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Regione: Veneto (Belluno) ![]() Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Croda Rossa Provincia: Belluno Punto di partenza: Ristorante Ospitale (q. 1490 m) - Cortina d´Ampezzo Versante di salita: N Dislivello di salita: 960 m - Totale: 1920 m Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 6,00 h Periodo consigliato: estate - primo autunno |
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La Croda di Pomagagnon è la più alta vetta della dorsale omonima, sottogruppo del Gruppo del Cristallo e classico sfondo di Cortina verso N. Fu la prima montagna della dorsale ad essere salita (2/8/1890, Cockburn con la guida Antonio Constantini), per un percorso oggi improponibile. La via seguita da chi scrive, salita da Viktor Wolf von Glanvell e compagni il 31/7/1900, è poco nota e raramente percorsa, nonostante la buona relazione di Luca Visentini in "Gruppo del Cristallo", Athesia, 1996. Si tratta di una via normale molto selvaggia, fra mughi, detriti e scaglioni rocciosi piuttosto friabili, che conduce su una vetta isolata e panoramica.
Dal Ristorante (tab.) si scende ad imboccare la strada forestale segnavia 203, che risale la parte bassa della frequentata Val Padeon, fino al punto in cui il Rio Bosco qualche anno fa è fuoriuscito dal suo letto ricoprendo di detriti la strada stessa (I Casonate, q. 1698 m, tab.).
Si devia a destra, attraversando al meglio il rio e ci si inoltra per scarse tracce di animali nel primo vallone al di là della Gusela de Padeon (anch´essa relazionata in questo database). Ad una prima biforcazione si tiene ancora la destra, inoltrandosi fra la vegetazione nel solco che rientra verso l´insellatura che divide la Gusela de Padeon dalla Croda Longes. Si prosegue per roccette e qualche zolla erbosa fino a imboccare l´ulteriore ramo che divide la Croda Longes dalla nostra meta. Più in alto, per una scanalatura secondaria che obliqua verso sinistra, si rimontano faticosamente scaglioni e roccette (passi di I), tendendo da ultimo verso la più vicina delle due cime della Croda. Per le ultime ripide e friabili scaglie ci si porta sulla cresta un po´ esposta e in breve si è in vetta.
Come per la salita, facendo attenzione all´orientamento.
Ascensione priva di tracce signfiicative, in un ambiente rimasto ancora quasi pionieristico. Sull´esile vetta abbiamo trovato un ometto ormai coperto di licheni, un silenzio assoluto e un bello scorcio su Cortina e le sue montagne. Verso S la Croda precipita con un paretone giallo-grigio alto 500 m, dal quale nel corso del tempo sono rotolate diverse frane che hanno alterato il profilo della cresta. Una diqueste frane, il 26/7/1939, mancò di poco Emilio Comici, che con Osiride Brovedani stava scendendo dalla Punta Fiames: al proposito può essere utile leggere lo scritto di Comici "La falciata della morte".
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