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Corno di Cavento (trav.) - 3406 m

Via Normale Corno di Cavento (trav.)
Il Corno di Cavento da NW


Regione: Trentino Alto Adige Trento
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Adamello
Punto di partenza: Cascina Muta (q. 1397 m) Val Genova Val Genova
Versante di salita: E
Dislivello di salita: 2190 m - Totale: 4380 m
Tempo di salita: 9,00 h - Totale: 14,00 h
Difficoltà: EEA - A - II - PD
Periodo consigliato: estate
Punti di appoggio: Rif. Ai Caduti dell’Adamello (q. 3040 m) alla Lobbia
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Sentiero segnato
Libro di vetta: no
Cartografia: KOMPASS N. 638 – Adamello, Val di Fumo, Val Genova 1:25000
Autore: Piero Vardinelli
Data della salita: 13/08/2003
Data pubblicazione: 26/02/2011
N° di visualizzazioni: 27331


Introduzione:

Maestosa vetta di roccia e ghiaccio, la seconda per altezza, dopo il Caré Alto, della lunga catena montuosa che dalla Val Genova giunge quasi rettilinea fino in Val Daone. Il versante occidentale è imponente, la parete è solcata da ripidi canali ghiacciati e divisa in due dal lungo crestone WSW. Il versante orientale, al contrario, emerge di poco dalla copertura nevosa del Ghiacciaio di Lares ed è la sede della via normale di salita. I percorsi di avvicinamento e di discesa proposti qui di seguito, sono inusuali, ma lontani dall’affollamento estivo dei normali itinerari e in sintesi sono i seguenti: partenza da Cascina Muta, Val Folgorida, Passo delle Topette, pernottamento al Rifugio Ai Caduti dell’Adamello, salita in vetta per la via normale dalla Lobbia, discesa dalla selvaggia e solitaria Val di Lares e arrivo nei pressi del parcheggio dove abbiamo lasciato l’automobile il giorno precedente.

L’importanza strategica durante la Grande Guerra rese il Corno di Cavento teatro di importanti ed ineguagliabili vicende belliche che lo assursero a simbolo della Guerra Bianca in Adamello. Parimenti al capitano Berni per il San Matteo, il tenente dei Kaiserjäger Felix Echt von Eleda è la figura leggendaria di questa montagna. Valoroso difensore fino all’estremo sacrificio, il suo corpo assieme a quello di molti altri non venne mai più ritrovato e giace quasi sicuramente dentro la crepaccia terminale della parete ovest.


Accesso:

Da Carisolo (TN) si segue la strada carrozzabile della Val Genova, d’estate dalle ore 9,45 alle 18,00 il tratto di strada: Ponte Maria - Malga Bedole è interdetto al traffico automobilistico ed è attivo il servizio di bus-navetta che ha frequenza corse ogni 30 minuti. Si parcheggia quindi nell’ampia area di sosta di Ponte Maria (q. 1164 m) a 8,5 km da Carisolo, vicino a Malga Genova e si raggiunge la partenza con il bus-navetta. La località Cascina Muta non è una fermata del bus e va richiesta al conducente.


Descrizione della salita:

1° Giorno
Attraversato il ponte sul Sarca si seguono le indicazioni e si scende in breve alla località Cascina Muta. Dietro la baita i segnali, poco evidenti, conducono verso destra, nel fitto bosco e dopo un breve tratto ripido lo attraversano con diversi saliscendi, brevi ma un poco disagevoli, in direzione S. Poco più avanti si incrocia il sentiero che sale da Ragada e proseguendo verso S (segnavia n. 207) si aggira un risalto roccioso e si arriva ai ruderi di Malga Cioch (q. 1605 m), entrando di fatto in Val Folgorida. Il sentiero ben segnalato sale verso SW nel bosco sempre più rado e raggiunge i ruderi di Malga Folgorida (q. 1978 m). Si prosegue fra i fitti cespugli e seguendo il sentiero in direzione WNW si risalgono poi gli ampi pendii di rocce ed erba che conducono su facili lastroni di granito. Poco oltre si entra in un ex sentiero di guerra, sempre segnalato e si sale in un bel ambiente roccioso d’alta quota. Superando anche delle gradinate in sassi si raggiunge la base della cresta del Belvedere. Il sentiero prosegue lungo un vasto terrazzo poco inclinato di ganda, che si traversa quasi in piano sotto il Crozzon di Folgorida e sempre seguendo i segnali si arriva in salita al Passo delle Topette (q. 2898 m). La dicitura Toppette e la quota 3100 riportata da alcune cartine, è errata. Da questo valico si scendere brevemente sul versante opposto e poi si traversa il Ghiacciaio della Lobbia con un ampio semicerchio verso W, fino a raggiungere l’evidente Passo della Lobbia Alta (q. 3015 m) e il vicino Rifugio Ai Caduti dell’Adamello (circa h 6,00 dalla partenza).

