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Pizzo della Rossa - 2576 m

Via Normale Pizzo della Rossa
Il Pizzo della Rossa e, a sinistra, il Pizzo Castello


Regione: Estero Estero
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Basodino
Punto di partenza: Poco prima della galleria lungo la strada forestale che sale alla Corte della Froda
Versante di salita: NE
Dislivello di salita: 1100 m - Totale: 2200 m
Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 6,00 h
Difficoltà: EE - AR - II+ - PD
Periodo consigliato: giugno - settembre
Punti di appoggio: Rif. Poncione di Braga (q. 2000 m ca.)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Sentiero segnato
Libro di vetta: si
Cartografia: CN 1:25000 n° 1271 Basodino- 1292 Maggia
Autore: Oliviero Bellinzani
Data della salita: 03/08/2008
Data pubblicazione: 17/07/2009
N° di visualizzazioni: 4007


Introduzione:

Lucente, originale bastionata a forma di lama che, insieme al Pizzo Castello, dà vita ad un quadro spettacolare.


Accesso:

Da Milano autostrada dei laghi per Como-Chiasso. Surarat la dogana, proseguire sino a Bellinzona sud, dove si prende la cantonale in direzione Locarno. Alla grande rotonda in prossimità dell´ aeroporto di Magadino, si imbocca il troncone autostradale che on una lunga galleria evita il centro di Locarno. Usciti dalla galleria, si seguono le indicazioni Valle Maggia, che si percorre sino a Peccia, dove si svolta a sinisra per Piani di Peccia. All´ hotel Monaci o all´ ultimo grotto dove la strada diviene sterrata, è possibile pagando 15 chf avere la chiave della sbarra che impedisce l´ accesso alla strada forestale (in caso contrario bisogna aggiungere 1 ora e 400 mt. di dislivello in più a quelli dati). Ottenute le chiavi, si prosegue sino alla cava di marmo, si attraversa su di un ponte il fiume, e si sale fino alla predetta galleria, prima della quale si posteggia.


Descrizione della salita:

Seguendo le indicazioni, si sale a sinistra lungo uno splendido lariceto e dopo circa 20/30 minuti di salita, sulla destra è ben visibile la Froda, un tuffo di acque libere, che precipitano da circa ottanta metri di altezza. Dopo aver ammirato tanta bellezza, si prosegue giungendo ad un bivio, dove si prende a destra (indicazione). Lentamente la vegetazione si fa più rada, la pedenza si addolcisce e si giunge in vista della capanna, posta su un dosso in bella vista. La capanna, come molta altre in svizzera, è incustodita, ma fornita di tutto quanto serve: luce elettrica, legna, coperte, piatti, posate ecc. e, fatto molto importante, poco frequentata. Dalla capanna si ridiscende ad attraversare il torrente, passando sul versante di fronte alla capanna stessa. Su tracce incostanti, tra erba e rocce , si percorre tutto il versante del Pizzo Catello sino a raggiungere la cresta NE della Rossa, che da lontano sembra un tutt´ uno con la Est. La si risale su erba ripida, e quando si rggiungono i primi contrafforti rocciosi, ci si tiene sulla destra, alla radice delle rocce dove corre una traccia. Si prosegue così finchè non si vede la possibilità di salire facilmente in cresta (ometto fatto dall´ autore) Si sale in cresta, che come una scala di marmorei gradini porta ad un grande ometto (visibile anche dalla capanna). Qui la roccia diviene gneissica e la salita si fa più impegnativa (II, passo di III), sinchè la cresta sfocia in un ampio canalone, il cui bordo sinistro è costituito dalla cresta Est, che poco sotto compie un salto interrompendosi. Si prosegue brevemente nel canalone, poi puntando alla depressione piu bassa per buone cenge marmoree si sale alla cresta, che verso Peccia precipita verticale. Con bella arrampicata su splendide gobbe marmoree si raggiunge la vetta.


Discesa:

Dalla cima ci si abbassa ad un intaglio e per ripidi sfasciumi si scende nel canalone abbandonato durante la salita. Tenendosi alti, per ampie cenge erbose, lo si discende sino a raggiungerne l´ imbocco, da cui per la via di salita. Nel caso si intendesse evitare le difficoltà maggiori, ci si può abbassare ulteriormente per erba, traversando poi a sinistra su placche esposte ed erba ripida al grande ometto incontrato salendo.


Note:

Ambiente selvaggio, dove è necessario sapersi districare nelle pieghe della montagna, ma che sa offrire grande gioia.


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