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Vie normali nelle Dolomiti di Brenta



Jof Fuart - Cengia degli Dei - 2666 m


Relazione della salita - Cima n° 1655


Via Normale Jof Fuart - Cengia degli Dei
L'attacco della Cengia visto dal Rif. Corsi (dettaglio)
Regione: Friuli Ven. Giulia (UdineItaliane

Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Giulie - Gruppo Montasio

Provincia: Udine

Punto di partenza: Parcheggio Val Rio del Lago, pressi Sella Nevea (q. 1020 m)

Versante di salita: N-NE

Dislivello di salita: 1650 m - Totale: 3300 m

Tempo di salita: 9,30 h - Totale: 13,00 h

Periodo consigliato: estate - autunno

Valle: Val Rio del Lago - Altre cime della Val Rio del Lago
Punti di appoggio: Rif. Corsi (q. 1874 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia e roccette, passaggi su roccia
Difficoltà:   EEA - AR - III+ - AD- (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: si
Cartografia: TABACCO N. 019 - Alpi Giulie Occidentali Tarvisiano 1:25.000
Autore: Marco T.  Profilo di Marco T. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 22/08/2010
Data pubblicazione: 15/09/2010
N° di visualizzazioni: 22060
N° voti: 2 - Voto medio: Voto 5 stelle

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Introduzione:

La relazione riguarda una parte della famosa Cengia degli Dei (precisamente la parte che percorre il versante N della Cengia dalla cima di Riofreddo fino alla gola NE dello Jof Fuart) e la salita alla cima dello Jof Fuart per la via della gola NE. La Cengia completa permette di compiere il periplo dello Jof Fuart e delle cime del suo sottogruppo (Riofreddo, Innominata, Torre e Alta Madre dei Camosci). L´itinerario è stato immaginato da Julius Kugy negli ultimi anni del XIX secolo e a lui si deve il nome. Il primo a percorrerla nel ´30 è stato Emilio Comici, che a quanto appreso dalla documentazione (scarna e non sempre chiarissima) che sono riuscito a reperire, ha compiuto il giro iniziando dalla gola NE, continuando per forc. Mosè (tratto più impegnativo della Cengia), poi fino sotto la parete S delle cime secondarie (forse ora sentiero A. Goitan?), svalicando oltre la Riofreddo e attraversando il versante N delle stesse fino alla gola NE nuovamente. Salita di grandissima soddisfazione, da ricercare,fuori da itinerari comuni e frequentati (rarissima la frequentazione senza guida). Necessaria esperienza, orientamento e meteo ottimo.


Accesso:

Da Tarvisio proseguire verso Sella Nevea, passando per Predil. Poco prima di Sella Nevea, prendere sulla destra una strada bianca (indicazioni Rif. Corsi) che dopo circa 1 km si interrompe in un parcheggio capace di contenere circa 20 auto. Da qui proseguire a piedi (divieto di accesso) lungo la strada bianca che con numerosi tornanti sale in un bellissimo bosco. Finiti i tornanti si sale su un lungo tratto rettilineo cementato per la pendenza in faggeta (il sent 628 che è da seguire fino al Corsi si ricongiunge poco sotto questo tratto). Poco dopo la fine del tratto cementato si entra nei pascoli d’alpeggio della malga Grantagar con splendida vista sullo Jof Fuart e Canin (q. 1530 m, 1h 30’ dal parcheggio). Poco sotto la malga si trova la stazione della teleferica del rifugio Corsi dietro alla quale c’è la possibilità di salire lungo il “Sentiero dei Tedeschi” che rimonta la ripida spalla immediatamente sotto al Corsi, oppure si può continuare sulla strada bianca che dopo la malga diventa un agevole sentiero. Nel primo caso contare circa 45’-1h fino al Corsi (sentiero ripido, tratti con fune per aiutare alcuni passaggi, EE), nel secondo caso servirà circa 1h 15’. Salendo lungo il sentiero si rimonta lo stupendo anfiteatro compreso tra p.ta Plagnis e cima Castrein fino ad incontrare il sentiero che scende dalla Forc.degli Scalini che si tralascia sulla destra per continuare verso il Corsi su una larga cengia sotto pareti strapiombanti (resti di guerra). Da qui in comodo falso piano si passa sotto l’Ago e il Campanile di Villacco per poi scendere brevemente fino al rifugio (q. 1874 m).


