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Gran Zebrù - 3851 m

Via Normale Gran Zebrù
La via normale per il canalino e la parete sud


Regione: Lombardia Sondrio
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Ortles Cevedale
Punto di partenza: Forni (q. 2100 m) Valle dei Forni
Versante di salita: S
Dislivello di salita: 1750 m - Totale: 3500 m
Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 8,00 h
Difficoltà: EEA - AG - PD+
Periodo consigliato: giugno-settembre
Punti di appoggio: Rif. Pizzini (q. 2700 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia su ghiacciaio
Libro di vetta: si
Cartografia: TABACCO N. 08 - Ortles Cevedale 1:25000
Autore: Matteo Pasotti
Data della salita: 04/09/2005
Data pubblicazione: 24/03/2007
N° di visualizzazioni: 138920


Introduzione:

Stupenda ed imponente piramide rocciosa caratterizzata da pendii di neve di 40-45°, salita nel 1864 da Francis Fox Tuckett con i fratelli Buxton e le guide Biener e Michel. Esiste però la possibilità, ancora oggi avvolta in un alone di leggenda, che la cima sia stata salita in solitaria dal seminarista bavarese Stephan Steiberger dieci anni prima di Tuckett. (Cfr. La Rivista del Cai, sett-ott. 2004).


Accesso:

Si percorre in macchina da Santa Caterina Valfurva la valle dei Forni fino al Rifugio-Albergo dei Forni (q. 2178 m) ove si parcheggia. Si sale per lunga carrareccia con segnavia 28B fino al Rif. Pizzini (1,20 h), percorribile anche in Jeep, osservando sulla destra la Punta San Matteo e il Vioz. Dopo 530 metri di dislivello si giunge al rifugio ove si pernotta. Il secondo giorno inizia la salita vera e propria verso il ghiacciaio alla base del Gran Zebrù.


Descrizione della salita:

Dal rifugio Pizzini si lascia sulla destra il sentiero evidente che sale al Casati e, proseguendo dritti si segue il sentiero che si snoda in una morena glaciale che porta verso la base della piramide. Siamo giunti alla vedretta del Gran Zebrù ove ci si ferma per mettersi l’attrezzatura da ghiaccio (q. 3000 m). Si risale il ghiacciaio prima quasi in piano, poi con pendenza sempre maggiore, piegando verso destra per portarsi alla base di uno scivolo di neve. Siamo giunti alla base del Col di Bottiglia, il tratto più ripido di tutta la salita. Si percorre il primo ripido tratto di roccette (se non sono coperte da neve) già con i ramponi, poi si sale, procedendo in conserva, lungo il canalino di neve con pendenza di 50/55°, facendo molta attenzione a non scivolare e alle scariche di sassi. Giunti alla Spalla si sale, puntando ora verso sinistra, con pendenze di 40/45°, ponendo sempre attenzione a non scivolare. Si arriva quindi alla base di elementari roccette, che portano alla terminale cresta di neve, larga un paio di metri. La si percorre verso sinistra fino ad arrivare alla grande croce di vetta a 3851 m.


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Prestare attenzione alle normali difficoltà da ghiacciaio (crepacci, caduta sassi, ecc.) e alla possibilità di scivolare nei punti più ripidi della salita. Da non sottovalutare la pericolosità di un forte vento che, nella cresta finale verso la croce, potrebbe sbalzare la cordata verso la sottostante vertiginosa parete Nord alta 1000 metri. Per arrivare al Rif. Pizzini è presente, a Forni, un servizio di jeep a pagamento per il trasporto.


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Via Normale Gran Zebrù - Il canalino visto dall'alto

Il canalino visto dall'alto

Via Normale Gran Zebrù - In discesa sulla cresta
In discesa sulla cresta

Via Normale Gran Zebrù - Sotto la croce di vetta
Sotto la croce di vetta


 

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