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Punta Emma - 2617 m

Via Normale Punta Emma
Via di salita alla Punta Emma


Regione: Trentino Alto Adige Trento
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Catinaccio
Punto di partenza: Gardeccia (q. 1949 m) Val di Fassa
Versante di salita: NW
Dislivello di salita: 655 m - Totale: 1310 m
Tempo di salita: 2,30 h - Totale: 4,30 h
Difficoltà: EE - AR - IV- AD-
Periodo consigliato: luglio - settembre
Punti di appoggio: Rif. Re Alberto - (q. 2621 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Via di roccia
Libro di vetta: no
Cartografia: TABACCO N. 06 . Dolomiti Fassane 1:25000
Autore: Sandro Caldini
Data della salita: 11/08/2011
Data pubblicazione: 21/11/2011
N° di visualizzazioni: 9387


Introduzione:

Tozza torre, domina il rif. Vajolet dall’alto e limita a Sud il Gartl (Gola delle Torri). Ottimo belvedere sulle torri del Vajolet.


Accesso:

Da Gardeccia (raggiungibile tramite il servizio pulmini da Pera di Fassa), si risale il sentiero n. 546 verso i Rifugi Vajolet e Press (2243 m); dopo averli raggiunti in circa 40 minuti, si gira a Ovest verso il Rif. Re Alberto (2621 m) percorrendo il sentiero n. 542. Si superano vari punti forniti di infissi metallici (poiché la roccia è molto unta) per portarsi grosso modo in vista della forcella che separa la Punta Emma dal Catinaccio (cresta Nord-Est). A questo punto conviene abbandonare il sentiero per portarti giusto sotto la suddetta forcella (passaggi di II, neve ad inizio stagione). Circa 10 metri sotto la stretta forcella è posto l’attacco della via (Piaz-Della Giacoma). (1 ora e 30 minuti da Gardeccia).


Descrizione della salita:

Si risale una franosa paretina fessurata di 10 metri per portarsi dentro una nicchia giallastra (II+,chiodo). Qui si fa sosta per evitare il possibile attrito della corda. Si sale quindi una stretta fessura strapiombante (evitare di tenersi lo zaino se ci si vuole incastrare all’interno), assai faticosa; conviene stare fuori più possibile (IV-) per poter sormontare il successivo pilastrino (possibilità di mettere un chiodo a destra); adesso si aggira il pilastrino in buona esposizione a destra (III/III+) e si risalgono rocce articolate fino ad un’altra fessura verticale da superare stando a sinistra (III+/IV-) sopra la quale c’è un chiodo cementato (30 m. III/III+ con 2 passaggi di IV-, un chiodo all’uscita). Adesso si traversa a sinistra (faccia a monte) per portarsi sotto un piccolo pilastrino (II+) per proseguire successivamente a zig-zag (I e II) su rocce gradinate fino in vetta (50 m. I e II con passaggio di II+, nessun chiodo).


Discesa:

Si ripercorre la via di salita fino al chiodo cementato posto al termine del primo tiro. Con un’unica aerea calata di 25 m si arriva di nuovo nella stretta forcella divisoria. Si scendono quindi con cautela le ghiaie fino a portarsi al di sotto delle difficoltà alpinistiche incontrate salendo (passaggi di II).


Note:

Scalata da G.B. Piaz nell’estate del 1899 insieme all’inserviente del rif. Vajolet, Emma della Giacoma, da cui il nome di questa torre.


Revisione:
relazione rivista e corretta il 11/07/2014 dalla redazione di VieNormali.it
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