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Pizzo Recastello - Cresta W - 2886 m


Relazione della salita - Cima n° 3502


Via Normale Pizzo Recastello - Cresta W

Il Pizzo Recastello dal Rifugio Curò e l’itinerario della cresta W
Regione: Lombardia (BergamoItaliane

Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie

Provincia: Bergamo

Punto di partenza: Valbondione (BG), frazione Grumetti (q. 950 m)

Versante di salita: W

Dislivello di salita: 2000 m - Totale: 4000 m

Tempo di salita: 7,00 h - Totale: 11,00 h

Periodo consigliato: luglio - settembre

Punti di appoggio: Rif. Curò (q. 1895 m) e Rif. Consoli (q. 1890 m)
Tipo di via: Via di roccia
Tipo di percorso: Senza traccia
Difficoltà:   EE - A - III - PD+ (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Cartografia: KOMPASS N. 104 – Alpi Orobie Bergamasche 1:50000
Autore: Piero V.  Profilo di Piero V. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 29/07/2021
Data pubblicazione: 31/07/2021
N° di visualizzazioni: 3091
N° voti: 0

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Introduzione:

Stupenda vetta, da ovunque la si osservi. Di certo è meritevole di un posto sul podio delle più belle montagne delle Orobie. Di norma viene raggiunta dalla frequentata via normale del versante S, mentre l’ascesa dalla cresta W, proposto qui di seguito, è un percorso di carattere prettamente alpinistico, bellissimo e di grande soddisfazione che però richiede adeguata preparazione, ovvero: sapersi muovere tranquillamente in ambiente esposto, sul III° grado e saper fare le dovute manovre di corda, assicurazione, calate in doppia ecc. Dal Rifugio Curò alla vetta prevedere circa 4/5 ore di salita. Il dislivello di vera e propria arrampicata, cioè dall’intaglio (q. 2360 m) alla vetta è di circa 550 m compreso i vari saliscendi. La discesa avviene invece dal versante S, dalla via normale del canalino attrezzato con catene (difficoltà: EEA/F), dalla vetta al Rifugio Curò prevedere circa ore 2,30.
Panorama circolare di vetta, eccezionale.
Ecco alcune precisazioni per chi intende effettuare la salita dalla cresta W:
- Si evita il primo rilievo della cresta W dal versante N della montagna, risalendo un largo canalone detritico sopra il Lago Corni Neri.
- Le maggiori difficoltà (III°) ed esposizioni, queste ultime mai eccessive, sono concentrate nella parte centrale della cresta e sono comprese tra la calata in doppia dal terzo torrione, alto circa 15 metri e la scalata di un muretto, alto circa 12 metri. Nulla di problematico per alpinisti esperti ma la qualità della roccia è spesso scadente, bisogna quindi valutarne bene la solidità prima di appoggiare piedi e mani. Mentre sul muretto è abbastanza solida.
- Sulla via sono presenti 4 spit, distribuiti nei punti strategici, 2 per la calata in doppia dal terzo torrione e 2 per la salita in sicurezza del muretto. I bolli rossi, anch’essi in passato presenti nei punti essenziali, attualmente sono poco individuabili. Ma il percorso da seguire è logico.
- Ai 3 torrioni della parte centrale della cresta, sopra citati, da scalare lungo il filo di cresta, seguono 2 gendarmi ravvicinati. Questi ultimi, in alcune relazioni vengono aggirati a sinistra, calandosi in un canalino. Noi abbiamo preferito superarli direttamente (III°). Al termine del secondo c’è il famoso muretto con 2 spit (III°).
- Riguardo al materiale da portare al seguito: il caschetto è raccomandabile. Indispensabili imbrago e corda, meglio se da 50 metri per potersi assicurare nel superamento dei 2 gendarmi e dalla base del muretto fino al termine della parete soprastante. Due o tre friend medio-piccoli, due o 3 rinvii, moschettoni, cordini e tutto quanto necessario per la calata in doppia. Ad inizio stagione potrebbero essere necessari piccozza e ramponi, per accedere da N all’intaglio (q. 2360 m) che si trova all’inizio della cresta W.
- Il dislivello in salita è ragguardevole, 2000 m. Se non si dispone di una buona forma fisica è meglio suddividere la salita in 2 giorni pernottando al Rifugio Curò.
- Se non si è alpinisti provetti è meglio affidarsi ad una guida, al riguardo Simone Semperboni è un esperto conoscitore di tutte le Orobie e di questi luoghi in particolare (tel.: 329 664 25 76, indirizzo email: simone.semperboni@gmail.com).


