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Corona di Redorta - 2804 m

Via Normale Corona di Redorta
In giallo il canale, dal “pianoro per pacifiche meditazioni”


Regione: Estero Estero
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Verzasca
Punto di partenza: Sonogno (q. 918 m)
Versante di salita: SE-SSW
Dislivello di salita: 1900 m - Totale: 3800 m
Tempo di salita: 6,15 h - Totale: 12,00 h
Difficoltà: EE - A - II - F+
Periodo consigliato: dai primi di luglio a metà ottobre
Punti di appoggio: Nessuno
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia e roccette, passaggi su roccia
Libro di vetta: si
Cartografia: CARTA NAZIONALE DELLA SVIZZERA N. 1272 – Pizzo Campo Tencia 1:25000
Autore: Piero V
Data della salita: 12/07/2020
Data pubblicazione: 17/07/2020
N° di visualizzazioni: 2741


Introduzione:

Bellissima vetta da ovunque la si osservi, la seconda per altezza della Val Verzasca, dopo il Pizzo Barone. Possiede un fascino particolare che cattura fin dal primo sguardo e allora il desiderio di salirla fino al suo vertice è irrinunciabile. La Corona di Redòrta esula dal contesto delle maggiori vette della Val Verzasca, contrariamente a queste: non ha un itinerario segnalato fino in cima, non ha nemmeno un sentiero di avvicinamento, ma solo una labile traccia, non ha punti di appoggio, inoltre per raggiungerla occorre una lunga e faticosa salita dal fondovalle con un notevole dislivello da superare. Ma tutto è ampiamente ricompensato dalla soddisfazione di aver raggiunto una vetta ambita, discretamente impegnativa e dallo straordinario panorama. Se si ha la fortuna di trovare una giornata tersa, ci si potrebbe passare un’intera mattinata sulla cima ad ammirare le vette, specie quelle all’orizzonte vicino e le vallate sottostanti, ma la discesa è lunga e non concede troppe divagazioni.
Le difficoltà tecniche della salita, seppure relative (un breve tratto di II° poi I°), sono concentrate nella parte media-superiore del canale, alto poco più di 100 metri, che permette di accedere dapprima alla corona (cengia) che fascia in versante SE e poi alla cresta SSW. Quest’ultima è facile (I°), le maggiori asperità si possono aggirare senza particolare esposizione.
La corda e il casco potrebbero essere utili nel canale.
L’itinerario è ben segnalato fino all’Alpe della Redòrta (q. 1714 m), poi traccia fino al “pianoro per pacifiche meditazioni”, così definito da Giuseppe Brenna il ripiano che si trova poco a N della (q. 2269 m). Alcuni sbiaditi bolli rossi nel canale ci rassicurano di essere sulla via esatta e qualche ometto di pietre ci guida lungo la cresta SSW.


Accesso:

Dall’autostrada Como - Chiasso – San Gottardo si esce allo svincolo di Bellinzona Sud, dove si imbocca la strada cantonale per Locarno. Si prosegue per un lungo tratto seguendo sempre le indicazioni per Locarno e si arriva alla grande rotonda presente nei pressi dell’aeroporto di Magadino. Qui si prende la prima uscita per Gordola e Valle Verzasca e giunti a Gordola si prende la deviazione che sale nella valle. Si oltrepassa Vogorno, Lavertezzo, Brione Verzasca, Gerra Verzasca, Frasco ed infine si arriva all’ultimo paese della valle, Sonogno. All’entrata dell’abitato c’è un cartello di divieto di transito e sulla destra, un grande parcheggio a pagamento, (10 frs per un giorno più 4 frs per ogni giorno successivo, portare i frs in moneta perché non vengono accettate le banconote. È anche possibile acquistare presso qualche chiosco o esercizio pubblico della valle la parking card agli stessi prezzi). L’accesso con auto sulla strada dapprima asfaltata e poi sterrata della Val Redorta che termina a Corte, non è consentito. Se si pernotta al Ristorante Alpino di Sonogno (costo frs 45.00) è possibile lasciare gratuitamente l’auto nel parcheggio privato del ristorante.


