Il Monte Spluga o Cima del Desénigo si trova a N di Morbegno, sulla catena che divide la Valle dei Ratti a W, dalla Valle di Spluga, laterale della Val Másino, a E. Ha due distinte vette, la SE (q. 2836 m) e la NW (q. 2845 m), collegate da una crestina aerea e dentellata che la Guida dei Monti d’Italia del CAI/TCI considera pianeggiante e comoda, ma che a mio modesto avviso non è tanto semplice, per affrontarla è consigliabile essere almeno in due e avere al seguito corda e imbrago. Entrambe le vette sono comunque facilmente raggiungibili separatamente (F). La prima per un ripido canaletto del versante SSW o per la cresta attigua al canaletto. La principale per la cresta SW, di facili rocce (I°) e cenge erbose. Il panorama circolare è spettacolare e giustamente rinomato, da S è sicuramente uno dei migliori belvedere sull’intero Gruppo del Masino. Piccozza e ramponi sono indispensabili solo in caso di innevamento.
Da Morbegno si attraversa l’abitato verso N, si supera il ponte sull’Adda e si prosegue verso Dazio, Serone e Chémpo. All’entrata di quest’ultima località si svolta a sinistra e si raggiunge Roncaglia. Con alcuni tornanti la strada sale infine a Poira di Dentro e termina nell’ampio piazzale di una chiesetta, a (q. 1077 m), dove si parcheggia.
Dal piazzale, seguendo le indicazioni (segnavia 22), s´imbocca la stradina che verso NE entra in un bosco di pini. In parte sterrata, in parte con il fondo cementato, la stradina sale a Careggio (o Carecc) e poi raggiunge Ledino (q. 1181 m). La parte superiore di quest´ultima località è caratterizzata da una larga piana, qui la stradina passa in prossimità di un agriturismo e poco dopo curva decisamente a destra, verso la Val Toate (questa valle che non è indicata sulle carte, si trova tra gli abitati di Chémpo e Caspano).
Proprio in corrispondenza della curva a destra, dove la stradina diventa completamente pianeggiante, s´imbocca un sentiero a sinistra, poco segnalato ma sempre ben evidente, che sale nel bosco e raggiunge un bivio, sotto una cappella. Entrambi i sentieri conducono a Peccio (o Pesc), noi proseguiamo su quello di destra, che attraversa in direzione NE il solco della Val Toate e a circa (q. 1400/1450 m) viene interrotto dalla pista tagliafuoco della Costiera dei Cech.
Si percorre questa strada sterrata verso destra, per pochi metri e poi si prosegue sul sentiero, scarsamente segnalato, che riprende a salire nel bosco, ora in direzione NW. Raggiunto un bivio presso una piccola fontana, quasi completamente immersa nella vegetazione, si prosegue a sinistra e poco oltre si arriva al margine inferiore dei prati di Peccio (q. 1613 m), a destra del piccolo avvallamento che separa i due nuclei di case di questo alpeggio.
Il sentiero, ora poco evidente, prosegue fra i muretti in pietre e raggiunge la casa più in alto, posta sul ciglio di questo lieve avvallamento. Dietro questa casa si traversa a sinistra, giungendo in una radura con muretti di pietre, sopra il nucleo occidentale delle baite. Qui i segnali e il sentiero ritornano ad essere evidenti e, lasciandoci alle spalle la località di Peccio, si prosegue a lungo sui pendii erbosi, in direzione NW, fino alla Baita Colino (q. 1937 m).
Ben prima di raggiungere questa baita, il sentiero ritorna ad essere meno evidente e i rari segnavia sono molto sbiaditi (estate 2009). Ad ogni modo, proprio su alcuni massi dietro la baita, riappaiono i segnali. Le tracce poi proseguono verso destra, sul ripido pendio sovrastante, a cui fa seguito un largo dosso, dove il tracciato diventa più marcato e infine si raggiunge il pianoro riportato nella prima immagine di dettaglio.
Qui si abbandonano le tracce segnalate che proseguono a monte e si volge verso sinistra (NW). Si aggira a destra il risalto roccioso (con un ometto di pietre sulla cima) che dal pianoro preclude la vista diretta del Passo del Colino e poi, senza difficoltà, si risale l’ampio avvallamento che adduce all’arcuata sella del passo citato (q. 2630 m).
Da questo valico si possono raggiungere entrambe le vette.
- La vetta SE è la più vicina e la più semplice da raggiungere, bisogna risalire verso N l’ampio pendio detritico e giunti alla base del risalto finale, si offrono due possibilità:
1°) si traversa a sinistra e s´imbocca un ripido canaletto che conduce direttamente in vetta;
2°) si volge a destra e poi si sale per l’ultimo tratto di cresta S, appoggiando a sinistra del filo.
- La vetta NW può essere raggiunta anch’essa da due possibili vie:
1°) dalla vetta SE si scende fino a poter traversare in piano tutto il pendio detritico fra le due cime. Quindi si arrampicano le facili rocce e cenge erbose della cresta SW, a destra del filo, fino a raggiungere la vetta (l’itinerario da me seguito in salita);
2°) dal Passo del Colino si traversa in direzione NW, quasi in piano e si scende brevemente nell’avvallamento sotto le due vette. Poi si risale un pendio detritico che conduce all´inizio del tratto ripido della cresta SW. Qui ci si ricollega con l’itinerario precedente e si sale in vetta (il percorso da me seguito in discesa).
Come per la salita.
Delle due carte proposte, quella della CNS è sicuramente la migliore, sebbene nell’edizione 1985 non riporti la stradina che da Poira conduce a Ledino (Ledin) e nemmeno il sentiero che da Ledino traversa a NE la Val Toate e poi raggiunge Peccio.