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![]() Il Sasso Rosso salendo alla Forcola |
Regione: Lombardia (Como) ![]() Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Camoghè Provincia: Como Punto di partenza: Dasio (q. 580 m), ValSolda Versante di salita: SW Dislivello di salita: 750 m - Totale: 1500 m Tempo di salita: 2,30 h - Totale: 4,00 h Periodo consigliato: tutto l'anno |
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Spettacolare torre dalle levigate pareti, il Sasso Rosso domina il lato destro della Val Cava, che da Dasio sale alla Forcola (1195) aperta fra il Monte dei Pizzoni e il Monte Bronzone, attirando su di sè lo sguardo ancor più del Pizzo Ravò, che da tale prospettiva appare più alto, falsando le reali dimensioni. Torre mai relazionata, senza nome nè quota sulla carta, deve il suo toponimo, in uso solo localmente, alla colorazione della roccia che al tramonto si arrossa con romantico, struggente effetto.
Da Milano autostrada dei Laghi in direzione Como-Chiasso. Superata la dogana, proseguire sino a Lugano Sud, seguendo dapprima il lungolago, poi la litoranea in direzione Porlezza. Rientrati in Italia alla Dogana di Gandria, si continua sino ad incontrare sulla sinistra, subito dopo una breve galleria, la deviazione per Dasio, dove termina la strada. Parcheggio nel piazzale antistante la chiesa. Dasio si può altresì raggiungere da Como risalendo a Menaggio, da cui per Porlezza. Superato lo splendido centro rivierasco, costeggiando il Ceresio verso Lugano e attraversati vari paesini, si raggiunge la deviazione per Dasio, che in questo caso rimane sulla destra subito prima della breve galleria. (Cartelli poco visibili)
Dal parcheggio si attraversa verso monte il centro di Dasio, lasciando a sinistra il sentiero n° 5 per l´ Alpe Mapel, e proseguendo a destra lungo il n° 3 per Ranco/Alpe Serte/Sentiero delle 4 Valli. Dopo una breve discesa, su bel ponte si attraversa il torrente Soldo per subito piegare a sinistra e risalire su sentiero gradinato un costolone. Giunti ad una baita con vecchia teleferica, si attraversano i pascoli verso E, giungendo in breve a Ranco (20´), dove si incrocia la sterrata proveniente da Drano (473), che si segue per un centinaio di metri. Superato un primo tornante subito dietro la grande costruzione di Ranco, al successivo si abbandona la strada, imboccando il sentiero n° 23 (segnalazioni poco visibili) che procedendo dapprima in falsopiano, quindi alternando tratti ripidi ad altri più dolci, si inoltra nella Val Cava sotto le rocciose pendici sudoccidentali del Pizzo Ravò. Superate le pareti e attraversato un ruscello solitamente asciutto, si giunge ad una caratteristica sorgente che sgorga da sotto un grande masso al bordo del sentiero, quindi per un ultimo tratto più erto si arriva alla Forcola (1,30 ore da Dasio), dove si può giungere anche da Cima, versante E, passando per l´ Alpe Vecchio (v. relazione M. dei Pizzoni). Piegando a sinistra, si risale la cresta S del Monte Bronzone (v. relazione) lungo una traccia non sempre evidente ma ben segnalata, sino ad un ripiano dove questa traversa a destra. La si abbandona, allora, seguendo a sinistra una traccetta minimale che discende ad attraversare orizzontalmente l´ impervio ed esposto pendio di paglioni, arrivando sotto alle rocce di una cresta secondaria. Ci si abbassa ancora, incrociando una seconda traccia di animali selvatici che consente di aggirare l´ ostacolo, quindi si risale a lato di una placca per tornare a destra sotto ad una incombente parete e risalirne su erba ripida la radice. Giunti sul filo, si discende brevemente (scosceso ed esposto) e sempre in traversata ci si porta sulla cresta principale che scende dall´ anticima del M. Bronzone, oltre la quale la traccia prosegue sull´ altro versante. Abbandonatala, senza scollinare si discende in forte pendenza sotto ad un grosso spuntone roccioso, quindi ad un secondo attraversando la testata del canale che si avvalla sulla sinistra. Arrivati ad un dosso, si discende un breve pendio di erba e ghiaia che conduce ad un colletto, quindi tenendosi prima a destra, poi a sinistra, si scavalcano alcune rocce, dopodichè, risalito un tratto particolarmente esposto, si supera un´ ultima placchetta con l´ aiuto di un alberello giungendo sull´ aerea vetta, affacciata sul vuoto da ogni lato.
Come per la salita. Oppure lungo il canalone di erba e radi alberi che si imbocca dopo avere risalito il breve pendio di erba e ghiaia. Inizialmente scosceso, la sua pendenza va via via attenuandosi, e stando preferibilmente sulla sinistra, si sbuca sul sentiero di salita poco a monte della sorgente.
Selvaggio itinerario d´ altri tempi, percorso in solitaria dall´ autore, richiede una notevole conoscenza nel muoversi su impervi terreni privi di tracce.
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Il Sasso Rosso durante il traverso d´ avvicinamento | Il percorso dalla cima | Il Sasso Rosso da sotto. |
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