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La dorsale montuosa che dal Resegone di Lecco si stacca verso S, va a formare una serie di elevazioni minori, tra le quali la Corna Camozzera. Contrariamente al più rinomato vicino la Corna non è molto frequentata, anche per la minore altezza. Tuttavia l’ascesa è sicuramente varia, dispensa interessanti panorami in particolare sul Resegone stesso ed offre anche un discreto interesse storico, sia per la presenza di vecchie miniere di Galena (solfuro di piombo) che si trovano a metà strada tra il Rifugio Alpinisti Monzesi e il valico La Passata e che si possono in parte visitare, sia per l’esistenza di tracce di un confine tra Stato di Milano e Stato Veneto. In particolare, al valico precitato esiste ancora un cippo di confine ben conservato. Interessante anche quanto viene riportato su di un cartello esposto in località Gnet, che riassume un po’ la storia. Esso riporta che gli scontri proseguirono tra i due stati per oltre tre secoli a partire dal 1426, ma non vi erano solo contese armate o diplomatiche, ma anche tra montanari a causa di sconfinamenti per il taglio di legna o di erba e per motivi di caccia.
Dal punto di vista escursionistico, l’ascesa alla vetta dal valico la Passata, si svolge lungo la boschiva dorsale N, percorsa da un sentierino ben segnalato che non comporta particolari difficoltà.
Da Lecco si raggiunge Calolziocorte e da qui si sale ad Erve. Giunti all’inizio paese, si continua lungo la strada quasi rettilinea che costeggia sempre a destra il torrente Gallavesa, per circa 2 km. Nell’ultimo tratto la strada assume il nome di Via Resegone e termina presso una rotonda sterrata. Si parcheggia poco prima della rotonda.
Dalla rotonda, seguendo le indicazioni dei cartelli che riportano tra l’altro: antiche miniere e La Passata h 2.00, si imbocca la stradina sterrata che attraversa il torrente sopra un ponticello in cemento e sale con moderata pendenza sulla destra orografica della Valle della Gallavessa. Dopo circa un quarto d’ora di cammino si arriva in località Gnétt (q. 663 m), dove c’è un bivio. Si può prendere subito a destra, guadando il torrente, oppure si può proseguire a sinistra e dopo poche decine di metri attraversarlo sopra un ponticello. In ogni caso si continua ora a destra (salendo) del torrente, ma poi lo si riattraversa quasi subito di nuovo e la pista si trasforma in sentiero.
Poco più avanti, sempre in località Gnétt, si seguono le indicazioni di un cartello per: Sentiero Prà di Ratt e Rif. Alpinisti Monzesi h 1.10. Sul cartello è riportata anche la scritta – impegnativo- invero non c’è assolutamente nulla di difficoltoso, in un tratto il sentiero è solamente un po’ ripido, null’altro. Si sale quindi ora a sinistra del torrente, nel bosco e dopo un centinaio di metri, ad un bivio, si prende a sinistra, seguendo le indicazioni per Sentiero Pra di Rat, tralasciando a destra il Sentiero San Carlo. Inizia qui una ripida salita nel bosco, con diverse tracce che poi si ricongiungono.
Più in alto, in alcuni tratti il sentiero diventa incassato a mò di trincea, si passa in una strettoia tra rocce e si arriva ad una specie di sella erbosa, da dove si può ammirare il bel versante meridionale del Resegone e, sulla destra, la nostra meta finale, la Corna Camozzera. La pendenza diventa ora meno marcata e si prosegue lungo il sentiero con la traccia sempre ben evidente, a mezzacosta e per un lungo tratto. Giunti ad un bivio si tiene a sinistra e poco più in alto si arriva al Rifugio Alpinisti Monzesi (q. 1173 m). A destra (est) del rifugio c’è un cartello con il segnavia 575 che indica La Passata h 0.40, si imbocca quindi questo sentiero, inizialmente in discesa.
Si prosegue poi traversando nel bosco in direzione SE e giunti ad un bivio si prende a sinistra. Il sentiero prosegue con moderata pendenza e conduce dapprima alle antiche miniere di Galena e più avanti al valico La Passata (q. 1244 m). Da qui si segue il sentiero con il segnavia 588 che risale la larga dorsale boschiva N della Corna Camozzera. Dopo un tratto iniziale a sinistra del filo di cresta, si scavalca la dorsale attraverso una strettoia tra due rocce. Poi si prosegue sempre lungo il sentierino segnalato che si mantiene lungo la dorsale, risalendo anche qualche saltello roccioso e senza particolari difficoltà si arriva in vetta.
Si offrono 2 possibilità:
Come per la salita.
Concatenando il Monte Ocone, vedi relazione: Monte Ocone (traversata).