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Pizzo Coca - Spigolo E - 3050 m

Via Normale Pizzo Coca - Spigolo E
Il Pizzo Coca e l’itinerario dello spigolo E. Da NE, dal Pizzo del Diavolo della Malgina


Regione: Lombardia Bergamo
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie
Punto di partenza: Valbondione (BG), frazione Grumetti (q. 950 m)
Versante di salita: E
Dislivello di salita: 2200 m - Totale: 4400 m
Tempo di salita: 8,00 h - Totale: 13,00 h
Difficoltà: EE - AR - III - PD+
Periodo consigliato: luglio - settembre
Punti di appoggio: Rif. Curò (q. 1895 m) e Rif. Consoli (q. 1890 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Via di roccia
Libro di vetta: si
Cartografia: KOMPASS N. 104 – Alpi Orobie Bergamasche 1:50000
Autore: Piero V
Data della salita: 14/08/2021
Data pubblicazione: 16/08/2021
N° di visualizzazioni: 4765


Introduzione:

Vetta molto rinomata, la più alta delle Orobie, non ha certo bisogno di presentazione. Frequentatissima dalla via normale della cresta SE, molto meno dagli altri itinerari in quanto tutti comportano difficoltà alpinistiche di un certo rilievo. Lo Spigolo Est, proposto qui di seguito, s’innalza elegante e rettilineo sopra la Valmorta ed è un itinerario stupendo, tra i più belli di questo settore delle Orobie. Riservato ovviamente ad alpinisti preparati che si sappiano muovere tranquillamente in ambiente esposto, sul III° grado e sappiano fare le dovute manovre di corda e assicurazione, non bisogna comunque affrontare calate in doppia. Se si ha la fortuna di trovare una giornata limpida, il panorama circolare di vetta è eccezionale.
Ecco alcune precisazioni per chi intende raggiungere il Pizzo Coca dallo Spigolo Est:
- Lo spigolo ha un profilo rettilineo, ma come tutte le ascensioni in ambiente in alcuni tratti non obbligati è soggetto a diverse interpretazioni. Personalmente mi sono affidato all’esperienza dell’amico Simone che, avendolo percorso decine di volte come guida, conosce molto bene le linee migliori per evitare il più possibile le rocce malsane. Tuttavia la qualità della roccia, come spesso accade nelle Orobie, non è delle migliori, bisogna quindi valutarne bene la solidità prima di appoggiare piedi e mani. Mentre sui passaggi più impegnativi ed obbligati di II°+ e III° è decisamente solida.
- Sullo spigolo sono presenti 4 chiodi per il superamento del passaggio chiave, un muro di circa 15 metri di altezza, 2 per assicurarsi nella salita e 2 per la sosta sopra il muro.
- Riguardo al materiale da portare al seguito: il caschetto è raccomandabile. Indispensabili imbrago e corda, meglio se da 50 metri. Una serie di friend dallo 03 al 3 black diamond c4. Martello, 4 chiodi, rinvii, moschettoni, cordini e tutto il necessario per assicurarsi.
- Il dislivello totale in salita è ragguardevole, 2200 m, altrettanti per la discesa e l’arrampicata è abbastanza impegnativa. Se non si dispone di un’ottima forma fisica è consigliabile suddividere la salita in 2 giorni pernottando al Rifugio Curò. Il dislivello di arrampicata sullo spigolo è di circa 450 m.
- Le ore di percorrenza sono puramente indicative, riferite ad un´andatura normale.
- Se non si è alpinisti provetti è meglio affidarsi ad una guida, al riguardo Simone Semperboni è un esperto conoscitore di tutte le Orobie e di questi luoghi in particolare (tel.: 329 664 25 76, indirizzo email: simone.semperboni@gmail.com).


Accesso:

