza). Ora si attaccano le rocce del versante N, con un breve traverso a "gattoni" e quindi un´arrampicata intorno al III°, sino a sbucare al ripiano superiore. Ora la Biancograt è davanti a noi, e dopo aver risalito un ripido pendio nevoso (40°), si comincia a percorrela, restando prevalentemente sul filo. Dopo una buona ora e mezzo dall´attacco (5,30h. c.a totali), si tocca la cima del Pizzo Bianco mt.3995. Ora ci aspetta il tratto, volendo, più impegnativo: un saliscendi tra rocce e neve (I° e II°) sino ad un primo torrione dal quale ci si abbassa tramite una prima doppia. Ora la salita alla vetta è quasi obbligatoria, in quanto il ritorno risulterebbe problematico. Si deve salire un secondo torrione, abbastanza esposto e di difficoltà III°/III°+ quindi calarsi anche da questo con una breve doppia e continuare la salita, ora lungo l´ultimo strappo però più facile (II°). Dopo circa 7 ore di fatica, si raggiunge la vetta del Pizzo Bernina.
La discesa normalmente avviene dal versante italiano (S), inizialmente per rocce rotte, poi lungo l´aerea cresta che congiunge la Cima svizzera con la Cima Italiana (Punta Perrucchetti mt.4026). Un successivo scivolo prevalentemente nevoso porta al punto dove, riprendendo le rocce, bisogna calarsi con due brevi doppie, una terza poco oltre per riprendere l´ultimo tratto di nevaio che porta al Rifugio Marco e Rosa. Dal medesimo, si attraversa il ghiacciaio verso E, passando sotto i contrafforti della Crest´Aguzza, che poco avanti si mostra con il suo slanciato profilo piramidale. Si segue in lieve salita, poi più ripidamente sino a guadagnare un centinaio di metri, ormai sotto le Cime di Bellavista. Ora vi sono due possibilità: cavalcare i Pizzi di Palù lungo la cresta e con larghissimo giro scendere alla stazione della funivia della Diavolezza, oppure scendere subito verso N, in direzione di un contrafforte roccioso (Fortezza) e con divertente ma a tratti esposta disarrapicata II° e III° (anelli comunque per calate in doppia), si ritorna sul ghiacciaio duecento metri più sotto. Rimontato un colle roccioso, seguendo degli ometti, si attraversa un altro nevaio e quindi per lungo tratto su pietraia si scende sino ad innestarsi nel tratto finale della vedretta di Morterasch, dalla quale si raggiunge la strada che culmina alla stazione del trenino che da Morterasch ci riporta a Pontresina.
Bellissima salita sulla cima più alta delle Alpi Centrali. Impegnativa dal punto di vista fisico e tecnico, ma mai troppo difficile. Molto importanti le condizioni del momento della montagna.
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