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Bella piramide rocciosa che domina l’intera Val Furva, è la cima più elevata della catena che divide la Val Zebrù a N, dalla Valle dei Forni e Val Furva a S. Si trova nel centro del Gruppo Ortles-Cevedale ed è considerato il miglior punto panoramico sulle vette di questo gruppo, ma la vista spazia fino alla Cima di Piazzi, al Bernina e alle vette dell’Engadina. Le pendici della montagna sono in parte ancora ricoperte da ghiacciai di piccole dimensioni. Il più esteso è il Ghiacciaio del Forà, che scende a NE, nel vallone compreso fra il Monte Confinale e la Cima della Manzina. Il piccolo Ghiacciaio del Confinale Ovest occupa la conca a SW della vetta. Mentre il Ghiacciaio del Confinale Sud, presente fino a pochi anni fa, è ormai del tutto estinto e nella conca che lo racchiudeva, passa l’itinerario di avvicinamento alla cresta SW.
La via normale di salita si svolge lungo la cresta ESE, con l’itinerario proposto qui di seguito questa via viene percorsa in discesa, mentre la salita si svolge lungo la cresta SW, compiendo in questo modo un bel percorso ad anello, di difficoltà F. In presenza di neve le difficoltà sono maggiori (F+ ma molto dipende dall´innevamento presente) e sono necessari piccozza e ramponi.
Da S. Caterina Valfurva si segue la stradina tortuosa ma asfaltata che dopo circa 6 km conduce all’ampio parcheggio sottostante il Rifugio dei Forni.
Dal parcheggio si sale al piazzale antistante il Rifugio dei Forni e dietro il rifugio, in corrispondenza di una placca rocciosa, s´imbocca il sentiero segnalato per Pradaccio dei Forni e Lago della Manzina. Il sentiero si addentra in un bosco di conifere, traversa a NW e raggiunge una stradina sterrata vicino alla presa dell’acqua di (q. 2328 m). Si segue ora la stradina pianeggiante verso W, che passa poco sopra l’alpeggio di Pradaccio di Sopra e poi volge verso NW.
A un bivio, seguendo i cartelli indicatori, si tralascia la pista che prosegue pianeggiante a sinistra e si sale a destra. Poco sopra la stradina termina e si entra di fatto nella Valle della Manzina, seguendo i segnavia si raggiunge dopo pochi metri un bel piano pascolivo. Sopra di esso il sentiero sale con larghi zig-zag lungo un dosso erboso e poi prosegue sul filo della costa e raggiunge la conca con il Lago della Manzina (q. 2785 m).
Si volge ora a sinistra e, seguendo sempre i segnavia, si traversa a W, quasi in piano. Il sentiero traversa sotto le pendici meridionali della Cima della Manzina, poi volge a destra e sale nella parte bassa del vallone compreso fra quest’ultima vetta e il Monte Confinale. Si seguono i segnali fino a un pianoro detritico, dove c’è una pozza. Tale pozza è riportata sulle carte, a metà strada fra il Bivacco Del Piero a N e il laghetto di (q. 2945 m) a S. Il ghiacciaio attorno a questa pozza (Ghiacciaio del Confinale Sud-Est), riportato ma non nominato sulle carte, si è estinto da molto tempo.
Dalla pozza, si abbandonano i segnali che conducono al bivacco citato e si volge a sinistra (vedi prima immagine di dettaglio). Si sale quindi nell’ampio canale detritico a sinistra della spalla (q. 3297 m) del Monte Confinale, fino a raggiungere la sella sulla cresta (questa sella non è quotata né nominata sulle carte e verrà raggiunta anche con il 2° itinerario di discesa dalla cresta ESE).
Sul versante opposto di questo valico, si scende un facile canaletto, perdendo circa 35/40 m di dislivello e si arriva nella conca che fino a pochi anni fa era occupata dal Ghiacciaio del Confinale Sud. Percorrendo in piano il margine S della conca, ci si avvicina al pendio che precede la cresta SW. Si sale ora l’evidente canale detritico, ripido ma facile, che conduce a un largo intaglio della cresta, al di sotto di un gendarme.
Seguendo la cresta si aggira a sinistra la placca che precede il gendarme, mentre quest’ultimo viene aggirato a destra. Si prosegue poi appoggiando a destra del filo, su facili rocce e massi accatastati, fino a raggiungere la vetta. La croce si trova 30 m sotto la vetta, sulla cresta ESE.
Si scende lungo la cresta ESE, facile se non c´è neve. Inizialmente si appoggia a destra del filo e poi, con percorso logico, a sinistra, fino a raggiungere la spalla di (q. 3297 m), dove la cresta si dirama. Qui abbiamo 2 possibilità:
1°) Scendere alla sottostante sella con il Bivacco Del Piero, lungo la diramazione di cresta che volge a E. Sotto la spalla c’è un ripido risalto da superare, comunque poco impegnativo, poi si segue la cresta e si arriva alla sella. Dal bivacco si scende seguendo i segnali, fino a raggiungere la pozza nella conca sottostante, dove ci si ricollega con l’itinerario di salita e si ritorna al parcheggio
2°) Se non si vuole raggiungere il bivacco, questo secondo itinerario di discesa è più diretto e anche più semplice. Dalla spalla si scende lungo la diramazione di cresta che volge a SSE, poco a sinistra del filo, fino a raggiungere la sella citata nella descrizione salita. Si scende poi il canale detritico e nei pressi della pozza si ritrovano i segnali e si ritorna al parcheggio.
Su vecchie carte il Bivacco Del Piero è riportato a una quota di 3180/3200 m, nella parte inferiore della cresta W della Cima della Manzina. Il nuovo bivacco è stato posto un poco più in basso, sull’ampia sella (q. 3166 m).