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Pizzo di Presio - 2392 m

Via Normale Pizzo di Presio
Sulla cresta NE del Pizzo di Presio


Regione: Lombardia Sondrio
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie
Punto di partenza: Sovalzo (q. 845 m)
Versante di salita: NE
Dislivello di salita: 1550 m - Totale: 3100 m
Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 8,00 h
Difficoltà: EEF
Periodo consigliato: estate
Punti di appoggio: Nessuno
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia non segnata
Libro di vetta: no
Cartografia: KOMPASS N. 105 - Lecco Valle Brembana 1:50000
Autore: Piero Vardinelli
Data della salita: 19/06/2015
Data pubblicazione: 28/06/2015
N° di visualizzazioni: 4947


Introduzione:

Percorrendo la S.S. 38 nei pressi dell’abitato di San Pietro Berbenno, se si volge lo sguardo verso S apparirà la rocciosa parete N del Pizzo di Presio, uno dei più bei spettacoli offerti dalle Orobie di questo settore. La montagna occupa una posizione decentrata verso settentrione e a ridosso della Valtellina che lo rende un balcone panoramico eccezionale, per nulla disturbato dalla presenza, verso S, dei più elevati Pizzo Gerlo e Monte Seleron. Anzi, su queste due montagne offre una stupenda visione dei poco conosciuti versanti settentrionali.
L’itinerario proposto, molto vario e interessante, è un po’ lungo e richiede quindi un discreto allenamento, ma è facile (EE/F). La cresta NE, dove si svolge l’ultima parte della salita, sul versante settentrionale precipita con un’alta parete rocciosa, mentre sul versante E è ripida ma in prevalenza erbosa e non pone problemi particolari. Un poco di attenzione lo richiede l’impervio sentierino che dalla Casera di Bernasca traversa in obliquo il ripido versante E della montagna e permette di raggiungere la cresta.


Accesso:

A San Pietro Berbenno si abbandona la S.S. 38 e si seguono le indicazioni per Colorina. Alla rotonda che precede l’entrata in paese si imbocca la strada rettilinea che conduce a destra del campanile e della chiesa, ben visibili dalla rotonda. Superata quindi la chiesa, si svolta quasi subito a sinistra, in breve si raggiungono le case più in alto del paese e ad un bivio, dove le case sono presenti solo sul lato di destra, prendiamo a sinistra, in aperta campagna. La strada sale alla chiesetta della Madonnina (q. 413 m) e poi prosegue con alcuni tornanti in rapida successione, quindi traversa in direzione E, giungendo in prossimità della Casa Gavazzi.
Si devono ora superare una serie di tornanti, ben riprodotti sulla carta della Kompass, ma bisogna concentrarsi solo su quelli destrorsi. Sul primo e secondo si tralasciano le rispettive sterrate che si staccano sulla sinistra (condurrebbero alle località Pendulo e Cantone). Mentre al terzo tornante destrorso si abbandona la stradina asfaltata e si svolta a sinistra, imboccando una sterrata percorribile con un poco di attenzione anche da un normale veicolo. Essa traversa quasi pianeggiante in direzione E per circa 2 km e dopo 2 tornanti conduce alla località di Sovalzo (q. 845 m), dove c’è un bello spiazzo per parcheggiare, una bacheca del Parco delle Orobie Valtellinesi e un cartello che indica la località e i due sentieri che vi dipartono. L’accesso su questa stradina è consentito previo acquisto del permesso, ma è difficile sapere a chi rivolgersi il mattino presto.


Descrizione della salita:

Dal parcheggio, seguendo le indicazioni del cartello con segnavia 222 che riporta Rifugio Bernasca h 4.00 – Cogola h 4.40 – Le Tecce h 5.50, s’imbocca il largo e suggestivo sentiero che si stacca sulla sinistra. Esso si addentra subito nel bosco e traversa a lungo il ripido fianco della montagna, con moderata pendenza. In diversi tratti è scavato nella roccia ma è abbastanza largo e protetto da funi metalliche. Giunti quasi al termine di questo traverso ascendente si passa sotto una caratteristica cascata e poco più avanti si arriva alla diroccata Baita Caprile (q. 1154 m).
Ci attendono ora circa 600 metri di dislivello da superare lungo un dosso boschivo compreso tra due valloni, con una serie di tornanti che sembrano non finire mai. La prima parte di questo percorso si svolge in una zona di taglio alberi, la seconda nel bosco. Si supera la piccola radura di Baita La Piana (q. 1664 m) e si prosegue ancora con alcune svolte, fino a quando il sentiero inizia un traverso a sinistra, in leggera discesa e ormai fuori dal bosco. In direzione S appare ora la larga sagoma del Monte Seleron e al centro, la bella piramide del Pizzo Gerlo, mentre all’estrema destra c’è la nostra meta, il Pizzo di Presio.
Sotto la verticale del Pizzo Gerlo, nel pascolo, si potranno notare le diverse baite e stalle che dovremo raggiungere, prima di arrivare alla Casera di Bernasca. Lungo questo traverso si oltrepassano alcuni corsi d’acqua, poi il sentiero riprende a salire e si arriva ad una prima baita. La traccia ora si perde nella vegetazione e i segnali sono scarsi, ma si sale lungo il pascolo senza problemi e poco sopra c’è il Baitone (q. 1890 m). Ancora uno strappo lungo il pascolo e ci attende l’ometto in pietre dietro cui sorge la Casera di Bernasca (q. 1965 m).
Da questo alpeggio, se si osserva la nostra montagna, si potrà notare il sentierino che traversa in obliquo l’intero versante E e termina in prossimità di una gobba sulla cresta NE. Dalla Casera Bernasca, su labili tracce, si sale quindi in obliquo versa destra, puntando ad una zona franosa che si trova all’inizio del traverso (questa zona franosa è riportata nella 1a immagine di dettaglio, poco a destra del tetto della Casera Bernasca, dove manca la linea rossa).
Nella prima parte il sentiero sfrutta una cengia ed in alcuni punti è un poco esposto ma facile. Nella seconda parte, dopo un corso d’acqua, bisogna superare un paio di brevi saltelli di roccia, ma anche qui senza problemi. Poi la traccia sale di traverso lungo i prati, nemmeno tanto ripidi e si approssima alla cresta. Abbiamo ora due possibilità.
La prima è di seguire integralmente il sentiero che aggira a destra la gobba e termina sulla cresta, poi si scavalca l’aerea gobba (il punto in cui è stata ripresa l’immagine principale) e si prosegue lungo la cresta. La seconda possibilità è di abbandonare il sentiero prima che aggiri a destra la gobba e salire facilmente lungo i prati, fino in cresta.
In ogni caso, utilizzando poi una traccia che sale poco a sinistra del filo della ripida cresta, si raggiunge la vetta senza particolari difficoltà.


Discesa:

Come per la salita.


Revisione:
relazione rivista e corretta il 28/06/2015 dalla redazione di VieNormali.it
© VieNormali.it

Via Normale Pizzo di Presio - L’itinerario, dalla Casera di Bernasca (q. 1965 m)

L’itinerario, dalla Casera di Bernasca (q. 1965 m)

Via Normale Pizzo di Presio - Panorama di vetta, verso NW
Panorama di vetta, verso NW

Via Normale Pizzo di Presio - In discesa, sull’impervio sentiero che traversa il versante E del P. di Presio
In discesa, sull’impervio sentiero che traversa il versante E del P. di Presio
www.vienormali.it - info@vienormali.it - Ultimo aggiornamento: 29/04/2024
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