Il Cimone di Margno da SE

Si trova sulla catena che separa la Val Sassina a S dalla Valle Varrone a N, a metà strada fra la Grigna e il Monte Legnone. È un panoramico e largo dosso erboso con le pendici boschive, a NE un bosco di larici ne lambisce la cima. Facilmente raggiungibile da più parti, in particolare da S/SE, dove è presente una stradina che taglia tutto il versante meridionale, poche centinaia di metri sotto la vetta. La posizione isolata e centrale che occupa rispetto alle vallate circostanti, offre interessanti vedute, in particolare sul versante meridionale della dorsale Monte Legnone – Pizzo dei Tre Signori.

Dalla superstrada Lecco-Colico si esce a Bellàno e si prende la strada per la Val Sassina. Raggiunto il paese di Taceno si prosegue per Margno e, all’entrata di quest’ultima località, si svolta a destra per Cràndola, dove si parcheggia al margine superiore dell’abitato. La stradina sterrata che prosegue per l’Alpe Piazza è vietata al transito degli autoveicoli.

L’itinerario proposto prende avvio da Cràndola, il dislivello in salita di poco superiore ai 1000 m non è eccessivo e rappresenta un buon allenamento per affrontare in seguito itinerari più lunghi ed impegnativi. Ma chi desidera accorciare il percorso, può salire dall’Alpe Paglio (q. 1386 m), risparmiando 620 m di dislivello. In questo caso: da Margno si raggiunge il vicino paese di Casargo, si oltrepassa questo abitato e nei pressi della chiesetta di S. Margherita, seguendo le indicazioni, si svolta a destra. La stradina tortuosa e asfaltata sale all’Alpe Paglio, dove si parcheggia. Si prosegue poi sulla sterrata che conduce al Pian delle Betulle (q. 1484 m) e da qui, seguendo i cartelli indicatori, si percorre la pista sterrata che, quasi in piano, conduce all’Alpe Ortighera (q. 1500 m), dove ci si ricollega con l’itinerario che sale da Cràndola. Dall’Alpe Paglio alla vetta del Cimone di Margno il dislivello in salita è di 415 m.

Da uno dei parcheggi presenti nella parte superiore di Cràndola, ci si incammina sulla strada asfaltata che passa fra le case più in alto del paese, compie un paio di tornanti e poi diventa sterrata. Si segue questa stradina per un buon tratto, poi la si abbandona e si prosegue sulla mulattiera segnalata da cartelli in legno per l’Alpe Piazza, che rappresenta una scorciatoia fra i tornanti della stradina. La mulattiera sale ripida nel bosco, interseca più volte la stradina ed infine conduce, all’aperto, all’Ape Piazza (q. 1187 m). Si prosegue a monte di questo alpeggio, su tracce di sentiero e poco a destra di un’alta croce in metallo, si interseca una pista cementata. Questa pista, 50 metri sopra, immette nella stradina sterrata che abbiamo abbandonato in precedenza. Qui si offrono 2 possibilità:
1°) Si segue questa stradina in salita per soli 10 metri, quindi la si abbandona e si svolta a destra, su di una traccia di sentiero non segnalato. La traccia si addentra in un rado bosco di betulle e prosegue a monte. Al termine del bosco le baite dell’Alpe Ortighera (q. 1500 m) sono già ben visibili e vengono raggiunte lungo i prati, vedi prima immagine di dettaglio. Da questo alpe si prosegue a monte, sulla pista sterrata proveniente dal Pian delle Betulle e ad un bivio si seguono le indicazioni per Rif. S. Rita e Alpe Dolcigo. Dopo un paio di tornanti la pista taglia trasversalmente tutto il versante meridionale erboso del Cimone di Margno, la si segue fino in prossimità di alcuni lastroni rocciosi, sotto i fili dell’alta tensione. Senza percorso obbligato si sale ora verso sinistra e su prato con rocce affioranti, si raggiunge la larga cresta SE della montagna. Percorrendo questa cresta, su tracce di sentiero e senza difficoltà, si arriva in cima.
2°) Si segue la stradina che, prima conduce all’Alpe Grasso e poi, verso sinistra, al Pian delle Betulle. Seguendo ora le indicazioni dei cartelli, si percorre la pista sterrata che, quasi in piano, conduce all’Alpe Ortighera, da dove si prosegue con l’itinerario precedente. Con questo secondo itinerario si allunga il tempo di salita di circa 20 minuti ed è quindi preferibile il primo, che fra l’altro evita un noioso percorso sulla stradina.

Come per la salita.
Oppure, ed è consigliabile, traversare verso la Cima d’Olino, raggiungibile in 30/35 minuti, lungo l’elementare cresta di collegamento. Vedi relazione: Cima d’Olino – da NW.

In salita

La Valsassina e al centro, il Lago di Como, dalla vetta

In discesa, sulla dorsale SE