Accesso:

Da Bergamo e dintorni si prende la SP ex SS 671 della Valle Seriana, fino al bivio per Clusone, poi la SP 49 fino a Valbondione, località Bondione. Al bivio che c’è all’entrata di questo paese si prende a destra, si attraversa subito sopra un ponte il Fiume Serio e poco più avanti si curva a sinistra della chiesa. Dopo circa un centinaio di metri in salita, sulla sinistra c’è un grande parcheggio e il palazzetto dello sport all’interno del quale c’è l’ufficio turistico, dove si può acquistare il Pass parcheggio, valevole su tutto il territorio del comune di Valbondione. Il prezzo per un giorno è di € 5.00, per 2 giorni € 8.00. Eventualmente, il Pass parcheggio lo si può acquistare presso alcuni esercizi pubblici.
Per salire al Rifugio Curò lungo la pista sterrata che poi diventa mulattiera (segnavia 305) abbiamo 2 varianti di partenza da Valbondione che poi convergono quasi subito. La seconda permette di risparmiare circa 15 minuti di cammino e una cinquantina di metri di dislivello. Vi è poi una terza variante che prende avvio dalla frazione Lizzola
Variante 1, dalla frazione Beltrame (q. 900 m):
dal grande parcheggio nei pressi del palazzetto dello sport ci s’incammina in salita lungo la strada asfaltata e si prende la via on.le T. Pacati. Un centinaio di metri più avanti si compie un tornante destrorso e si prosegue ancora per un altro centinaio di metri, fino ad un bivio, dove si prende, a sinistra, la via Curò che all’inizio riporta diversi cartelli indicatori per i Rifugi Curò, Consoli e Barbellino. Si segue la strada che sale con pendenza costante, inizialmente ancora asfaltata, poi sterrata e che si addentra in un fresco bosco (segnavia 305). Nel prosieguo si incrocia, a sinistra, il sentiero che sale dalla frazione Grumetti, la seconda variante di partenza.
Variante 2, dalla frazione Grumetti (q. 950 m):
dopo aver acquistato il Pass, si esce dal parcheggio del palazzetto dello sport e si sale lungo la strada. Dopo un centinaio di metri si prende la prima deviazione a sinistra (via Beltrame) e la si segue per circa 1 km o poco più. Al termine della strada c’è una grande cappella della Madonna della Montagna e un ampio parcheggio dove lasciare l’auto. S’imbocca quindi la sterrata che aggira la cappella e poi il sentiero che sale a destra. Poco sopra ci sono dei cartelli, si prende a destra il sentiero 305B e si sale nel fitto bosco con sostenuta pendenza, per circa 20 minuti, fino ad incrociare la pista sterrata della prima variante che sale da Beltrame.
Variante 3, dalla frazione Lizzola (q. 1259 m):
dopo aver acquistato il Pass, si esce dal parcheggio del palazzetto dello sport e si sale lungo la strada (via on.le T. Pacati) per circa 6 km, fino a Lizzola. Si oltrepassano in salita le case del paese fino ad un bivio, dove si devia a sinistra sulla via Manina (indicazione anche per Rifugio Curò). Dopo poche decine di metri, sulla sinistra c’è un ampio parcheggio dove lasciare l’auto. Si imbocca quindi la strada in leggera discesa e di fianco alla chiesa, seguendo le indicazioni (Rifugio Curò a h 2.45) e il segnavia 306 si prende una stradina sterrata che ben presto diventa sentiero e sale per prati. Poco più in alto si entra nel bosco e si prosegue sul sentiero che rimane sempre ben evidente e segnalato. A ripidi strappi si susseguono traversi pianeggianti con brevi saliscendi, per un lungo tratto. All’uscita del bosco si traversa una colata di detriti e poi si prosegue sul sentiero con ripide salite ma con percorso nel complesso molto più altalenante. Infine si scende per un buon tratto fino a raggiungere, all’ultimo tornante, la mulattiera del sentiero classico delle precedenti varianti. A conti fatti, ci si impiega di più che a partire da Grumetti, si perde tutto il dislivello iniziale ed inoltre il percorso è più faticoso. A mio avviso la variante 2 è quindi la migliore.


