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L’Avlù - 3018 m

Via Normale L’Avlù
La via di salita dal Passo di Zube


Regione: Val Aosta Aosta
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Pennine - Gruppo Monte Rosa
Punto di partenza: Gressoney Staffal, arrivo Ovovia Gabiet, primo troncone (q. 2318 m)
Versante di salita: S
Dislivello di salita: 700 m - Totale: 1400 m
Tempo di salita: 2,30 h - Totale: 4,00 h
Difficoltà: EE - AR - III- AD-
Periodo consigliato: estate
Punti di appoggio: Rif. del Gabiet (q. 2375 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Senza traccia
Libro di vetta: si
Cartografia: IGC N. 109 1:25000 Monte Rosa, Alagna Valsesia, Macugnaga e Gressoney
Autore: Lodovico Marchisio
Data della salita: 09/09/2012
Data pubblicazione: 01/10/2012
N° di visualizzazioni: 5136


Introduzione:

Cima quotata senza un nome, da noi valorizzata e chiamata Avlù. Essa si trova tra il Corno Rosso e la Punta Straling, compresa tra il Passo Zube e il secondario Passo della Civera. Una scoperta di tal genere ci porta sulle prime ad assumere maggiori informazioni sul luogo con un grazie particolare al Vicesindaco di Gressoney Pietro Vincent che ci ha detto come tale cima sia stata di certo salita ma mai documentata. In seguito a questa sua cortese risposta l’abbiamo pertanto ascesa, documentandola il più possibile.


Accesso:

Dall´arrivo dell´ovovia del Gabiet (2318 m) si segue la pista che conduce al Col D´Olen e al Passo dei Salati.


Descrizione della salita:

In prossimità di un grosso ometto posto sulla destra di chi sale si vede ben evidente una valle laterale che si apre tra i contrafforti del Corno Rosso e la quota 2803 m che dividono in due tale vallata. In salita è meglio seguire il sentiero a monte che fiancheggia a destra le balze rocciose del Corno Rosso nella prima parte e si alza a zig zag (ometti disseminati un po´ ovunque) in direzione del Passo Zube che si trova in linea d´aria più vicino alla nostra cima e allo Straling che al Corno Rosso. Raggiunto il valico si sale a destra tenendosi su una pietraia a destra di due aguzzi torrioni che si aggirano fino ad un profondo intaglio posto tra essi e la punta stessa. Il passo chiave è in prossimità di una cengetta al termine della pietraia con andamento da destra verso sinistra sino ad individuare un piccolo camino a feritoia che permette (III-) di portarsi sulla cresta. Sulle prime seguire la cresta in un grosso intaglio, per poi aggirare a sinistra un infido salto frantumato (mauvais pas) salendo sul versante di Alagna (Vallone delle Pisse) per scivolo erboso inclinatissimo, delicato ed esposto (assicurare a corda chi non ha fermezza di piede) sino a raggiungere i salti rocciosi finali superabili sia in cresta (ometti da noi costruiti) per balze rocciose o più sinistra per saltini meno inclinati fino alla vetta costituita da una piattaforma rocciosa da cui si diparte un´affilata e lunga cresta discendente in direzione dello Straling che precipita poco sopra il passo della Civera).


Discesa:

Cercando di seguire fedelmente il percorso dell’andata (ometti) che è quello meno pericoloso e più evidente.. Per concludere degnamente la gita si consiglia vivamente una volta tornati al Passo Zube di scendere sulla sinistra orografica della balza rocciosa che divide questa vallata laterale, seguendo i segni gialli e rossi a circolo che conducono su sentiero scosceso ma ben segnalato ad un ponticello in legno che permette di attraversare la fuoriuscita d’acqua di sfogo dalla chiusa di un lago superiore sino ad un altro piccolo guado che conduce al lungo traverso in direzione del lago artificiale del Gabiet e alla sottostante stazione dell’ovovia.


Note:

Mi baso, dopo averne accertato le fonti, su un concetto fondamentale dell´alpinismo che definisce "cima" ogni elevazione staccata dalla base da ogni lato di un "tot" di metri, insieme ad altri fattori trigonometrici, di prospettiva, speciali angolature, etc. sui quali non mi addentro. Tra le imprese della "preistoria alpinistica" infatti non a caso va ricordata l´ascensione di una vetta tuttora di grande attrattiva estetica e di non facile accesso, ancor prima delle salite alle più importanti vette delle nostre Alpi. Solo dopo questa emozionale scoperta, quindi vi è la nascita dell´alpinismo nelle nostre Alpi l´8 agosto 1786, giorno della prima ascensione al Monte Bianco. Negli anni a venire però si nota un assalto totale ad ogni affioramento roccioso esistente sul territorio alpino, fino a valorizzare insieme alle cime vere e proprie anche le guglie, i monoliti, e a nominare persino i massi erratici, per facilitarne la ricerca sulle carte geografiche. Una forsennata corsa atta a citare in pochi decenni ogni elevazione rilevata. Per questa ragione fa specie non trovare alcuna notizia, se non una quota altimetrica tracciata sulle cartine, di una cima che non è una sporgenza di pochi metri che si vuol promuovere "vetta" a tutti i costi per mania di protagonismo o grave malattia mentale di chi l´ha identificata ma dopo un calcolo ben mirato, verificando che essa è contraddistinta da uno stacco netto dalla base alla vetta di ben 144 metri dal Passo Zube (2874 m) e di 73 metri dal secondario Passo della Civera (2945 m). Una scoperta di tal genere ci porta sulle prime ad assumere maggiori informazioni sul luogo con un grazie particolare al Vicesindaco di Gressoney Pietro Vincent che ci ha detto come tale cima sia stata di certo salita ma mai documentata e dopo aver avuto conferma di quanto asserito, a tentarne l´ascesa, documentandola il più possibile. La cima in questione dall´aspetto di una guglia, da molti è confusa con la vicina punta Straling (3115 m) proprio perché, intuendo a vista che si tratta di una cima vera e propria tanti cadono in errore e non immaginano neppure che sia invece "una bella innominata". Informarsi sul funzionamento degli impianti del Gabiet, di solito da luglio a metà settembre. Il tempo di discesa comprende la digressione alla lago e diga del Gabiet.


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Via Normale L’Avlù - Costruzione dell´ometto di vetta

Costruzione dell´ometto di vetta

Via Normale L’Avlù - Posizione nella carta
Posizione nella carta

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