L´accesso alla cima avviene passando dalla valle su cui sono ubicate le Miniere di Monteneve. Nel 1237 si fece luce per la prima volta sull´attività mineraria a Monteneve che non vanta solo il primato di miniera più alta d´Europa , ma anche quello di principale sito per le estrazioni di zinco e piombo del vecchio Tirolo. Escursioni sotterranee permettono ai visitatori di percorrere ancora oggi alcuni tratti degli oltre 150 km di gallerie e pozzi. Il villaggio minerario di S. Martino di Monteneve è costituito dal grande Rifugio, dalla chiesetta dei minatori Madonna della Neve (Maria Schnee) e da altri edifici. Vicino al Rifugio si trova il locale espositivo del Museo Provinciale delle Miniere, che racconta degli 800 anni di attività estrattiva in questi luoghi.
Da Merano, direzione Val Passiria, si oltrepassa il paese di Moos in Passeier/Moso in Passiria e si prosegue in direzione del Timmelsjoch /Passo del Rombo. Si parcheggia la macchina poco prima del ponte sul tornante.
Seguiamo verso est il sentiero n°29 (Tiroler Hoehenwew) inoltrandoci in un bellissimo bosco di larici fino ad arrivare al limite del bosco. Ora la valle si allarga ed in breve con comoda pendenza, arriviamo al rifugio Monteneve (q. 2355 m). Siamo accompagnati alla nostra sinistra dalla catena montuosa Schneeberger Weissen (dalle caratteristiche rocce bianche come la neve). Continuiamo ora per ampi prati nella valle che ci condurrà su terreno moderatamente ripido, fino al grazioso Kleine Schwarzsee (q. 2626 m); voltandoci durante la salita possiamo ammirare San Martino di Monteneve in tutto il suo splendore. Seguiamo le indicazioni a sinistra e saliamo con numerose svolte, su terreno roccioso raggiungendo la Schwarzsee Scharte (q. 2812 m), valico verso la Timmelstal /Valle del Tumulo). Da qui un bellissimo panorama si apre verso il basso, sui resti delle Miniere sotto le possenti e bianche rocce del Schneeberger (q. 2961 m) e Guertelspitze /Croda della Cintola (q. 2858 m). Dalla forcella, andiamo a destra seguendo la cresta, e senza sentiero puntiamo alla base di un ripido e insicuro ghiaione: in presenza di neve e se forniti di ramponi,risulta più comodo procedere su nevaio. Arriviamo in breve ad una piccola forcella e quindi con attenzione sulla cima da cui possiamo ammirare a nord il nero triangolo del Capro/Boetzer (q. 3251 m).
Come per la salita.
Bellissima salita in ambiente ricco di torrentelli e piccoli specchi d´acqua, contornato da maestose cime. I tempi di percorrenza sono considerati senza soste.
