Non è la più elevata, ma la più nota cima della dorsale del Pomagagnon, ornata da una grande croce metallica, rinnovata nel luglio 2000 e poi nell´agosto 2014. La via normale, rispetto alle vie d´arrampicata che risalgono il versante S della Costa, risulta abbastanza facile per l´escursionista esperto, ma assolutamente mai banale, e richiede senso d´orientamento e piede fermo.

Dal Rifugio Ospitale si scende a imboccare la strada forestale segnavia 203, e per essa si sale a raggiungere in circa 1,00 h la località I Casonate (q. 1698 m, baita chiusa).

Dove la strada forestale valica una grande frana ghiaiosa, si devia a destra, si valica il Ru Bosco e per vaghe tracce ci s´inoltra nel vallone compreso fra la Costa (sulla destra orografica) e la Testa del Bartoldo (sulla sinistra). Lungo il greto quasi sempre asciutto del torrente (tracce, qualche ometto) si giunge nell´evidente catino ghiaioso e magramente pascolivo rinserrato fra le due cime (spesso camosci). Qui il piano inclinato settentrionale della Costa del Bartoldo forma con le rocce della Testa un enorme, evidente diedro. Lo si risale per ripidi lastroni di buona roccia (tracce) e piin alto per tracce nelle ghiaie (I/I+, sconsigliabile con pioggia o neve). Giunti sulla esposta forcellina della cresta fra la Testa e la Costa, si piega a sinistra (un po´ scivoloso per il ghiaino) mirando all´ormai evidente croce della vetta, e la si raggiunge in pochi minuti.

Rigorosamente per la via di salita, facendo attenzione nel discendere lungo il diedro.

Escursione di medio impegno alpinistico, in una zona selvaggia e solitaria, resa impegnativa dalla mancanza di segnavia e dal ghiaino che riveste la parte superiore dei lastroni e la cresta. l Il diedro non richiede assicurazione a corda, e la salita è interessante e divertente, per nulla banale. Dalla cima, frequentata in prevalenza da locali e quasi soltanto per questo itinerario, si apre un ampio panorama sulla sottostante conca d´Ampezzo e sulle sue montagne.