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Torre Principale del Vajolet - 2821 m

Via Normale Torre Principale del Vajolet
Il tracciato della via di salita


Regione: Trentino Alto Adige Trento
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Catinaccio
Punto di partenza: Rif. Gardeccia (q. 1949 m) Val di Fassa
Versante di salita: E
Dislivello di salita: 900 m - Totale: 1800 m
Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 7,00 h
Difficoltà: EE - AR - III - AD-
Periodo consigliato: luglio - settembre
Punti di appoggio: Rif. Vajolet (q. 2242 m)
Tipo di via: Via di roccia
Tipo di percorso: Via di roccia
Libro di vetta: si
Cartografia: TABACCO N. 06 - Val di Fassa 1:25000
Autore: Sandro Caldini
Data della salita: 10/08/2005
Data pubblicazione: 15/03/2008
N° di visualizzazioni: 11279


Introduzione:

Fa parte della zona meno battuta delle torri del Vajolet nel gruppo del Catinaccio. La vetta si trova sul confine tra la provincia di Trento e quella di Bolzano. Il punto di accesso lo si raggiunge dalla stazione pulmini di Pera con l’autobus navetta.


Accesso:

Da Gardeccia si comincia a salire verso il Rifugio Vajolet e lo si raggiunge in circa 40 minuti. Si prosegue verso il Passo Principe e, passato il primo balzo, si intravede a sinistra lo stretto valico del passo del Vajolet. Alla base del ghiaione si intravede una traccia di sentiero e dei rari ometti guidano verso il passo del Vajolet. Pochi metri prima del passo si imbocca a sinistra una cengia aggirando così la Torre Marcia e la si segue con attenzione perché in alcuni punti è stretta. Girato il primo angolo c’è il primo punto esposto, una gola scoscesa. Si può far sicura con una clessidra posta sulla Torre Marcia giusto dove si gira per entrare nella gola; in passato, quasi sul fondo della gola, sulla parete c’era un chiodo ma è stato tolto di recente. Passata questa gola, le altre due successive rientranze sono facili e si continua a seguire la cengia per portarci all’attacco della via normale (bastone di legno infisso su un mucchio di pietre, 1 ora e 15’ dal rifugio Vajolet).


Descrizione della salita:

Si intravedono subito numerosi ometti (anche troppi) che possono fuorviare l’escursionista : la chiave della salita è quella di salire stando abbastanza a sinistra, seguendo le varie costole di roccia e transitando a sinistra dei vari pinnacoli che fanno da contrappunto alla salita (vari passaggi di I). Si può anche seguire il canalone più a destra con difficolta appena superiori (vari passaggi di II). Si arriva quindi ad una cengia sotto i gialli strapiombi della Torre Est (qui si ricongiungono le due possibilità di salita descritte). Da qui si continua a diritto seguento gli ometti fino ad una placca che si supera a destra (II) ; sempre seguendo i numerosi ometti si arriva ad un canalino con masso incastrato e lo si può superare a destra (II) o all’interno (sempre II). Passato questo passaggio si arriva alla forcella Nord alla cui sinistra c’è la forcella Est, chiave di accesso alla Torre Principale.Si fa un tiro di corda passando sotto un sasso incastrato (II, II+ se invece si passa all’esterno del sasso) per poi raggiungere la forcella Est (chiodo sulla destra). Da qui ci si cala nello scosceso versante che guarda il Gartl (fare attenzione I molto friabile) e si prende sulla destra una fessura per pochi metri (III) cui segue una rampa ascendente (II+/III-,a metà clessidra per sicurezza) chiusa da un diedrino (III secco, chiodo) (qui si può arrivare anche salendo direttamente dalla forcella Est su rocce in parte strapiombanti e poi per una rampa inclinata con difficoltà V+/Ao e poi III/III+,variante Battisti-Biagi-Caldini attrezzata a spit); proseguendo per altri 15 m. in una fessura diedro inclinata (III) si fa sosta sul cengione sotto vetta (chiodi e cordini per la sosta). Ci si sposta a sinistra (faccia a monte) per alcuni metri fino a prendere un canale camino nascosto che termina in vetta (II/III ma nessun chiodo). E’ possibile dalla sosta anche proseguire per la cengia per prendere un canale più facile (I e II).


Discesa:

Come per la salita.Possibilità di fare una doppia che scarica direttamente in forcella Est dal cengione sotto vetta. Segue un’altra doppia che porta in prossimità della forcella Nord. Fare molta attenzione alle pietre mobili ed ai pinnacoli incontrati nella salita verso la forcella Nord, stavolta rimarranno alla nostra sinistra (per tornare all’attacco ci vogliono oltre due ore e mezza se si procede legati facendosi sicurezza nei punti più esposti).


Note:

Via d´ambiente bellissima. Nel complesso abbastanza difficile e adatta a persone che sanno arrangiarsi nel farsi sicurezze su spuntoni nei tratti più esposti. In generale molti passaggi dal I+ fino al III.


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