2° Giorno
Dal rifugio si raggiunge il vicino Passo della Lobbia Alta e si scende brevemente sulla vedretta. A causa del notevole ritiro del ghiacciaio, a SE del passo è affiorato un lungo crestone roccioso e per poterlo superare bisogna risalire per un breve tratto il pendio glaciale ad E della Cima Giovanni Paolo II. Si traversa poi a lungo in discesa verso SSE, fino ad arrivare al Passo di Val di Fumo (q. 2939 m), perdendo circa 100 m di dislivello (attenzione ai larghi crepacci presenti in prossimità del passo). Da qui si prosegue verso SE e in leggera salita si giunge in prossimità del Passo di Cavento (q. 3198 m), che si trova a sinistra del caratteristico spuntone roccioso battezzato dagli Alpini “La Bottiglia”. Il valico viene raggiunto per le ripide rocce di sinistra (passaggi di II), l’accesso alle rocce è segnalato e il percorso che al suo termine traversa sotto il Bivacco Laeng, è in parte attrezzato. Il versante opposto è maggiormente impegnativo ma anch’esso attrezzato. Lungo il tratto di rocce verticali che precedono la Vedretta di Lares è presente un cavo d’acciaio, ma si può scendere anche in corda doppia. Raggiunto il ghiacciaio (crepacci) si traversa quasi in piano sotto il versante NE del Corno di Cavento e poi, con pendenza più accentuata, si aggira sul ghiacciaio lo sperone E. Si volge quindi verso SW e in breve si arriva in prossimità della cresta S. Risalendo senza percorso obbligato le rocce rotte e i detriti dell´ampio pendio, si arriva facilmente in vetta (circa h 3,00 dal rifugio).


Discesa:

Dopo aver raggiunto la Vedretta di Lares si abbandona l’itinerario di salita e si scende in direzione NE. Il ghiacciaio è molto crepacciato e conviene dirigersi verso le rocce più vicine, che si trovano in direzione della sella fra il Crozzon di Lares e il Crozzon del Diavolo. Terminato il ghiacciaio si scende sui lastroni di granito levigati, in direzione E, a sinistra del ghiacciaio. Ai lastroni fa seguito un ripido pendio morenico e senza percorso obbligato si arriva al Lago di Lares (q. 2655 m), abbandonato ormai da tempo dal ghiacciaio. Percorrendone la riva meridionale si raggiungono le tracce del sentiero segnalato che ci condurrà a valle. Dal margine orientale della conca del lago, si scende a lungo il pendio in direzione E, i segnali ben presto diventano sempre più rari e le tracce poco evidenti. Guidati anche da rari ometti, fra rocce e dossi erbosi si arriva ai ruderi dell’ex rifugio Lares (q. 2085 m). Il sentiero ancora poco segnalato scende il bosco rado verso il torrente, lo costeggia in alcuni tratti e poi, seguendo le tracce in direzione N, si percorre un pianoro di pascolo e larici. Si superano dapprima i ruderi di Malga Pian e quindi il successivo ponte sul torrente, le tracce di sentiero conducono infine nella radura al cui termine sorge Malga Lares (q. 1891 m). Proseguendo per dossi erbosi si raggiunge il ponte sul Rio Lares dove inizia una ripida discesa. Il sentiero ora ben marcato fiancheggia il torrente con la fragorosa cascata di Lares e scende a lungo e con numerose svolte nel fitto bosco, fino a Malga Genova (q. 1115 m). Da qui in breve si raggiunge il parcheggio dove il giorno precedente abbiamo lasciato l’auto.


Revisione:
relazione rivista e corretta il 15/02/2012 dalla redazione di VieNormali.it
© VieNormali.it

Via Normale Corno di Cavento (trav.) - Il versante W del Passo di Cavento

Il versante W del Passo di Cavento

Via Normale Corno di Cavento (trav.) - Il Crozzon di Lares, dalla vetta
Il Crozzon di Lares, dalla vetta

Via Normale Corno di Cavento (trav.) - Il Corno di Cavento dall’itinerario di discesa
Il Corno di Cavento dall’itinerario di discesa
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