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Il Pizzo Campanile è una delle cime più rappresentative dei Monti dell´Alto Làrio. Un´imponente
torre di roccia verticale, se osservato dal suo lato migliore, la parete E,
dove sono state aperte numerose ed impegnative vie di arrampicata.
Dalla Valle del Dosso, dove passa la via normale, è l´elevazione più orientale
del complesso castello roccioso, alla testata della valle, che comprende anche il
Pizzo Martello e il Pizzo Caurga. Grazie alla posizione di vertice, rispetto alle 4
valli limitrofe, offre un panorama incantevole in tutte le direzioni.
La via normale di salita da SW, per niente banale, è facile (F) solo se in buone
condizioni. Oltre la Bocchetta di Lavreno, la salita diventa molto ripida e in
diversi punti le cenge erbose e le roccette sono un pò esposte. Inoltre,
il continuo cambiamento del versante di salita richiede un buon senso di
orientamento. In particolare (per esperienza personale) dopo aver superato l´intaglio sulla cresta SSE,
mentre si attraversa la parete SW, è importante voltasi per memorizzare il punto esatto dell´intaglio, per non avere problemi al ritorno. Corda e imbrago servono solo per i meno esperti.
Dettagli della salita nella fotoscalata.
Da Gravedona, sul lago di Como, si percorre la strada che conduce a Dosso del Liro. Qui, si passa davanti alla chiesa e seguendo alcuni stretti tornanti, ci si porta al limite superiore del paese. La strada prosegue poi in direzione NW, inizialmente asfaltata poi sterrata e al termine conduce alla località di Caiasco (q.1003 m), dove c´è un piccolo posteggio.
Da Caiasco si segue la stradina che, prevalentemente pianeggiante e con alcuni
saliscendi, in direzione N conduce alle località di Sciresa, Cucchetta, Cascinotta e
la Foppa. Presso quest´ultima località nel giugno 2010 terminava la stradina in costruzione.
Si prosegue quindi su di un sentiero ben marcato e in breve si giunge all´Alpe Porcile e poco
oltre si attraversa il torrente al ponte di Madri (q. 1185 m). Si sale all´Alpe di Madri dove termina
la vegetazione di alto fusto, entrando di fatto nell´alta Valle del Dosso, una valle
sorprendentemente rettilinea, selvaggia, dai fianchi molto scoscesi, dove i coni delle
valanghe ricoprono il torrente fino a stagione estiva inoltrata.
Dall´Alpe di Madri in poi il sentiero diventa meno evidente e si risale la valle solo su tracce
e qualche raro segno rosso, dapprima a sinistra (salendo) del torrente, poi a destra
ed infine di nuovo a sinistra. Si procede quindi fra cespugli e colate di detriti fino a giungere
sotto il ripido pendio roccioso che chiude la valle. Vi sono 2 alternative per il superamento di
questo ripido risalto:
1) si segue il sentierino, a tratti esposto, poco a sinistra (salendo)
dell´incassato corso del torrente (a tale proposito vedi relazione e fotoscalata: Pizzo Paglia);
2) è il percorso più diretto ma senza sentiero. Si segue ancora
per un pò il corso del torrente e poi si sale a destra un pendio di detriti e bassi cespugli, non troppo faticoso,
traversando di fatto in obliquo sotto la fascia rocciosa.
Optando per la seconda alternativa, si raggiunge la sommità della fascia rocciosa al margine orientale. In entrambi i casi, si prosegue su ampi pendii erbosi e detritici in direzione
della Bocchetta di Lavreno, con percorso evidente ma senza traccia. Il canale che adduce alla bocchetta è ripido ma facile. Dopo aver raggiunto il valico, per mezzo di una cengia si entra nella parete E del Pizzo Campanile.
Si segue la cengia per pochi metri e si sale poi, verso sinistra, un largo canale (presenti alcuni
ometti di pietre) che in alto si restringe. Nel canale, dapprima si arrampicano le ripide roccette verso
destra, per poi traversare verso sinistra, fino a raggiungere un intaglio
sulla cresta SSE. Dall´intaglio si scende brevemente e si attraversa la parete SW, su cenge erbose un pò ripide, in
direzione della cresta W. Prima di raggiungere questa cresta, si sale un facile canaletto e seguendo delle tracce si svolta a destra, in direzione della vetta, che viene raggiunta su roccette
ripide ma facili.
Come per la salita.
Nota 1:
la Carta Nazionale della Svizzera, che comprende anche una parte del territorio italiano limitrofo, è rinomata per la precisione e la perfetta riproduzione dei particolari. Va comunque precisato che la zona italiana del Pizzo Campanile e della Bocchetta di Lavreno, non è molto esatta. Inoltre, la N. 277 - Roveredo 1:50000 (edizione 1983) riporta l´errata scritta: P. Martel, al posto di P. Campanile. In ogni caso sono sempre le migliori.
Nota 2:
lungo l´itinerario non è presente alcun punto d´appoggio. I pendii erbosi e detritici che precedono la salita alla Bocchetta di Lavreno, possono essere raggiunti anche da E, dalla Capanna Como (q. 1790 m), situata presso il Lago di Darengo. Punto di partenza per raggiungere la capanna è il Paese di Livo. La difficoltà del percorso e i tempi di percorrenza, indicati qui di seguito, sono riportati dalla Guida dei Monti d´Italia del CAI/TCI: Mesolcina-Spuga, Monti dell´Alto Làrio:
- da Livo alla Capanna Como, attraverso la Valle di Darengo: difficoltà (E), tempo di percorrenza h 3,30
- dalla Capanna Como ai pendii citati, attraverso il Passo dell´Orso, situato sulla cresta della Gratella: difficoltà (EE) ma esposto, tempo di percorrenza h 1,30