Descrizione della salita:

Dal rifugio seguire le indicazioni per il sent attrezzato A. Goitan che fanno rimontare il pendio erboso sotto le cime della Madre dei camosci e Riofreddo, tralasciando le indicazioni per la normale e la forcella Mosè. Raggiunte le pareti si risale, sempre seguendo i bolli del sent Goitan, per roccette e sentiero ripido fino ad incontrare una sella con targa, Madonnina e fune metallica che scende in una profonda gola verso destra che non deve essere discesa (grandi scritte in vernice rossa “NO”). Seguendo i bolli ci si alza dalla selletta con un passaggio in cui prestare attenzione su una cengetta inclinata immediatamente sopra la nicchia della madonnina. Dopo questo passaggio si continua a salire fino a raggiungere un largo dosso erboso (circa 1h dal rif). E’ qui il punto critico per iniziare la Cengia, ci troviamo immediatamente ad Est (destra salendo) della cima di Riofreddo che dobbiamo aggirare per portarci sul versante Nord. Risalito il dosso su sentiero ghiaioso, i segnavia indicano di proseguire verso sinistra su una larga cengia erbosa che porta al sent attrezzato vero e proprio, si nota invece una larga fessura che inizia dal livello del terreno ed obliqua verso l’alto e sinistra stando sopra la cengia del sent Goitan (visibile già dal rifugio Corsi). Alla dx di dove inizia la fessura si nota un camino verticale che bisogna imboccare con un tratto iniziale di arrampicata verticale ed esposta, poi si entra in un comodo colatoio con molti massi smossi e poi successivo muretto (20 m, III-, attenzione a non smuovere sassi per i compagni sotto). Usciti dal camino si sale per roccette fino ad aggirare la costa che scende dalla cima di Riofreddo e poi in orizzontale per stretta cengia, subito a sinistra di un largo pulpito, si trova la sosta per la prima calata in doppia. Qui la Cengia si interrompe precipitando verso le ghiaie che si vedono in basso alle basi delle pareti Nord delle cime da attraversare. Si nota come ci siano due canali di scolo poco marcati, in uno si scende con la doppia obliquando verso sinistra (faccia a valle), il successivo è da attraversare in arrampicata per poter raggiungere la Cengia. Studiare bene il percorso dal pulpito perché una volta scesi non si vede più la Cengia che continua dopo questa breve interruzione. Dalla sosta scendere per circa 15 m in doppia (l´arrampicata in discesa riportata nella guida del Buscaini) fino ad un evidente camino attrezzando una comoda sosta sulla paretina dx del camino. Attenzione a non farsi fuorviare da uno spit che si trova dopo 35 m di doppia alla base di una parete con evidenti lame grigio chiaro praticamente sulla spalla destra (faccia a valle) del secondo canale di scolo (se si arriva allo spit la possibilità di sosta è più sicura, ma il tratto di arrampicata è più lungo e sembra leggermente più difficile). Una volta raggiunta la base del camino (dopo doppia di 15 m) si deve risalirlo con arrampicata divertente (6m, III), uscire verso destra (salendo, faccia a monte), attraversare obliquando in salita il secondo canale di scolo per percorso non obbligato e rimontare la Cengia (ometto). Continuare sulla Cengia per poco fino ad incontrare la sosta per la seconda doppia (2 ch di cui uno poco affidabile, cordone, lasciato un terzo chiodo). Raggiunta la sosta si nota la Cengia ora ghiaiosa, ora erbosa, che continua molto in basso sulla sinistra (faccia a valle). Calarsi per 55 m con doppia non comodissima perché bisogna obliquare verso sinistra per portarsi alla base di un pilastrino con ometto che si nota da metà doppia in poi. Dalla base della doppia la Cengia continua ben larga anche se su ghiaie a picco sulle pareti sottostanti. Sempre camminando si finisce il periplo della Cima di Riofreddo e ci si porta sotto ad una ripidissima parete (sulla sinistra). Qui prestare attenzione alla traversata in leggera discesa di un largo imbuto ghiaioso che sfida la gravità restando sospeso sopra le pareti che strapiombano sulle ghiaie a monte del rif. Pellarini, visibile in lontananza. Da questo punto si può notare il passaggio più delicato della Cengia: dopo il tratto ghiaioso sparisce all’interno di un budello verticale per riemergere stretta a tagliare la parete opposta fino ad un masso incastrato che la interrompe nel punto di massima esposizione; dopo la Cengia continua aggirando un secondo spigolo, per