Descrizione della salita:

A Sonogno si imbocca a piedi la Strada de Redorta che passa davanti alla bella chiesa, poi svolta a destra ed inizia a risalire la Val Redòrta. Ad un primo bivio con una strada che ricondurrebbe in paese, si prosegue a sinistra. Si oltrepassano le località di Püscìd, Froda, Faièd, Fracèd ed infine Corte, dove termina la strada. Si segue ora il sentiero con segnavia bianchi-rossi-bianchi che dopo un paio di svolte supera in rapida successione due torrenti sopra altrettanti ponticelli. Si prosegue in parte nel rado bosco e in parte all’aperto, sempre in direzione W, fino al nucleo consistente di baite di Püscen Negro (q. 1343 m).
Il sentiero volge in direzione NW, si attraversa il torrente sopra un ponte e si sale per aperto pascolo, poi lungo un dosso delimitato da due torrenti. Più avanti si svolta a destra e si arriva all’Alpe della Redòrta (q. 1714 m), sovrastato da un’alta parete rocciosa. Qui si abbandonano i segnavia che condurrebbero alla Forcarella di Redòrta e si sale, inizialmente senza traccia, sul dosso erboso a destra dell’alpe. La traccia non segnalata ma sempre abbastanza evidente che ci guiderà in direzione NNE poi NW fino al pianoro per pacifiche meditazioni, non è subito individuabile. Bisogna salire per un centinaio di metri, fino all’estrema destra della parete rocciosa che sovrasta l’alpe.
Esattamente dove termina la parete appare ben evidente la traccia. Bisogna fare un po’ di attenzione per riuscire ad individuarla e poi a non perderla, altrimenti la risalita di questi alti pendii erbosi e cespugliosi risulterà assai poco agevole. Ad ogni modo, dopo averla raggiunta, la traccia traversa quasi subito a sinistra, sopra la parete rocciosa, poi volge a destra e sale per ripidi prati, supera una bassa fascia rocciosa e prosegue al disopra ancora per pendii erbosi e cespugliosi. Quindi sale in obliquo a destra, attraversa il torrente e risale con diverse svolte l’evidente pendio erboso che conduce ad W della (q. 2238 m), dove ci si ricollega alla traccia che proviene da Cortesell e Starlarisc.
Si prosegue ora in direzione NW e si approda al pianoro sopra citato (vedi immagine principale) situato poco a N della (q. 2269 m). Dopo aver individuato il canale che permette di accedere alla corona e poi alla cresta SSW e che si trova esattamente sotto la verticale della massima depressione tra la spalla SSW e la vetta, si risale un pendio detritico e si entra nel canale, umido e che diventa sempre più ripido e stretto. Un bollo rosso sbiadito sulle rocce di destra all’inizio del canale ci rassicura di trovarci in quello giusto. Si inizia a risalirlo prestando le dovute attenzioni alle rocce instabili e senza particolari difficoltà.
Poi, nel tratto medio-superiore il canale si biforca, se si prosegue a sinistra, una ventina di metri sopra bisogna superare un gradino roccioso di 3 o 4 metri che presenta un impegnativo passaggio di III°. Si può allora retrocedere e appena possibile obliquare sulla diramazione di destra. Questo traverso obliquo, l’entrata nella diramazione di destra e il successivo breve risalto roccioso, rappresentano il tratto più esposto ed impegnativo (II°) dell’intera ascesa. Poi si prosegue sempre su terreno ripido ma più facile e si sbuca sul pianoro superiore (la corona da cui prende il nome la vetta). Con percorso evidente si sale alla massima depressione tra la spalla e la vetta.
Poi si segue la cresta SSW che da qui in avanti è facile, si aggirano alcuni risalti a destra o sinistra e si prosegue senza particolari difficoltà fino a raggiungere la vetta.


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Ulteriori informazioni o immagini di questa o di altre ascensioni da me effettuate e presenti su vie normali.it, possono essermi richieste all’indirizzo email: vardinellipiero@gmail.com


Revisione:
relazione rivista e corretta il 03/08/2020 dalla redazione di VieNormali.it
© VieNormali.it

Via Normale Corona di Redorta - Sulla facile (I°) cresta SSW

Sulla facile (I°) cresta SSW

Via Normale Corona di Redorta - Panorama di vetta, verso N
Panorama di vetta, verso N

Via Normale Corona di Redorta - In discesa, nel tratto più impegnativo ed esposto del canale
In discesa, nel tratto più impegnativo ed esposto del canale
www.vienormali.it - info@vienormali.it - Ultimo aggiornamento: 05/05/2024
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