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Piccolissima di Lavaredo - Via Cassin - 2700 m

Via Normale Piccolissima di Lavaredo - Via Cassin
La Cima Piccolissima di Lavaredo


Regione: Veneto Belluno
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Tre Cime di Lavaredo
Punto di partenza: Rif. Lavaredo (q. 2344 m)
Versante di salita: S
Dislivello di salita: 400 m - Totale: 800 m
Tempo di salita: 5,00 h - Totale: 7,30 h
Difficoltà: EE - AR - VI+ - TD+
Periodo consigliato: maggio - ottobre
Punti di appoggio: Rif Auronzo (q. 2320 m) e Lavaredo (q. 2344 m)
Tipo di via: Via di roccia
Tipo di percorso: Via di roccia
Libro di vetta: si
Cartografia: TABACCO N. 017 - Dolomiti di Auronzo e del Comelico 1:25.000
Autore: Oliviero Bellinzani
Data della salita: 30/07/2002
Data pubblicazione: 09/12/2010
N° di visualizzazioni: 9779


Introduzione:

Splendida guglia di giallo calcare proiettata verso il cielo, la Piccolissima di Lavaredo impone un´arrampicata difficile, sempre verticale ed espostissima, che nulla concede anche per le protezioni piuttosto lunghe. La via proposta, aperta nell´agosto del 1934 da Riccardo Cassin, Luigi Pozzi e Gigi Vitali, è un itinerario classico molto logico che segue una linea di fessure e diedri con difficoltà piuttosto sostenute, specialmente nei quattro tiri più difficili, e richiede perciò una notevole esperienza oltre a un´ottima capacità tecnica. In via sono presenti diversi chiodi mentre le soste sono tutte attrezzate.


Accesso:

Da Misurina si imbocca la strada che conduce alle Tre cime di Lavaredo, incontrando dopo qualche chilometro una barriera con casellante. A questo punto si può optare se proseguire in macchina pagando il pedaggio (20 euro) oppure parcheggiare e continuare a piedi (6,5 Km). La strada conduce al Rifugio Auronzo (2320 m), dove si parcheggia continuando lungo la sterrata (sentiero n. 1104) che in falsopiano conduce al Rifugio Lavaredo (2344 m).


Descrizione della salita:

Dai pressi del rifugio si sale il sentiero marcato che conduce alla forcella di Lavaredo. In corrispondenza della Cima Piccolissima lo si abbandona, puntando al canale che la divide dalla Punta Frida cui si risale per esile traccia. Una volta raggiuntolo, si incontrano sulla destra due targhe commemorative, quindi alcuni metri più sopra una terza. Da questa verso destra su cengia sino a raggiungere un diedro giallastro dove, alla base, si trova un vecchio chiodo con fettuccia indicante l´attacco.

L1: Si sale il diedro giallastro sino ad una prima terrazza, quindi mediante una fessura se ne raggiunge una seconda, detritica, alla cui base vi sono due chiodi di sosta (45 m, IV+, V, IV, 2 chiodi).

L2: Dalla sosta si traversa a destra ad un altro diedro da risalire sino alla sosta posizionata su un terrazzino (30 m, IV, V+, VI- oppure V e A0, 7 chiodi).

L3: Salire al primo chiodo appena sopra la sosta, dopodichè piegare a sinistra in direzione di un chiodo con cordino bianco, utile per azzerare. Ignorare i chiodi che salgono sulla verticale, si tratta di una variante più difficile, e spostarsi invece ancora un po´ a sinistra, entrando in un camino che si risale alcuni metri sino ad un terrazzino, dal quale traversando a destra si raggiunge la sosta (25 m, V+, VII- oppure V+ e A0, VI, V, 4 chiodi, 1 friend incastrato).

L4: Proseguire verticalmente, puntando al sovrastante strapiombino, superato il quale sicontinua per fessure, portandosi sopra ad una grossa lama staccata dove si sosta (20 m, VI+ oppure V+ e A0, VI, 7 chiodi).

L5: Dall´spostissima sosta si sale per qualche metro ad un chiodo con vecchia fettuccia, indi sfruttando un´ottima fessura per le mani, iniziare il lungo traverso a sinistra che porta alla base di un evidente pilastro (ignorare i chiodi che salgono perché di un´altra via). Quindi si risale per qualche metro il diedro formato dal pilastro andando a sostare su un piccolo ripiano (30 m, V+, VI-, V, 5 chiodi).

L6: Con bella spaccata, rimontare interamente il diedro sino alla sommità del pilastro dove si sosta (15 m, V, V+, 2 chiodi).

L7: Traversare verso sinistra, in direzione della Punta Frida, aggirando lo spigolo oltre il quale la roccia diviene grigia, proseguendo poi per rocce più semplici ed articolate sino ad un ampio terrazzo dove si sosta su due chiodi (30 m, IV, 1 passo di V, 1 chiodo).

L8: Senza percorso obbligato, dalla sosta si sale obliquando a sinistra lungo fessure e lame fino ad una comoda terrazza dove si attrezza una sosta (35 m, IV, 1 passo di V+).

L9 e L10: Seguire la cengia verso sinistra fino ad un evidente camino. Lo si rimonta in spaccata uscendone sulla sua parete sinistra. Poi per rocce semplici fino in vetta, dove si trova la sosta su chiodo cementato con grosso anello (60 m, IV, IV+).


Discesa:

Individuare i due spit con anello di calata posti a pochi metri dall´ultima sosta ma da li non visibili. Quindi calarsi per circa 55 metri piegando verso destra (viso a valle) in direzione della forcella che divide la Punta Frida dalla Piccolissima, arrivando ad un altro punto di calata costituito da tre chiodi collegati tra di loro da vecchi cordini, dalla quale si effettua una nuova doppia di circa 50 metri raggiungendo così il canale che scende dalla forcella. Sul lato sinistro (viso alla forcella) c´è una vecchia sosta su chiodi e accanto un fittone resinato. Utilizzando il fittone, ci si cala per altri 55 metri circa sino a raggiungere un vecchio chiodo cementato con anello posizionato su di un grosso masso sulla sinistra. Con altre due calate (possibili vari ancoraggi) si raggiunge la cengia che conduce all´attacco, da cui per la via di salita..


Note:

Splendida salita effettuata dall´autore con un primo di cordata d´eccezione: Simone Pedeferri.


Revisione:
relazione rivista e corretta il 16/06/2014 dalla redazione di VieNormali.it
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Via Normale Piccolissima di Lavaredo - Via Cassin - Il diedro iniziale

Il diedro iniziale

Via Normale Piccolissima di Lavaredo - Via Cassin - 6° tiro...
6° tiro...

Via Normale Piccolissima di Lavaredo - Via Cassin - il diedro del 6° tiro
il diedro del 6° tiro
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