Descrizione della salita:

Ad ogni modo, sia che si parta da Beltrame o da Grumetti, si segue a lungo la pista sterrata, dentro e fuori da numerosi valloncelli ma sempre in direzione NE. Oltrepassata la Valle Veggiolo la stradina si trasforma in una larga mulattiera e si compie il primo tornante che è destrorso. Poco più avanti c’è un bivio, la mulattiera prosegue comodamente a destra con qualche tornante. Se invece si vuole abbreviare un po’ il percorso, si prende, a sinistra, la variante con segnavia 305A. Questo sentiero, non riportato sulla carta della Kompass, sale ripidamente e in alcuni tratti è attrezzato con catene, ma in condizioni normali è elementare sebbene un pò umido. Ad ogni modo, dopo circa h 2.15/2.30 di cammino si arriva, prima all’Ostello Curò e 30 metri dopo al Rifugio Curò (q. 1895 m) che si trova alto, sopra la sponda meridionale del Lago artificiale di Barbellino.
Si segue ora il sentiero quasi pianeggiante che aggira il Lago di Barbellino sulla sponda meridionale. Dopo circa 600 metri si attraversa il torrente che scende dalla Val Cerviera sopra un ponticello in legno. Si prosegue ancora sul sentiero pianeggiante per poco più di 200 metri, fino al torrente emissario del Lago Corni Neri. Una ventina di metri prima di questo torrente, si sale a destra il pendio inizialmente erboso e cespuglioso, poi frammisto a detriti, senza traccia. Più in alto si incontrano alcuni ometti di pietre e si prosegue fino ad arrivare sul poggio dal quale si domina il sottostante Lago Corni Neri (q. 2124 m).
Da qui si sale, verso destra, il largo canalone di detriti compreso tra la cresta W e la cresta NW dell’anticima del Recastello, senza percorso obbligato, puntando verso un canaletto posizionato a sinistra di 4 gendarmi presenti sulla cresta (vedi prima immagine di dettaglio). Dai pressi del Lago Corni Neri il canaletto che in alto si stacca sulla sinistra e che conduce all’intaglio sulla cresta è poco visibile, ma nel prosieguo si riesce ad individuarlo bene. Dopo aver raggiunto questo intaglio (q. 2360 m, fin qui EE), si inizia ad arrampicare la cresta W che diventa subito larga e facile (I°/I°+), cercando il percorso migliore verso destra, tra canaletti e saltelli rocciosi.
Si sale in questo modo per un buon tratto fino ad arrivare all’inizio di un traverso pianeggiante, dove la cresta diventa un po’ affilata ma non difficile (II°) e da dove si individuano nettamente, verso destra, i 3 torrioni della parte centrale della cresta. Dopo il breve tratto di cresta affilata segue un elementare pendio di sfasciumi che ci conduce, verso destra, sulla cresta W del primo torrione. Lo si arrampica un poco a destra del filo, fino alla sua sommità (II°-), poi si scende sulla destra, abbastanza facilmente ma con le dovute attenzioni. Il secondo lo si scavalca senza quasi accorgersene e quindi si approda sul terzo, fin qui II°-/II°.
Dal questo terzo torrione si scende in doppia, utilizzando i 2 spit presenti sull’orlo del salto. Gli alpinisti più esperti lo possono disarrampicare senza particolari difficoltà, anche perché qui la roccia è sufficientemente solida (II°+). Di seguito bisogna affrontare i 2 gendarmi citati nell’introduzione e il superamento del primo comporta il passaggio più impegnativo dell’intera ascensione (III°), non ci sono spit, le poche assicurazioni bisogna cercarle sugli spuntoni rocciosi, ma il percorso è abbastanza breve, una decina di metri. Il primo lo si arrampica sul filo di cresta, per pochi metri, poi bisogna aggirarlo a destra e quindi risalire in cresta. La qualità della roccia non è poi così male, ma sempre con le dovute attenzioni. Il secondo lo si aggira a destra senza particolari difficoltà.
Si arriva in questo modo alla base del muretto di III°. Il primo spit si tova 2 metri sopra l’intaglio, il secondo sulla destra. Al di sopra c’è una paretina di una ventina di metri o poco più (I+/II°-), con buoni appigli e in parte erbosa, alla cui sommità terminano sia i passaggi impegnativi sia quelli esposti, fino in vetta. Bisogna comunque risalire ancora 180 metri di dislivello (I°-/I°) prima di approdare sull’anticima W (q. 2842 m), ma ora la cresta è larga. Dall’anticima alla vetta (q. 2886 m) il traverso è semplice (I°-) e senza esposizione.
Da evidenziare che i vari intagli che si incontrano nella parte centrale della cresta, a nostro parere, non sono sembrati particolarmente esposti.