Da Bergamo e dintorni si prende la SP ex SS 671 della Valle Seriana, fino al bivio per Clusone, poi la SP 49 fino a Valbondione, località Bondione. Al bivio che c’è all’entrata di questo paese si prende a destra, si attraversa subito sopra un ponte il Fiume Serio e poco più avanti si curva a sinistra della chiesa. Dopo circa un centinaio di metri in salita, sulla sinistra c’è un grande parcheggio e il palazzetto dello sport all’interno del quale c’è l’ufficio turistico, dove si può acquistare il Pass parcheggio, valevole su tutto il territorio del comune di Valbondione. Il prezzo per un giorno è di € 5.00, per 2 giorni € 8.00. Eventualmente, il Pass parcheggio lo si può acquistare presso alcuni esercizi pubblici.
Per salire al Rifugio Curò lungo la pista sterrata che poi diventa mulattiera (segnavia 305) abbiamo 2 varianti di partenza da Valbondione che poi convergono quasi subito. La seconda permette di risparmiare circa 15 minuti di cammino e una cinquantina di metri di dislivello. Vi è poi una terza variante che prende avvio dalla frazione Lizzola, ma è sconsigliabile perché più lunga e si perde tutto il dislivello iniziale in quanto il percorso è molto altalenante.
Variante 1, dalla frazione Beltrame (q. 900 m):
dal grande parcheggio nei pressi del palazzetto dello sport ci s’incammina in salita lungo la strada asfaltata e si prende la via on.le T. Pacati. Un centinaio di metri più avanti si compie un tornante destrorso e si prosegue ancora per un altro centinaio di metri, fino ad un bivio, dove si prende, a sinistra, la via Curò che all’inizio riporta diversi cartelli indicatori per i Rifugi Curò, Consoli e Barbellino. Si segue la strada che sale con pendenza costante, inizialmente ancora asfaltata, poi sterrata e che si addentra in un fresco bosco (segnavia 305). Nel prosieguo si incrocia, a sinistra, il sentiero che sale dalla frazione Grumetti, la seconda variante di partenza.
Variante 2, dalla frazione Grumetti (q. 950 m):
dopo aver acquistato il Pass, si esce dal parcheggio del palazzetto dello sport e si sale lungo la strada. Dopo un centinaio di metri si prende la prima deviazione a sinistra (via Beltrame) e la si segue per circa 1 km o poco più. Al termine della strada c’è una grande cappella della Madonna della Montagna e un ampio parcheggio dove lasciare l’auto. S’imbocca quindi la sterrata che aggira la cappella e poi il sentiero che sale a destra. Poco sopra ci sono dei cartelli, si prende a destra il sentiero 305B e si sale nel fitto bosco con sostenuta pendenza, per circa 20 minuti, fino ad incrociare la pista sterrata della prima variante che sale da Beltrame.
Variante 3, dalla frazione Lizzola (q. 1259 m):
dopo aver acquistato il Pass, si esce dal parcheggio del palazzetto dello sport e si sale lungo la strada (via on.le T. Pacati) per circa 6 km, fino a Lizzola. Si oltrepassano in salita le case del paese fino ad un bivio, dove si devia a sinistra sulla via Manina (indicazione anche per Rifugio Curò). Dopo poche decine di metri, sulla sinistra c’è un ampio parcheggio dove lasciare l’auto. Si imbocca quindi la strada in leggera discesa e di fianco alla chiesa, seguendo le indicazioni (Rifugio Curò a h 2.45) e il segnavia 306 si prende una stradina sterrata che ben presto diventa sentiero e sale per prati. Poco più in alto si entra nel bosco e si prosegue sul sentiero che rimane sempre ben evidente e segnalato. A ripidi strappi si susseguono traversi pianeggianti con brevi saliscendi, per un lungo tratto. All’uscita del bosco si traversa una colata di detriti e poi si prosegue sul sentiero con ripide salite ma con percorso nel complesso molto più altalenante. Infine si scende per un buon tratto fino a raggiungere, all’ultimo tornante, la mulattiera del sentiero classico delle precedenti varianti. A conti fatti, ci si impiega di più che a partire da Grumetti, si perde tutto il dislivello iniziale ed inoltre il percorso è più faticoso. A mio avviso la variante 2 è quindi la migliore.


Descrizione della salita:

Ad ogni modo, sia che si parta da Beltrame o da Grumetti, si segue a lungo la pista sterrata, dentro e fuori da numerosi valloncelli ma sempre in direzione NE. Oltrepassata la Valle Veggiolo la stradina si trasforma in una larga mulattiera e si compie il primo tornante che è destrorso. Poco più avanti c’è un bivio, la mulattiera prosegue comodamente a destra con qualche tornante. Se invece si vuole abbreviare un po’ il percorso, si prende, a sinistra, la variante con segnavia 305A. Questo sentiero, non riportato sulla carta della Kompass, sale ripidamente e in alcuni tratti è attrezzato con catene, ma in condizioni normali è elementare sebbene un pò umido. In ogni caso, dopo circa h 2.00/2.15 di cammino si arriva, prima all’Ostello Curò e 30 metri dopo al Rifugio Curò (q. 1895 m) che si trova alto, sopra la sponda meridionale del Lago artificiale di Barbellino.

