La cupola sommitale del Foppone e l’itinerario, dai pressi dell’anticima S

Con le sue lunghe creste S e N separa la Val di Budria dalla Val di Lemma, entrambe laterali della Val Tartano. In effetti la montagna è formata dall’intersezione di queste due creste principali. Le contrafforti N degradano fino all’abitato di Barbera, all’inizio della Val Corta, mentre la cresta S presenta diverse elevazioni minori, tra le quali la spiccata anticima S (cima sci alpinistica) e poi si abbassa al Passo dei Laghi che separa il Foppone dal Monte Azzaredo. Quest’ultimo si trova sulla catena principale delle Orobie, il Foppone è quindi interamente in territorio valtellinese. L’itinerario proposto stranamente non è contemplato dalle recenti guide escursionistiche e alpinistiche delle Orobie, ma è il più facile per accedere alla vetta. L’avvicinamento avviene da N, dalla Val di Lemma, mentre l’ascesa si svolge dal versante E e per l’ultimo tratto della cresta S. Le uniche difficoltà, seppure relative (EE+), sono concentrate nell’ascesa della cupola sommitale, una trentina di metri su di un ripido canaletto e cenge erbose che richiedono attenzione.

Provenendo da Colico, all’uscita della seconda galleria della tangenziale di Morbegno c’è una rotonda, dove si prende l’uscita per Tartano e Val Tartano. La strada, abbastanza stretta, risale la valle con numerosi tornanti, raggiunge Campo e poi il paese di Tartano. Cento metri dopo la chiesa del paese, al termine delle ultime case, c’è un bivio non segnalato. Si prende la strada sulla destra che scende con alcuni tornanti in Val Corta. Essa si addentra poi sterrata lungo la valle per circa 1.5 km. Giunti in località Barbera, sulla sinistra si potrà notare un ponte sul torrente e vari cartelli indicatori, si prosegue per una trentina di metri, fino ad uno spiazzo dove si può parcheggiare.

Dal parcheggio si retrocede sulla sterrata e si attraversa il ponte, il cartello indica Val di Lemma, Giardino Botanico Orobie, Cima di Lemma e Passo di Lemma. Si risale quindi la Val di Lemma a sinistra (salendo) del torrente, su di una bella mulattiera (segnavia 116). Il percorso si mantiene inizialmente in prossimità della riva, poi sale sulla sinistra ed infine si avvicina di nuovo al torrente. Quest’ultimo tratto è particolarmente suggestivo e si svolge sul margine di una forra scavata dal torrente impetuoso che forma diverse cascatelle. Poco dopo la mulattiera si immette in una stradina sterrata e si prosegue su di essa, lungo la valle, sempre a sinistra del torrente.
Successivamente si tralascia a destra il cartello che indica il giardino botanico (meritevole comunque di essere visitato, magari al ritorno) e si segue la sterrata. Dopo circa 45 minuti di cammino, poco prima di raggiungere le due baite della Casera Sona Bassa che si vedono poco più avanti, sulla destra c’è un ponte in legno sopra il torrente principale. Mentre a sinistra della strada ci sono dei cartelli che indicano di attraversare il ponte per raggiungere la Casera di Sona di Sopra in h 0,40. Attraversato quindi il ponte, si segue il sentiero, sporadicamente segnalato da dei paletti, che retrocede per un breve tratto, poi inizia a salire nel bosco con numerose svolte.
Inizialmente si sale a destra di una valletta, poi si traversa a destra, si attraversa un corso d’acqua e poco sopra, in una piccola radura dove sono stati tagliati degli alberi, si arriva ad un bivio. Si segue la traccia sulla sinistra e poco più avanti si riattraversa di nuovo il corso d’acqua. Il sentiero riprende poi a salire nel bosco, fino a raggiungere la vasta radura dell’Alpe Val Laur Alto (q. 1886 m, erroneamente nominato Vallavoro Alto sulla carta della Kompass). Senza attraversare il corso d’acqua che precede le baite e lo stallone di questo alpe, si imbocca la traccia che prima del guado traversa a sinistra, inizialmente in leggera discesa poi prosegue nella traversata in direzione SSE, in un rado bosco.
Si arriva quindi in aperto pascolo in vista della Casera Sona di Sopra (q. 1900 m). Meglio raggiungere questo alpe, per avere una più ampia visuale sul posizionamento della vetta e dell’itinerario da seguire (vedi prima immagine di dettaglio). Il primo obiettivo è l’anticima S del Foppone e la si può raggiungere principalmente con questi 2 itinerari:
Itinerario 1
Si prosegue nella risalita del pascolo in direzione S per un centinaio di metri di dislivello o poco più, fino ad individuare, sulla destra, dei segnavia, che utilizzando una cengia erbosa permettono di aggirare un ripido costone. Si arriva in questo modo sotto il versante E dell’anticima S. Si continua a seguire i segnavia che, verso destra, sempre per mezzo di una cengia erbosa, conducono sulla cresta E dell’anticima. A questo punto si tralasciano i segnavia e si risale senza difficoltà tale cresta, utilizzando una labile traccia che si mantiene a destra del filo. Si arriva quindi sull’anticima S (cima sci alpinistica). Conviene traversare verso la vetta rimanendo alcuni metri sotto la successiva cresta pianeggiante. Giunti sotto la cupola sommitale, si risale un ripido e ben evidente canaletto erboso, posizionato pochi metri a destra del filo della cresta S, per una decina di metri o poco più. Poi si traversa a destra una breve cengia erbosa. Infine si risale, verso sinistra, una stretta rampa erbosa che in breve conduce agli ultimi metri della cresta S che qui è facile e si arriva in vetta.
Itinerario 2
Dall’alpe della Casera Sona di Sopra si sale verso la conca posizionata ad E dell’anticima S, senza percorso obbligato, cercando di evitare il più possibile gli alti cespugli del pascolo, fino a raggiungere a piacimento la cresta E dell’anticima. Si prosegue poi come per l’itinerario 1.

Come per la salita.

La Casera Sona di Sopra e i 2 itinerari d’ascesa

Panorama di vetta, verso SW

In discesa dalla vetta, all’inizio del tratto ripido!