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Questa panoramica vetta già descritta nella relazione Monte Spondascia può essere raggiunta anche dalla cresta ESE. L’itinerario è stato recentemente segnalato con segnavia di colore bianco-rosso e nei tratti più impegnativi, attrezzato con catene. Non ci sono passaggi particolarmente esposti ed è alla portata di ogni buon escursionista che abbia un minimo di esperienza di ferrate. Consigliabile la traversata, salire dalla cresta ESE e scendere dal versante SW, o viceversa. Il kit da ferrata potrebbe servire solo ai meno esperti.
Da Sondrio si prende la strada per la Valmalenco. Giunti a Chiesa in Valmalenco si svolta a destra, verso Lanzada e la Val Lanterna. La strada passa dal villaggio di Campo Franscia e poi con numerosi tornanti e sempre asfaltata conduce al villaggio di Campo Moro. Ampie possibilità di parcheggio all’entrata del villaggio.
Dal parcheggio un comodo sentiero conduce al sovrastante Rifugio Zoja, in meno di 5 minuti di cammino. Seguendo ora le indicazioni di un cartello per Passo Campagneda e Monte Spondascia, si svolta a gomito e si prosegue verso E, in un bell’ambiente di mughi, pini e grossi massi. Il sentiero compie alcune svolte, passa sotto due palestre di roccia e poco sopra conduce a un bivio.
Qui si tralasciano il cartello e i segnali per Monte Spondascia (versante SW) e si prosegue per l’Alpe e il Passo di Campagneda. Per dossi e vallette il sentiero volge verso SE, poi con una breve discesa raggiunge l’Alpe Campagneda (q. 2145 m) e si immette in una stradina sterrata. Seguendo ora la stradina verso E, si attraversa un torrente sopra un ponticello e dopo un centinaio di metri si arriva a un bivio.
Verso destra, in meno di 5 minuti si arriva al già evidente Rifugio Cà Runcasch, noi invece raggiungiamo il nucleo di baite sulla sinistra. A E di queste case si sale l’ampio pendio prativo, su tracce confuse, ma poco sopra si ritrovano i segnali (segnavia di colore bianco-rosso e triangoli gialli) e il sentiero che risale l’ampia china erbosa del Piano di Campagneda, sotto il versante S del Monte Spondascia.
Proseguendo quasi in piano si raggiunge un primo laghetto (q. 2276 m) e poco dopo si arriva a una seconda pozza più ampia. Le tracce segnalate risalgono ora una valletta, in direzione NE e fra rocce e detriti, si sale fino al ripiano con i Laghi di Campagneda (q. 2490 m). Volgendo poi verso E si rimonta un ripido pendio detritico e, aggirato un risalto di rocce, si arriva alla larga sella del Passo di Campagneda (q. 2610 m).
Da questo valico si svolta a sinistra e si incomincia a risalire l’ampia cresta ESE dello Spondascia, senza traccia o segnali evidenti (vedi prima immagine di dettaglio). Dopo circa 300 m si trovano i primi segnavia e si prosegue senza difficoltà, fino a raggiungere una prima sommità con un ometto in sassi (seconda immagine di dettaglio), dalla quale è ben visibile la vetta. Seguendo i segnali si traversa a sinistra, sotto la cresta e poi si prosegue fino a un secondo rilievo.
Da qui si scende sulla destra, quindi in un largo canale detritico del versante meridionale e si raggiunge il punto più basso fra i due massicci. Poi, per facile cresta, cenge e canaletti del versante S, si arriva a una placca attrezzata con catene, che si sale trasversalmente da destra a sinistra (terza immagine di dettaglio). Poco sopra si supera un intaglio, a cui fa seguito un ripido canaletto e si prosegue senza particolari difficoltà fino a raggiungere una specie di anticima, di fronte al blocco roccioso della vetta.
Seguendo i segnali si scende alla sella sottostante, dove giunge anche l’itinerario da SW. Raggiunto il valico, si risalgono le facili rocce attrezzate della cresta e poi, verso W, si percorre per poche decine di metri una cengia pianeggiante. Infine, un breve canaletto a destra conduce sull’ampia vetta. Ci sono 2 ometti di pietre che sembrano della stessa altezza, distanti un’ottantina di metri, entrambi facilmente raggiungibili.
Come per la salita, oppure seguendo la via normale da SW, vedi relazione Monte Spondascia.