poi farsi rivedere dopo quello che si indovina essere un secondo stretto intaglio verticale. Proseguire sulla Cengia che si fa molto stretta e a picco, aggirare il primo spigolo dopo la traversata sul ghiaione e continuare verso lo stretto camino. Poco prima del camino si trova un fittone. Oltrepassare il camino molto bagnato e sempre in leggera discesa su sabbia chiara, avvicinare il masso incastrato. È presente una fune in metallo molto vecchia con fittoni prima e dopo il masso incastrato. Passare il masso incastrato con espostissimo traverso. Prestare attenzione alla roccia bagnata e marcia. Proseguire su sabbia all’interno dell’intaglio alto circa un metro della Cengia fino ad aggirare il secondo spigolo. Ora le cengia si fa più larga e comoda, ma per poco. Circa 30 m prima del secondo intaglio verticale da attraversare si trova un passaggio da effettuare carponi perché la Cengia diventa un pertugio alto 50 cm su all’interno della parete che scende sempre fradicia. Poco prima del passaggio carponi si trova uno spit. Passare carponi i primi metri e poi continuare sulla Cengia fino al canale verticale strapiombante e bagnato che si oltrepassa continuando con un traverso sempre esposto per altri 40-50m (1 ch), fino a riprendere la Cengia che torna ad essere larga e camminabile. Proseguire fino ad aggirare un nuovo spigolo che permette di fare il periplo dell’Alta madre, potendo ammirare la profondissima gola NE, oltre la quale si vede la Cengia continuare attraverso un grande prato verde. Al di sopra del prato si notano delle ripide zolle erbose intramezzate da salti rocciosi che si dovranno risalire per puntare alla cima dello Jof Fuart . Continuare a camminare fino a scendere nella gola NE e rimontarla dal lato opposto incontrando tratti di fune e bolli del sent attrezzato che sale lo Jof Fuart dal Pellarini. Attraversare il prato e rimontarlo su sentiero con svolte (si passa davanti ad un rifugio di fortuna in pietre) fino alla base di un camino indicato con frecce e bolli. La Cengia continua verso destra rimontando una banconata stretta sopra chiazze d’erba fino ad un pulpito da cui non si riesce più a seguire. Noi puntiamo ad uscire sulla cima dello Jof Fuart percui si risale lungo la via della gola NE (descritta nella guida del Buscaini, itin. 83m) fino ad incrociare la normale nell’ultimo tratto. (dall’attacco fino alla gola NE, circa 6-7 h procedendo in sicurezza per buona parte della Cengia). Il camino sale ripido per 25 m (III), poi la via diventa più articolata ma sempre di facile individuazione per i numerosi bolli e spit che si incontrano nella salita (attenzione a non muovere massi, salita esposta e sempre sulla verticale dei compagni). Si alternano tratti di arrampicata facile (II) a tratti di sentiero. Una volta salite le zolle che si vedevano dalla Cengia, la via diventa un ripido sentiero con tratti di I. Si sale puntando ad una sella a dx del torrione sommatale dello Jof Fuart, lasciando la gola NE abbondantemente sulla sinistra. Si risale un risalto di una decina di metri aiutati da una fune metallica, fino alla sella da cui si traversa verso sinistra in orizzontale. Sempre seguendo i bolli si continua verso sinistra (si passa una targa), fino al bivio di incrocio con la normale (piccola tabella in ottone che indica la via della gola NE) (dalla gola NE all’incrocio con la normale circa 2 - 2.30h). Si sale verso destra per la normale e in circa 10 minuti si è sulla cima dello Jof Fuart.


Discesa:

Vedi relazione via normale Jof Fuart


Note:

Il percorso può essere notevolmente più breve se non si procede legati nei punti meno impegnativi, a discrezione e secondo esperienza di ciascuno. Attenzione ai numerosi ometti che spesso portano fuori via, il percorso va intuito (considerare di avere abbastanza tempo per eventuali errori di percorso: tornare indietro ripercorrendo in salita la seconda doppia richiede un´arrampicata non banale).


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Via Normale Jof Fuart - Cengia degli Dei - La Cengia in un tratto panoramico dopo la II doppia Via Normale Jof Fuart - Cengia degli Dei - Il passaggio con masso incastrato Via Normale Jof Fuart - Cengia degli Dei - Foto di vetta
La Cengia in un tratto panoramico dopo la II doppia Il passaggio con masso incastrato Foto di vetta


  



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