Discesa:

Dal versante S, lungo la via normale segnalata del canalino attrezzato con catene (difficoltà: EEA/F, vedi relazione: Pizzo Recastello – Versante Sud).
Dalla vetta si retrocede lungo la cresta W, fino allo sbocco in cresta della via normale segnalata con bolli rossi e da un’evidente traccia. Si scende sulla sinistra fino all’inizio del canalino attrezzato, meglio indossare il casco e fare attenzione a non smuovere le pietre, dato che la via è molto frequentata. Si scende il ripido canalino tenendosi alle catene, senza particolari difficoltà. Al termine delle catene si traversa a sinistra, poi si scende zigzagando un lungo pendio di sfasciumi, seguendo ovviamente l’evidente traccia e i bolli rossi. Al termine del pendio di sfasciumi un buon sentiero prosegue tra prati ed elementari saltelli rocciosi. Seguendo sempre il sentiero segnalato si scende poi in Val Cerviera e si ritorna al Rifugio Curò e quindi a Valbondione.


Note:

NOTA 1
Il Rifugio Curò è aperto tutti i giorni da inizio giugno a fine settembre, solo nei fine settimana a maggio e da fine settembre ad inizio novembre. Tel: 0346 44 076
Il Rifugio Consoli (dall’estate 2020 chiuso per ristrutturazione) è aperto tutti i giorni i mesi di luglio e agosto e solo nei fine settimana in giugno, settembre e ottobre. Tel: 328 96 65 944
NOTA 2
L’ufficio turistico di Valbondione, molto comodo per l’acquisto del Pass parcheggio, non è sempre aperto. Il numero di telefono è: 0346 44665. Il sito internet: www.turismovalbondione.it
NOTA 3
Ulteriori informazioni o immagini di questa o di altre ascensioni da me effettuate e presenti su vienormali.it, possono essermi richieste all’indirizzo email: vardinellipiero@gmail.com


© VieNormali.it

Via Normale Pizzo Recastello - Cresta W - A centro immagine l’intaglio, dove inizia la cresta W, dalla parte alta del canalone
Via Normale Pizzo Recastello - Cresta W - Il famoso muretto di III°
Via Normale Pizzo Recastello - Cresta W - La vetta del Recastello, dall’anticima W
A centro immagine l’intaglio, dove inizia la cresta W, dalla parte alta del canalone Il famoso muretto di III° La vetta del Recastello, dall’anticima W

Zoom immagini: passare col mouse sopra le immagini per vedere un ingrandimento (attendere il completo caricamento della pagina).

Revisione: relazione rivista e corretta il 31/07/2021 dalla redazione di VieNormali.it

  



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