Si segue ora il sentiero pianeggiante con i segnavia 303 / 323 che aggira il rifugio da S a N in senso antiorario e si prosegue con percorso un po’ altalenante, alti sopra la riva meridionale del lago artificiale. Il sentiero in questo tratto è un poco impervio e attrezzato in alcuni punti con catene ma è sempre abbastanza largo. Al suo termine si arriva alla casa dei guardiani, in prossimità della corona del muraglione della diga. Per entrare in Valmorta sarebbe sufficiente attraversare la comoda corona della diga e poi prendere il sentiero, inizialmente pianeggiante, che si stacca verso sinistra, all’altezza della corona, ma l’accesso non è consentito ed è sbarrato da cancelli.
Bisogna quindi scendere l’evidente sentiero che conduce a metà strada, tra il laghetto della diga di Valmorta a sinistra e la base dell’alto muraglione della diga del Barbellino a destra, perdendo circa un centinaio di metri di dislivello. Si risale poi senza percorso obbligato (ma ci sono diversi segnavia) il pendio di erba e detriti, a sinistra dell’alto muraglione, fino ad imboccare la traccia, ora ben segnalata, che si stacca a pari altezza della corona della diga. Si prosegue poi lungo lo stretto sentiero (segnavia 323) che inizialmente traversa pianeggiante verso W e poi sale in direzione NW.
Si superano alcuni facili passaggi rocciosi attrezzati con catene e si entra a mezzacosta nella desolata ma bellissima Valmorta. Più avanti ci si abbassa brevemente nella conca al centro della valle, dove si trova il piccolo Lago di Valmorta (q. 2148 m). Poi, dopo aver aggirato il laghetto a destra, si seguono i segnavia e si inizia a rimontare un lunghissimo pendio di detriti e ghiaie, in direzione SW.
Dopo circa 300 metri di dislivello dal laghetto, si approda in una vastissima conca detritica a (q. 2443 m). All’inizio di questa conca si abbandonano i segnavia che condurrebbero alla Bocchetta del Camoscio e si sale, a destra, l’evidente pendio detritico. Poi si segue un lungo cordone morenico sulla sua sommità e, al suo termine, si risale il cono di detriti e ghiaie che ha origine sullo spigolo est. Nella parte alta il pendio diventa uno stretto canalino, si passa sotto ad alcuni massi incastrati, strisciando, e si sbuca sull’intaglio (q. 2610 m). Qui inizia l’arrampicata sullo spigolo.

Un poco a sinistra dell’intaglio si arrampica una paretina di II°/II°+ e si continua in un canale.
Allo scopo di evitare la cresta principale formata da rocce degradate, si traversa a sinistra un breve canalino e si sale una costola di I°/I°+
Quasi alla sommità di questa costola, con percorso evidente, si riattraversa facilmente il canalino detritico, questa volta verso destra e si riprende lo spigolo ad un intaglio.
Si prosegue sullo spigolo che si impenna ma le difficoltà rimangono sul I°/II°
Si prende poi un canalino sulla sinistra di II+ con un breve passaggio finale di III°
Ora si arrampica più facilmente e per creste e canaletti si arriva alla base del muro di circa 15 metri di altezza di III°, il passaggio più impegnativo di tutto lo spigolo. Lo si affronta sulla sinistra (presenti 2 chiodi e 2 per la sosta sopra il muro). Invero, nella parte mediana del muro, a nostro parere, ci sono 3/4 metri di III+
Segue una facile e breve crestina pianeggiante.
Si riprende a salire in un diedro di II° con roccia solida.
Quindi, lungo lo spigolo, massimo II° Di seguito si affronta una placca che si trova leggermente sulla destra, II° e III°
Raggiunto un intaglio, si aggira leggermente a sinistra la successiva cresta quasi pianeggiante.
Si arriva alla base di un torrione e lo si arrampica un poco a destra del suo spigolo, lungo un canaletto di II°
Si percorre una cengia sulla destra e si imbocca il primo canale con rocce degradate I°/II°
Si prosegue leggermente a destra dello spigolo su canaletti facili di I°/I°+ Dopo un facile canalino da destra a sinistra di una ventina di metri si arriva a (q. 2915 m) dove c’è un risalto che si aggira a sinistra per mezzo di una cengetta.
Si arrampica ora in una specie di diedro di II°+/III° al cui termine, sulla destra, una placchetta rossa conduce di nuovo sul filo dello spigolo.
Siamo così giunti a (q. 2950 m), 30 metri sulla sinistra c’è un evidentissimo omino di pietre sul filo di cresta, lo si va a raggiungere con un traverso un po’ ripido ma elementare.
Poi si prosegue per canaletti e rocce viepiù facili di I°/I°-, sempre leggermente verso sinistra, fino a raggiungere la vetta.


