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Generalmente il Pizzo di Gino viene raggiunto dal versante meridionale, dalla Val Cavargna, ma non è raro che venga salito anche da quello settentrionale, sebbene lo sviluppo da percorrere sia maggiore. Da questo versante la via normale si svolge lungo la cresta N e non presenta particolari difficoltà (EE). Dalla Bocchetta di Sengio (o Senavecchia), che si trova alla base della cresta, è comunque possibile traversare facilmente su sentiero l´intero versante W della montagna e raggiungere il versante e la cresta SW, dove si svolge la via normale dalla Val Cavargna (E+/EE-).
Da Dongo si segue la strada per Garzeno. All´entrata di questo paese la strada compie due tornanti, esattamente sul secondo si imbocca la carrozzabile per Il Giovo e Passo S. Iorio. La prima parte è asfaltata, la seconda sterrata e un po´ disagevole, ma percorribile con attenzione anche dalle normali automobili. Al termine si arriva al rifugio Il Giovo, dove si parcheggia al lato della strada. Da Grazeno al rifugio prevedere circa 45/50 minuti con un veicolo normale.
Dal rifugio Il Giovo si percorre per un breve tratto la stradina sterrata, fino ad un trivio, dove si prende a sinistra. Ci si immette così sulla mulattiera per Sommafiume che traversa a lungo a mezzacosta, inizialmente in direzione W, poi SW. Si oltrepassa dall´Alpe Albano e, pochi metri prima del torrente della valle, si presenta un bivio ben segnalato da cartelli. Tralasciando le indicazioni verso destra, si prende verso sinistra. Dopo aver guadato il torrente in breve si raggiunge il Rifugio di Sommafiume. Si riprende a salire nelle vicinanze di una piccola costruzione, sulla destra del rifugio. In questo tratto di pascolo i segnali sono scarsi e bisogna prestare un poco di attenzione. Bisogna poi effettuare un traverso ascendente sulla sinistra, dove i segnali ritornano ora ad essere numerosi e ben visibili. Si sale nel pascolo ricoperto da cespugli, poi a mezzacosta e in direzione SE, fino a giungere alla Bocchetta di Sengio o di Senavecchia (q. 2010 m). Da questo valico si aggira a destra la (q. 2113 m) sulla cresta N del Pizzo di Gino, seguendo una traccia ben evidente, che traversa ripidi prati ricoperti da pietraie e placchette rocciose (vedi immagine principale). Giunti di nuovo in cresta, si prosegue senza particolari difficoltà fino all´impennata degli ultimi cento metri. Questi vengono superati un poco a destra del filo, sfruttando canaletti e risalti in parte erbosi, in parte rocciosi, ma anche qui senza difficoltà, fino a raggiungere la vetta.
Come per la salita.
I due rifugi del Giovo e di Sommafiume sono incustoditi e chiusi e sono gestiti dalla sezione del CAI di Dongo.