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Monte Faloria - Ferrata Sci Club 18 - 2145 m


Relazione della salita - Cima n° 2810


Foto via normale Monte Faloria - Ferrata Sci Club 18 non disponibile Regione: Veneto (BellunoItaliane

Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Sorapìs

Provincia: Belluno

Punto di partenza: Chalet Lago Scin (q. 1340 m)

Versante di salita: W

Dislivello di salita: 830 m - Totale: 1800 m

Tempo di salita: 2,45 h - Totale: 4,30 h

Periodo consigliato: primavera - autunno

Valle: Alta Valle del Boite - Altre cime della Alta Valle del Boite
Punti di appoggio: Rif. Faloria (2133 m)
Tipo di via: Via ferrata
Tipo di percorso: Via ferrata
Difficoltà:   EEA - AR - IV+ - D (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: si
Cartografia: TABACCO N. 03 - Dolomiti Ampezzane 1:25000
Autore: Enrico N.  Profilo di Enrico N. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 06/08/2014
Data pubblicazione: 28/10/2015
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Introduzione:

Il Monte Faloria accoglie forse il più importante comprensorio sciistico del cortinese, grazie al magnifico e pascolivo versante settentrionale che garantisce pressochè lungo tutto l´inverno neve buona per ottime sciate. Anche d´estate questo versante risulta molto frequentato dagli escursionisti, mentre decisamente più ostico è il versante sudoccidentale, che si affaccia con ripide pareti rocciose sulla conca dove sorge Cortina. Da pochi anni lungo queste pareti è stata realizzata un´ interessante ferrata, che risulta tutt´ora fra le dieci più difficili d´Italia.


Accesso:

Dall´ abitato di Cortina, si risale per 4 km circa lungo la strada diretta al Passo Tre Croci fino ad arrivare al caratteristico laghetto e ristorante di Scin, dove si parcheggia. Da qui seguire il sentiero 210 che in falsopiano nel bosco conduce in venti minuti circa alla stazione intermedia della funivia del Faloria, precisamente in località Mandres (1450 m). Da qui si seguono i segnavia per la Ferrata Sci Club che si raggiunge in mezz´ora circa fra pini mughi e arbusti.


Descrizione della salita:

L´attacco della ferrata risulta in un certo senso già selettivo, in quanto presenta fin da subito la tipica verticalità che caratterizza tutta la via: nonostante questo, sui primi caminetti e nelle prime placche si trovano numerosi appoggi, anche artificiali (staffe). Una seconda placconata risulta invece più ostica e va affrontata con più attenzione servendosi talvolta anche del cavo, sempre ben teso. I successivi metri di ferrata vedono un´alternarsi di pareti e piccoli traversi e cenge, nei quali domina la verticalità ma la roccia calcarea offre comunque ottimi appigli. Si raggiunge quindi una zona dove la roccia diventa meno aderente e appigliata, nella quale la trazione del cavo risulta spesso indispensabile. Si superano alcuni spigoli ostici e un tetto, che si supera con una scaletta un po´ strapiombante. Superato questo tratto chiave, altre roccette vanno affrontate con attenzione, prima di giungere su un ampia cengia che consente di rifiatare e godersi il panorama sulla conca ampezzana e sulla stazione a monte della funivia, che sembra vicina. Sembra, perchè alla fine della cengia ci si presenta di fronte un alto spigolo, che viene affrontato un po´ scomodamente grazie all´aiuto di alcune staffe e che impressiona per la sua esposizione. Terminato questo tratto la roccia diventa tipicamente dolomitica e quindi decisamente più friabile e gli ultimi venti minuti di ferrata si affrontano fra pulpiti e piccole guglie esposte e sfasciumate. Con l´aiuto di un tronco si affronta l´ultima paretina e si arriva così al termine di questa impegnativa ferrata, che ha decisamente messo a dura prova più la forza delle braccia e i nervi che la tecnica di arrampicata. Dallo sbocco della via, cinque minuti a sinistra fra facili sentieri conducono al rifugio Faloria.


Discesa:

Dal rifugio si segue per un tratto il sentiero percorso alla fine della ferrata e si prosegue dritti (segnavia 212) fino ai resti di un avamposto militare. Da qui il sentiero scende ripido in una fitta mugheta e con l´aiuto di alcuni cavi porta in un´ ora scarsa a Mandres, dalla quale tornare facilmente al lago Scin con il sentiero percorso all´andata.


Note:

Ferrata difficile e per esperti, più faticosa che tecnica dato che risulta una vera e propria prova di forza. Interessanti gli insoliti scorci su Cortina, spesso "arricchiti" dal passaggio a pochi metri dalla parete della funivia. Itinerario tutto sommato molto gradevole e avvincente, meno rilevante la meta.


© VieNormali.it


Revisione: relazione rivista e corretta il 29/10/2015 dalla redazione di VieNormali.it

  



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