Discesa:

Dalla via normale della cresta SE (F, I°+) passando dal Rifugio Merelli al Coca.
La via è segnalata con bolli rossi ed è facile. Ci sono 2 passaggi di I°+ che richiedono un po’ di attenzione, anche perché la salita è stata impegnativa e non bisogna perdere la concentrazione. Il primo passaggio che si incontra è poco oltre la metà della cresta ed è un risalto verticale di una quindicina di metri, un po’ esposto, ma molto ben gradinato e la roccia è solida. Il secondo si trova poco sopra la Bocchetta del Camoscio (q. 2719 m) ed è un canaletto anche qui di I°+.
Dalla Bocchetta del Camoscio si seguono i segnavia in direzione WSW, inizialmente su pietraie, poi traversando a destra un pendio erboso, quindi si scende lungamente un ripido costone. Poco prima di raggiungere il lago di Coca (q. 2108 m) si affronta un canaletto roccioso di I°, poco più in basso si guada il torrente emissario del lago e si prosegue sul versante destro orografico, fino al pianoro erboso sottostante al cui termine, sopra una rupe, si trova il Rifugio Merelli al Coca (q. 1892 m).
Si continua la discesa su sentiero ben marcato e sempre con sostenuta pendenza. Si affronta un tratto roccioso e umido attrezzato con catene, comunque elementare in condizioni normali e poco sotto si entra in un bosco di faggi che si scende a lungo con numerosissime svolte. Nella parte inferiore il bosco si dirada e si arriva ad un evidente bivio segnalato con cartelli (indicazioni per Grumetti h 0,25). Qui si prende a sinistra e si segue il sentiero. Si attraversa un piccolo torrente e si prosegue fino a raggiungere il fiume Serio a Pianlivere. Il nostro sentiero prosegue a sinistra, in leggera salita ed in breve si arriva ad alcune case, raggiunte da una strada asfaltata. Ci troviamo proprio sotto Grumetti. Si percorre quindi la strada asfaltata per un breve tratto, fino ad un bivio, volgendo ora a sinistra si vedono la cappella della Madonna della Montagna e il parcheggio di Grumetti, distanti 150 metri.


Note:

NOTA 1
Il Rifugio Curò è aperto tutti i giorni da inizio giugno a fine settembre, solo nei fine settimana a maggio e da fine settembre ad inizio novembre. Tel: 0346 44 076
Il Rifugio Consoli (dall’estate 2020 chiuso per ristrutturazione) è aperto tutti i giorni i mesi di luglio e agosto e solo nei fine settimana in giugno, settembre e ottobre. Tel: 328 96 65 944
NOTA 2
L’ufficio turistico di Valbondione, molto comodo per l’acquisto del Pass parcheggio, non è sempre aperto. Il numero di telefono è: 0346 44665. Il sito internet: www.turismovalbondione.it
NOTA 3
Ulteriori informazioni o immagini di questa o di altre ascensioni da me effettuate e presenti su vienormali.it, possono essermi richieste all’indirizzo email: vardinellipiero@gmail.com


Revisione:
relazione rivista e corretta il 16/08/2021 dalla redazione di VieNormali.it
© VieNormali.it

Via Normale Pizzo Coca - Spigolo E - In arrampicata, appena sopra l’Intaglio (q. 2610 m)

In arrampicata, appena sopra l’Intaglio (q. 2610 m)

Via Normale Pizzo Coca - Spigolo E - Il Muro di III, il passaggio chiave
Il Muro di III, il passaggio chiave

Via Normale Pizzo Coca - Spigolo E - Uno sguardo retro, dallo spigolo E
Uno sguardo retro, dallo spigolo E
www.vienormali.it - info@vienormali.it - Ultimo aggiornamento: 06/05/2024
Autore: Roberto Ciri - RC-WebSoft - P.IVA 03693250288
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