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Torre Lavina - 3308 m

Via Normale Torre Lavina
La piramide della Torre Lavina


Regione: Val Aosta Aosta
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Graie - Gruppo Berio Blanc
Punto di partenza: Alpeggio Broillot (q. 2396 m) Valle di Cogne
Versante di salita: vari
Dislivello di salita: 1212 m - Totale: 2424 m
Tempo di salita: 6,00 h - Totale: 11,00 h
Difficoltà: EE - AR - II - F+
Periodo consigliato: luglio - settembre
Punti di appoggio: Biv. Pier M. Davito (q. 2360 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia e roccette, passaggi su roccia
Libro di vetta: si

Autore: Lodovico Marchisio
Data della salita: 30/08/2005
Data pubblicazione: 05/06/2014
N° di visualizzazioni: 10280


Introduzione:

Non è facile definire quale sia la vera via normale di salita alla Torre Lavina (o Torrre di Lavina). Questo anche perché l´itinerario forse più seguito dai pochi che ancora si cimentano su tale cima parte da Campiglia Soana o da Forzo, con pernottamento (per chi partiva da Campiglia) alla baita Giardino del Rancio (q. 2152 m) ove occorre un sacco a pelo perché è un pernottamento di fortuna, o (per chi partiva da Forzo) al Biv. Pier M. Davito (q. 2360 m). Il compianto Giulio Berutto, aveva iniziato un lavoro prezioso di riscoperta di molte montagne classiche redigendo alcune guide alpinistiche pubblicate dall´Istituto Geografico Centrale di Torino. Purtroppo restano vani altri tentativi analoghi mirati a soddisfare le esigenze d´alpinisti che aspirano a salire, per le vecchie vie normali, vette importanti ma meno conosciute, distolti e scoraggiati da lunghissimi avvicinamenti (come nel nostro caso) e disorientati (per i meno allenati) dalle sommarie e frammentarie notizie che incombono su queste cime. Non è solo il tentativo di soddisfare tale esigenza che ci ha spinti nel vallone dell´Urtier sopra Lillaz di Cogne, bensì la volontà di rintracciare totalmente un percorso e, come i vecchi pionieri, essere in grado di segnalarlo poi a chi ne vuole fare uso. Per fare ciò abbiamo richiesto il permesso al Comune di Cogne di percorrere in via eccezionale con un´unica auto 4x4, il Vallone dell´Urtier sopra Lillaz (Cogne) e raggiungere così nella stessa giornata la cima della Torre Lavina. L´obbiettivo era ridare giusta eco alla sua via normale, seguita ormai solo più in discesa e quindi difficile da reperire. Occorre comunque rimarcare che le Guide Alpine (in questo contesto di Cogne) sono sempre e comunque le persone più valide per effettuare ascensioni a vette identificate nei libri attuali come non banali; questo anche perché disponendo le guide di permesso d´accesso al luogo da dove noi siamo partiti, consentono al gruppo da loro accompagnato di effettuare l´ascensione in giornata di tante cime simili alla nostra Torre Lavina dalla sua cresta NNE (con un solo passo obbligato di III grado), oppure, anche dal Vallone di Bardoney per raggiungere la medesima vetta attraverso questa più difficile cresta (III-/IV).


Accesso:

Aosta, Cogne, Lillaz, (a 500 m sbarra). Per andare oltre in auto occorre richiedere il permesso tempo prima al Comando di Polizia perché ci vuole un visto in carta da bollo particolare di circolazione che viene accordato valutando caso per caso (tel. 0165/753832 – 329/7509351) per il Vallone dell´Urtier; deviazione a destra (verso di salita) all´Alpe Tsavanis fino all´Alpeggio Broillot.


