Bella via che si sviluppa sul lato destro della grande parete sud di Cima dŽAsta, aperta nel 1983 da Franco Melchiori e Fabio Ognibeni che lŽhanno dedicata a Lino Vesco ed Egidio Battisti precipitati dalla Torre Cavinato nello stesso anno. LŽitinerario si sviluppa su di un ottimo granito frastagliato e fessurato, unico esempio di granito nellŽambito delle Dolomiti. La via è attrezzata con molta parsimonia lungo i tiri mentre sono presenti 2 spit nuovi con anello di calata alle soste.
A Malga Sorgazza si perviene con automezzo a partire da Castello Tesino, a sua volta raggiungibile dalla Val Sugana. Dalla malga si procede a piedi lungo la strada che si inoltra verso il fondo valle per circa 1,00 fino alla stazione della teleferica del rifugio Brentari. Da qui inizia il sentiero, dapprima nel bosco, poi in ripidi tornanti sul lato destro della valle (orog.) fino sotto lŽultimo declivio prima del rifugio. Da qui due possibilità:
a) seguire il sentiero dei Lastè del Brentari che sŽinerpica seguendo il torrente e superando alcuni lastroni di granito levigati ma appoggiati e senza difficoltà (più conveniente in salita, molto scivoloso se bagnato);
b) seguire verso destra il sentiero classico che dopo aver attraversato il torrente svolta a sinistra e si ricongiunge al sentiero dei Lastè.
Da questo punto, in pochi minuti lungo altri lastroni si guadagna il rifugio "Ottone Brentari" a Cima dŽAsta (2480 m, ore 2,30-2,45 dalla teleferica).
Dal rif. imboccare il sentiero normale per Cima dŽAsta ma abbandonarlo verso sinistra al primo grande dosso roccioso a picco sul lago sottostante ed attraversare lungamente verso la parete. LŽattacco è sotto la "Testa del Drago" lŽultimo grande torrione sulla destra della parete che presenta grandi strapiombi rossi a metà altezza ed è tagliato alla base da una cengia erbosa (scritta LE in rosso alla base).
Per tiri di corda:
1L salire il diedro frastagliato sopra la scritta fino al suo termine ed uscire poi a sinistra su un ben visibile terrazzino erboso su cui si sosta (40 m, III).
2L si sale verso sinistra in un diedrino con scaglia e si guadagna un secondo diedro erboso che si supera (1ch. ed 1 spit) fino al suo termine e sostando sulla sinistra (40 m, III+).
3L si sale verso sinistra per un diedrino e se ne esce a sinistra (ch.) per placche erbose fino a raggiungere la sosta sotto un diedro-camino strapiombante (30 m, III+).
4L superare il diedro-camino sovrastante dalle pareti levigate, faticoso, ed uscire su un pendio di rocce rotte che conduce alla sosta sulla destra, sopra un gradino levigato (35 m, IV il camino poi III).
5L dalla sosta salire verso sinistra nel successivo diedro-camino con un passaggio assai faticoso allŽuscita (ch.), poi si segue una fessura a sinistra del camino principale con un piccolo strapiombo (attenzione ad alcune scaglie mobili) che si segue fino alla sosta sotto un pilastrino (30 m, IV+ il primo camino, poi IV).
6L superare il pilastrino e proseguire per placche fino allŽuscita sulla cresta (30 m, II, sosta da attrezzare su spuntoni).
Per raggiungere la vetta di Cima dŽAsta bisogna scendere per grandi blocchi verso sinistra fino a raggiungere la traccia segnata della via normale e salire poi un pendio di ghiaia e grandi blocchi (0,45 h dallŽuscita).
DallŽuscita, o dalla cima se la si è raggiunta, seguire il sentiero tracciato a segnavia bianchi e rossi che conduce ad un tratto attrezzato di 80 m lungo grossi blocchi fino alla Forzeleta (2680 m), poi per buon sentiero si scende lungo il pendio a dossi rocciosi fino a tornare al Rifugio Brentari. Poi si segue il sentiero di salita.
Bella via su roccia solida e frastagliata. Nella parte alta poche scaglie mobili richiedono attenzione. Protezioni veloci (friends e cordini) assolutamente indispensabili. Dopo una forte pioggia la via rimane bagnata specie nei primi 2 tiri ed è molto scivolosa.