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La Pyramide |
Regione: Val Aosta (Aosta)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Graie - Gruppo Monte Bianco Provincia: Aosta Punto di partenza: Rif. Torino (q. 3375 m), Courmayeur Versante di salita: SE Dislivello di salita: 450 m - Totale: 900 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 7,00 h Periodo consigliato: estate |
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Splendida piramide dei satelliti di Tacul, nel Gruppo del Bianco, regno del granaito, come sorgendo dal Glacier du Geant la Pyramide si proietta verso il cielo con slancio, nella ricerca di un suo spazio tra altri colossi. Unita da una sella nevosa a Le Chat, ad est precipita in una serie di stupefacenti placconate, che nulla hanno da invidiare a guglie più rinomate, consentendo una entusiasmante arrampicata tra picchi e ghiacciai. L´ itinerario descritto, molto bello e mai estremo, sale lungo la Via Ottoz, classicissima molto ripetuta su roccia stupenda, che a tutti gli effetti può ritenersi la via normale . Aperta il 29.07.1940 dagli alpinisti Valdostani Croux, Grivel e Ottoz, segue lo spigolo E con un dislivello di 250 metri, dieci tiri di corda con difficoltà di III/IV e un passaggio obbligato di IV+. Soste attrezzate, pochi chiodi in parete, è ottimamente proteggibile con friends e nut per la presenza di numerose fessure.
Autostrada Torino-Aosta sino a Courmayeur, La Palud. In funivia si sale al Rifugio Torino Vecchio (3322), quindi per la ripida scala interna al Nuovo (3375).
Dal rifugio Torino si segue la traccia che costeggia la terrazza dei ghiacciai (punta Helbronner) salendo al col Flambeaux, dal quale si scende verso l´Aiguille du Midi. Oltrepassati Grand Capucin e Pic Adolphe, si lascia la pista principale salendo alla base della Pyramide. Di solito c´è una traccia che vi arriva attraversando una zona molto crepacciata (prestare molta attenzione) che probabilmente cambia di anno in anno. L´attacco è 30-40 m a monte dello sperone che s´infossa nel ghiacciaio, segnalato da un vecchio cordone giallo, lo si raggiunge su terrazze detritiche in diagonale verso destra (1/1,30 ore). Dall´ attacco si salgono le facili roccette iniziali in direzione della cresta, proseguendo per diedri, placche e fessure. Dalla quarta sosta si sale per belle placche mirando al tettino, evidentissimo, che sormonta una placca a diedro. Lo si supera con un passaggio di IV+ ben protetto, trovando poco sopra la quinta sosta. Ancora su placche si prosegue fino alla base di un muro verticale (sosta 6), da cui si scende un paio di metri a destra ad una specie di fesura/camino che si risale per un paio di metri per poi spostarsi sull’altro versante. Su magnifica placca, più semplice di quanto sembri a prima vista (IV/IV+), si arriva alla 7° sosta. Quindi con 3 lunghezze di III/III+ per placche, diedri e sassoni , tenendosi a sinistra sullo spigolo si raggiunge l´ angusta vetta (la via termina un paio di metri sotto).
In corda doppia sulla via o, preferibilmente, su quella a sinistra, dove le corde si incastrano meno. Necessarie mezze da 60 metri. Ponendo molta attenzione nella zona crepacciata, dalla base si ritorna sul ghiacciaio del Gigante, risalendo al Col Flambeaux.
Spettacolare via in ambiente maestoso, si lascia assaporare con gioia metro dopo metro.
In arrampicata sulla Via Ottoz | Sullo spigolo | Il passaggio chiave |
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Elenco delle scalate... |
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