Descrizione della salita:

Dall´Alpeggio di Broillot (2396 m) scendere lungo il torrente, attraversare il ponte e percorrere il sentiero ben mantenuto (identificato con il numero 2) che partendo da Lillaz collega il Vallone dell´Urtier con la Valle di Champorcher. Dopo aver percorso circa 30 min dal luogo di partenza, deviare per la comoda mulattiera identificata con il numero 11 (attualmente contrassegnato in parte anche con il n.13/D) che sale sino al Colle dell´Acque Rosse. Ivi è numerosa la presenza di camosci, stambecchi, marmotte, etc, visibili per la severità del luogo e per la sua poca frequentazione, che, egoisticamente, sovente si desidererebbe rimanesse tale. L´accesso al colle nella sua parte terminale (2,30/3 h dall´Alpeggio di Broillot), è reso disagevole dalla presenza di grandi blocchi conseguenti a vecchie frane. Da qui si raggiunge la facile (III grado massimo) ma esposta cresta NNE della Cima Nord (3274 m) che in ore 3 h circa, superando un dislivello di 400 m, sale a tale cima; ma non è questo il nostro obbiettivo primario. Si rimarca che su diverse guide sono riportati tempi di percorrenza (per raggiungere tale cresta) errati rispetto alla realtà. Identificare una via che consentisse di raggiungere più facilmente la vetta era invece l´obbiettivo primario della nostra escursione. Questo perché, alcune tracce presenti, oltre a condurre gli alpinisti fuori dal percorso corretto, comportano il calpestio di inutili solchi che non conducono da nessuna parte, distruggendo il tappeto erboso che in un Parco Nazionale deve essere tutelato al massimo. Dal Colle (per cercare la fantomatica Via Normale) occorre tenersi a ridosso della traccia che si perde tra gli enormi blocchi e sfasciumi della zona che occorre attraversare quasi orizzontalmente (perdendo meno quota possibile) in direzione del Colle della Cadrega o Bocchetta di Lavina (2756 m). Quando si può vedere in basso tale colle, è possibile scorgere alcune tracce rosse sbiadite dal decorso degli anni, che consentono di identificare un cammino che in salita raggiunge gli sfasciumi a ridosso della Torre di Lavina. Giunti sotto il corpo roccioso sorge nuovamente il problema di identificare il cammino per proseguire poiché, essendo le due cime non visibili dal basso, è quasi impossibile comprendere quale sia il colletto che porta al loro intaglio. Inoltre da lontano appare come una zona rocciosa impervia, franosa e non è quindi possibile individuare il passaggio chiave della salita. In effetti, è facile scambiare come canale meno impervio, l´intaglio di sinistra che invece termina più in alto tra balze rocciose di non facile percorribilità. Per individuare tale canale (oltre agli ometti da noi collocati) occorre prestare attenzione, sul lato destro, ad un intaglio rossastro più marcato. Percorrendo tale canale, che assomiglia maggiormente ad un diedro sfasato, ci si approssima facilmente (se non vi è ghiaccio) al fatidico intaglio o colletto tra le due cime (3245 m); 1,30 h dal Colle delle Acque Rosse. Se si evita di salire la divertente cresta (II, utile la corda), a sinistra balze rocciose frammentate da ciuffi d´erba (pericolosi ma non difficili e percorribili con attenzione, da chi non soffre di vertigini, anche senza corda) conducono in 20 min all´intaglio della vetta. Saliti quindi questi restanti 60 metri scarsi, si raggiunge la Cima Sud (la più elevata) sulla quale è posta una bella croce in ferro ed il libro di vetta (5 h circa dal punto di partenza.


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Durante la ricognizione mirata da noi effettuata, abbiamo ricostruito molti ometti in pietra per rendere più agevole l’identificazione del percorso lungo i macereti ed i blocchi di pietre. Il cammino dopo il Colle delle Acque Rosse, di difficile identificazione e percorrenza, attraversa tutta la falda detritica che accede al non visibile canale est, unica via facile (EE) per salire la Torre Lavina. L’Istituto Geografico Centrale, su nostra indicazione, riporterà sul prossimo aggiornamento della carta della zona, scala 1:25.000, il percorso da noi effettuato mediante un tracciato puntinato (cioè traccia difficile) di colore rosso.


Revisione:
relazione rivista e corretta il 12/06/2014 dalla redazione di VieNormali.it
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