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Monte l’Usciolo - 2146 m

Via Normale Monte l’Usciolo
L’itinerario del costone SE


Regione: Lombardia Como
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Catena Mesolcina
Punto di partenza: Strada per Campo Faido (q. 820 m)
Versante di salita: SE
Dislivello di salita: 1326 m - Totale: 2652 m
Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 5,30 h
Difficoltà: EE
Periodo consigliato: primavera - autunno
Punti di appoggio: nessuno
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia non segnata
Libro di vetta: no
Cartografia: CARTA NAZIONALE DELLA SVIZZERA N. 277 - Roveredo 1:50000 e KOMPASS N. 92 - Valchiavenna Val Bregaglia 1:50000
Autore: Piero Vardinelli
Data della salita: 13/04/2014
Data pubblicazione: 25/04/2014
N° di visualizzazioni: 6212


Introduzione:

Fa parte del Gruppo del Monte Durìa e sebbene sia una vetta minore, merita di essere visitato, sia per il bel panorama sulle montagne alla testata delle Valli di Darendo e di Ledü, sia sotto l’aspetto antropico.
Nella prima parte dell’itinerario, ad alcuni chilometri di distanza da Livo che è l’ultimo centro abitato, sono presenti diversi alpeggi che testimoniano la dura vita rurale a cui erano sottoposte le genti di questi luoghi. Ladosso e Sevione, con le case addossate le une alle altre, sono preceduti da bellissimi castagneti, essenziali in passato per il sostentamento nei periodi invernali. Più in alto e in aperto pascolo, troviamo le case sparse e diroccate di Bargo, dove c’è uno stato di abbandono quasi totale. Nelle brume mattutine questi ruderi si presentano quasi spettrali al visitatore occasionale, con i bellissimi tetti in pietra crollati sotto il loro peso e l’incuria. Nella vastità di questi prati cosparsi di grossi massi, immersi in un’atmosfera incantata, è come se aleggiasse un velo di nostalgia e un senso di ineluttabilità.
Dal punto di vista escursionistico è un itinerario che non presenta alcuna difficoltà, ma è riservato ad escursionisti esperti, dato che è completamente sprovvisto di segnali o cartelli.


Accesso:

A Gravedona si prende la strada per Peglio e Livo. All’entrata di quest’ultimo paese c’è un bivio. La strada che bisogna imboccare è quella a sinistra, con cartello indicatore per la chiesa di S. Giacomo e grotto Dangri. Prima però, bisogna pagare il pedaggio di € 1.00. La cassa automatica si trova sulla facciata del municipio, cinquanta metri più avanti, sulla strada che dal bivio si stacca sulla destra. All’uscita del paese, poche decine di metri dopo le ultime case, c’è di nuovo un bivio. Anche qui si prende a sinistra, tralasciando a destra la strada che conduce alla chiesa di S. Giacomo e al grotto Dangri. La stradina, molto stretta e impervia, ma asfaltata, traversa con moderata pendenza in direzione N, per circa 3 km. Alla (q. 820 m) di Campo Faido c’è un piccolo spiazzo dove arriva una teleferica e dove termina l’asfalto. Conviene parcheggiare qui. Oppure un centinaio di metri prima, dove c’è un altro piccolo spiazzo, sempre sulla destra.


Descrizione della salita:

Dal parcheggio si prosegue lungo la stradina sterrata che termina dopo un centinaio di metri, lasciando il posto ad un sentiero ben marcato. Percorrendolo quasi in piano, si arriva ad una passerella sopra un ruscello e ad alcune baite sparse. Tralasciando un sentiero che si stacca sulla sinistra per Faido, si prosegue a destra e poco dopo si attraversa il ponte sul torrente principale della Val Piana. Venti metri sopra il ponte c’è un bivio, si prende a destra. Dopo un centinaio di metri pianeggianti ci sono le baite di Ladosso (q. 878 m). Una buona traccia sale tra le case e poi prosegue sulla sinistra, in un bel bosco di castagni. Dopo alcune svolte si raggiunge Sevione (q. 978 m). Le carte non riportano esattamente i sentieri appena descritti, la CNS nemmeno la località di Ladosso, ma il percorso è ben evidente. Serpeggiando in mezzo alle baite raggruppate di Sevione si arriva ad una fontana, situata al limite superiore delle case, sulla destra. Il sentiero prosegue dietro la fontana, compie un primo traverso a destra, poi sale ripido verso sinistra e in breve si arriva ad una baita isolata, in un bosco rado di betulle. Si traversa ora a sinistra, in direzione di tre faggi secolari e in piano, dopo un’ottantina di metri, si raggiungono le case di Stabiel, senza nome sulle carte. Il sentiero prosegue con un’ascesa obliqua verso destra, ormai in aperto pascolo e sulla sommità pianeggiante del dosso ci attendono le baite diroccate di Bargo (q. 1228 m). Si sale ora lungo il pascolo, seguendo il sentiero delle pecore che ci condurrà quasi in vetta. Dopo aver superato Bargo e la succesiva località Dossi (q. 1305 m), inizia una salita un poco ripida. Il sentiero si mantiene a sinistra di un profondo e franoso avvallamento e talvolta sul margine dello stesso. Al termine dell’avvallamento la traccia traversa a destra. Conviene evitare questo traverso su terreno scivoloso che sembra possa essere inghiottito dalla voragine sottostante. Meglio traversare un poco più in alto, sui prati e si arriva ad una sella sul costone SE. Da questo punto è ben visibile la rocciosa anticima SE. Si prosegue lungo il costone e prima che il sentiero compia un traverso franoso a sinistra, si risale un pendio e si arriva in cresta, poco a sinistra dell’anticima precitata. Seguendo ora l’elementare cresta, si aggira a destra uno spuntone roccioso e poi si sale alla vetta, senza difficoltà.


Discesa:

Come per la salita.


Revisione:
relazione rivista e corretta il 28/04/2014 dalla redazione di VieNormali.it
© VieNormali.it

Via Normale Monte l’Usciolo - In località Bargo

In località Bargo

Via Normale Monte l’Usciolo - La vetta, dall’anticima SE
La vetta, dall’anticima SE

Via Normale Monte l’Usciolo - Panorama dalla vetta
Panorama dalla vetta
www.vienormali.it - info@vienormali.it - Ultimo aggiornamento: 03/05/2024
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