La Cima Fontana da W

La via normale segnalta e facile (EE/F) della Cresta NE, la vicinanza con il Bivacco Anghileri-Rusconi e il bellissimo panorama glaciale, la rendono una delle cime più frequentate del settore orientale del Bernina italiano. L’itinerario proposto prevede invece l’ascesa dalla cresta SW, raramente percorsa, non segnalata e un poco più impegnativa rispetto alla NE. In effetti le difficoltà, seppure relative, sono circoscritte al ripido fianco erboso, con salti rocciosi, che precede il filo della cresta. Comunque nulla di particolarmente impegnativo se non c’è brina, l’importante è individuare l’itinerario esatto da seguire. Raggiunto il filo di cresta, si apre uno scenario davvero unico sulle vette di questo settore del Bernina, ma in particolare sulla seraccata del Ghiacciaio di Fellarìa E; nel contempo ci attende una divertente e facile arrampicata sulle rocce di questa bella cresta. L’unica nota spiacevole alla quale si deve assistere, è l’ormai completa estinzione del Ghiacciaio del Pizzo Varuna. Davvero impressionante pensare che fino al 1928 confluiva ancora nel Ghiacciaio di Fellaria Est e fino ai primi anni del 2000, ammantava ancora l’intero circo compreso fra la Cima Fontana e il Pizzo Varuna.
In discesa è preferibile seguire la cresta NE, compiendo in questo modo una bella e panoramica traversata. Seguendo poi i segnali si scende al bivacco e ci si ricollega con l’itinerario di salita 200 m sopra l’Alpe Gembrè.

A Sondrio (parte occidentale della città) si prende la strada per la Valmalenco. Giunti a Chiesa in Valmalenco si svolta a destra, verso Lanzada e la Val Lanterna. La strada passa dal villaggio di Campo Franscia e poi con numerosi tornanti e sempre asfaltata conduce alla località di Campo Moro. Da qui la carrozzabile prosegue sterrata a destra del primo invaso e raggiunge l’ampio piazzale sotto il muraglione della diga di Gera, dove si parcheggia.

Dal parcheggio si segue la stradina in direzione della diga e la si abbandona dopo circa 100 m, per svoltare a destra, lungo un sentiero segnalato che in breve conduce alla casa dei guardiani. A destra di questa casa una rampa trasversale, appesa al muraglione della diga, permette di raggiungere la sommità dello sbarramento. Seguendo ora il cartello indicatore per Alpe Gembré e Bivacco Anghileri-Rusconi, si prosegue a destra dell’invaso, sulla stradina in parte scavata nella roccia. Tralasciando poi a destra il tracciato principale per l’Alpe Val Poschiavina, si percorre il sentiero che costeggia il lago. L’aggiramento a destra di un costone roccioso comporta una discesa di una sessantina di metri, poi si prosegue con lieve pendenza fino all’Alpe Gembré (q. 2224 m). Sopra l’alpe il sentiero segnalato volge verso E, supera un ripido pendio con numerose svolte e conduce sul ciglio di un largo pianoro, a circa (q. 2400 m). Qui si abbandonano i segnali per il bivacco e si sale verso N, sul ripido fianco erboso che permette di raggiungere il filo della cresta SW. L’itinerario da seguire su questo pendio è abbastanza soggettivo, tuttavia dal pianoro si potrà notare che la prima fascia rocciosa (vedi prima immagine di dettaglio) può essere superata nel settore centrale, per mezzo di una rampa erbosa da sinistra a destra. Al termine di questa rampa trasversale si sale linearmente, aggirando i salti di roccia, fino a raggiungere un pendio detritico più agevole e poi la cresta. Si prosegue arrampicando sulle facili rocce della dorsale, con brevi aggiramenti. A metà percorso un risalto verticale lo si aggira a destra, poi, nel tratto superiore, si appoggia un poco a destra del filo, facilmente, fino in vetta.

Per la Cresta NE, vedi relazione: Cima Fontana

Immagine ripresa dal pianoro, 200 m sopra l’Alpe Gembré

Sulla Cresta SW

Il Ghiacciaio di Fellarìa E, dalla Cresta SW