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Monte Mantello - 3517 m

Via Normale Monte Mantello
Il Monte Mantello da NE


Regione: Lombardia Sondrio
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Ortles Cevedale
Punto di partenza: Rif. Berni (q. 2541 m), strada per il Passo Gavia
Versante di salita: SW
Dislivello di salita: 1050 m - Totale: 2100 m
Tempo di salita: 4,45 h - Totale: 8,30 h
Difficoltà: EE - A - II - PD
Periodo consigliato: estate
Punti di appoggio: Biv. Battaglione Ortles (q. 3120 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia e roccette, passaggi su roccia
Libro di vetta: no
Cartografia: TABACCO N. 08 - Ortles-Cevedale 1:25000
Autore: Piero Vardinelli
Data della salita: 17/08/2000
Data pubblicazione: 27/11/2010
N° di visualizzazioni: 10596


Introduzione:

Il Monte Mantello è il primo rilievo della cresta che dalla Punta San Matteo volge verso SW. Un bel cupolone nevoso con il versante settentrionale ricoperto dal Ghiacciaio del Dosegù e quello meridionale roccioso e dirupato, che si eleva sopra le Vedrette di Val Piana e Villacorna. Viene salito quasi esclusivamente lungo il bellissimo percorso di cresta, che dal Bivacco Battaglione Ortles conduce alla sella che ha in comune con la Punta San Matteo. Con questa vetta condivide anche il valore storico degli importanti fatti d´armi avvenuti quassù nel corso dell´ultimo anno della Grande Guerra. Entrambi capisaldi dell´esercito austro-ungarico, vennero conquistati dalle truppe italiane il 13 agosto 1918. Tre settimane dopo, il 3 settembre, in quella che venne definita la battaglia più alta della storia, gli austriaci riconquistarono l´intera linea e la mantennero fino al termine delle ostilità, respingendo gli italiani sulla Cima Dosegù e Villacorna. Quest´ultima battaglia causò circa cento vittime, da entrambe le parti e fra queste vi fu il valoroso capitano degli Alpini Arnaldo Berni, che assieme a molti altri, quasi certamente, è ancora sepolto sotto i ghiacci della vetta del San Matteo.


Accesso:

Da S. Caterina Valfurva o da Ponte di Legno, si segue la strada del Passo di Gavia. Sul versante tellino, 2 km prima del passo, si raggiunge il Rifugio Berni. Buone possibilità di parcheggio ai lati della strada.


Descrizione della salita:

Dal Rifugio Berni si segue in discesa la stradina che supera su di un ponte il Torrente Gavia e giunge all´ex Rifugio Gavia. Tralasciando a destra il sentiero con il segnavia n. 42 che risale un dosso per poi scendere nella Valle Dosegù, con un´inutile perdita di dislivello, si imbocca quello con il segnavia n. 25 che attraversa il Pian Bormino con brevi saliscendi e raggiunge il Ponte dell´Amicizia. Senza attraversare il ponte si seguono le tracce di sentiero sulla sinistra idrografica, fino a ricollegarci con il sentiero n. 42 che scende dal dosso di (q. 2637 m). Le tracce segnalate portano a risalire verso SE un ripido pendio morenico, alla cui sommità è posto un gradino roccioso. Si sale verso destra, fino ad entrare in una specie di avvallamento detritico, che precede i laghetti formatisi in seguito al ritiro del Ghiacciaio del Passo di Dosegù I (fino al 1920 era ancora collegato con il sottostante Ghiacciaio del Dosegù). Le tracce segnalate proseguono sulla destra idrografica, a fianco dei laghetti e poi verso sinistra. Rimontando rocce e canaletti si raggiunge senza difficoltà il Bivacco Battaglione Ortles. Il sentiero militare prosegue a sinistra della cresta SSE, ma il percorso non è obbligato e fra i resti delle fortificazioni risalenti alla Grande Guerra, si raggiunge la vetta del Pizzo di Val Umbrina (q. 3222 m).
(Vedi anche relazione: Cima Vallumbrina).
Oltre la vetta, la prima parte di cresta è un´alternarsi di brevi saliscendi. Nel prosieguo diventa più ripida, ma sempre facile e si sale prevalentemente a destra del filo. Si superano alcuni risalti, fino a giugere sull´aereo tratto di cresta finale che conduce in vetta alla Cima Villacorna.
(Vedi anche relazione: Cima Villacorna).
Si scende sul versante opposto, prestando attenzione ad eventuali zone ghiacciate, la cresta è in parte nevosa e in parte rocciosa, discretamente affilata, e conduce alla massima depressione fra la Villacorna e il Mantello. La lama di cresta, che è posta poco oltre la sella, è uno dei tratti maggiormente impegnativi (II), una stretta cengia l´attraversa un paio di metri sotto il filo, sul versante S (esposto). Si segue poi la cresta che, sebbene ripida, senza particolari difficoltà conduce in vetta al Monte Mantello.


Discesa:

Dalla cupola di vetta del Monte Mantello si scende lungo la cresta NE, in parte nevosa e in parte rocciosa. Raggiunta la sella fra fra il Mantello e la Punta San Matteo, si può:
a) salire a quest´ultima vetta per la cresta SW o per la cresta NW (vedi relazione a questa vetta);
b) accontentarsi del bellissimo percorso di cresta e scendere lungo il Ghiacciaio del Dosegù, prestando attenzione ai crepacci e, a stagione inoltrata, ai ripidi tratti di ghiaccio vivo. Oltre il ghiacciaio ci si ricollega poi con l´itinerario di salita.
Per chi affronta la traversata in solitaria è consigliabile rifare l´itinerario di cresta, piuttosto che affrontare da soli il ghiacciaio crepacciato. Oppure, e questo è il mio caso, aspettare una cordata che scende dal San Matteo e chiedere un passaggio. Gli amici Sergio e Rosanna acconsentirono.


Revisione:
relazione rivista e corretta il 05/02/2012 dalla redazione di VieNormali.it
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Via Normale Monte Mantello - L´affilato tratto di cresta tra Villacorna e Mantello

L´affilato tratto di cresta tra Villacorna e Mantello

Via Normale Monte Mantello - La Cima Villacorna dalla vetta del Monte Mantello
La Cima Villacorna dalla vetta del Monte Mantello

Via Normale Monte Mantello - Il San Matteo, dal Mantello
Il San Matteo, dal Mantello
www.vienormali.it - info@vienormali.it - Ultimo aggiornamento: 02/05/2024
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