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Taburlo - 2268 m

Via Normale Taburlo
La cima dalla bassa Val Travenanzes: a sinistra la cresta di salita


Regione: Veneto Belluno
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Croda Rossa
Punto di partenza: Parcheggio (q. 1547 m) sulla strada per il Rifugio Ra Stua
Versante di salita: N-SW
Dislivello di salita: 800 m - Totale: 1600 m
Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 6,00 h
Difficoltà: EE - A - I+ - F
Periodo consigliato: estate - autunno
Punti di appoggio: nessuno
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia e roccette, passaggi su roccia
Libro di vetta: si
Cartografia: TABACCO N. 03 - Dolomiti Ampezzane 1:25000
Autore: Ernesto Majoni
Data della salita: 22/09/1996
Data pubblicazione: 17/08/2009
N° di visualizzazioni: 7864


Introduzione:

Il Taburlo (registrato su alcune carte come Falè) è una delle montagne meno conosciute e battute del Gruppo della Croda Rossa dŽAmpezzo. Salito per la prima volta da alpinisti carinziani nel 1906; nel 1915 gli Austriaci approntarono una mulattiera che dalla Casera di Antruiles saliva alle postazioni ad E della cima e poi, trasformata in sentiero, proseguiva sino in vetta. La via comunemente utilizzata segue quel sentiero, rovinato e un poŽ malagevole, che schiude lŽaccesso ad una cima assolutamente solitaria, con un interessante panorama sulle cime del Parco Naturale dŽAmpezzo.


Accesso:

Dal parcheggio si scende a sinistra (tab.) per una carrareccia chiusa al traffico che, scavalcato un ponte, termina nella radura della Casera dŽAntruiles (q. 1525 m). A destra della Casera, per sentiero recentemente segnalato (tab.), ci si inoltra nel bosco in sinistra idrografica della Val dŽAntruiles (Ruoibes de Inze), sino ad uno slargo ghiaioso, dominato dal Col Bechei e dalla Croda dŽAntruiles. Superato un ripido gradone con mughi e detriti e una syccessiva costa sassosa e con vegetazione, si giunge in una suggestiva conca di pascolo ai piedi del Taè (in ampezzano Ciadin del Taé).


Descrizione della salita:

Dalla conca, si traversa per tracce verso sinistra un ammasso di blocchi fino ad un primo risalto erboso. Si scende in un esposto canalino detritico (passo delicato, resti di funi metalliche), si risale ai ruderi marciti di una baracca e per tracce ad unŽalta, esposta cengia con zolle erbose (passo delicato, resti di fittoni metallici). Da qui si ridiscende ad una sella ghiaiosa, alla quale fanno capo due orridi e profondi canali, verso SW e NE. Tagliando per tracce un pendio di detriti e roccette, si raggiunge il rudere di una postazione: superato un gradino roccioso di discreta solidità (I+) si è sulla cupola della vetta.


Discesa:

Si può evitare il tratto di I+ seguendo la cresta in direzione dellŽantistante cima del Taé sino ad un crinale di roccia friabile e mughi che, disceso con attenzione per la ripidezza, porta sul "pendio di detriti e roccette" attraversato in salita.


Note:

Sono utili uno spezzone di corda e alcuni moschettoni, se si accompagnano persone insicure. Via normale delicata per il terreno generalmente friabile, i detriti e alcuni passaggi esposti, da non sottovalutare. Cima solitaria e panoramica.


Revisione:
relazione rivista e corretta il 11/07/2014 dalla redazione di VieNormali.it
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