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Cima dei Casaletti - 2417 m

Foto via normale Cima dei Casaletti non disponibile


Regione: Piemonte Verbania
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Onsernone
Punto di partenza: Alpe Cortino (q. 1240 m), Val Vigezzo Val Vigezzo
Versante di salita: S-W
Dislivello di salita: 1180 m - Totale: 2360 m
Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 5,00 h
Difficoltà: EE - A - II+ - PD-
Periodo consigliato: primavera - autunno
Punti di appoggio: nessuno
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Senza traccia
Libro di vetta: no
Cartografia: KOMPASS N. 89 Domodossola
Autore: Oliviero Bellinzani
Data della salita: 07/10/2010
Data pubblicazione: 18/10/2010
N° di visualizzazioni: 5424


Introduzione:

Posta all´ estremità occidentale della lunga cresta pressochè orizzontale che si diparte dalla Pioda di Crana, la Cima dei Casaletti costituisce l´ ultima elevazione prima del Passo di Campeia che la separa dal Pizzo Scheggia, facendo da Trade-Union fra le due vette più importanti della Val Vigezzo. Come centinaia di altre vette alpine la Cima dei Casaletti appartiene allo sterminato elenco delle ´montagne senza nome´, o ´montagne di nessuno´, vale a dire cime poco note e ancor meno frequentate, quasi del tutto ingiustamente dimenticate dai flussi escursionistici nonostante indubbia bellezza e fascino.


Accesso:

Da Milano A26 per Gravellona Toce, che dopo Ornavasso diviene superstrada. Superata Domodossola, si esce a Masera, imboccando la Val Vigezzo che si risale sino alla splendida piana. All´ ingresso di Santa Maria Maggiore, prima rotonda, si gira a sinistra entrando in paese. Quindi di nuovo a sinistra, direzione Crana-Toceno. Da Crana, subito prima dell´ Albergo La Scheggia, si svolta a sinistra per Scarliccio (indicazioni molto scarse), salendo al piccolo Santuario. Da qui si prosegue lungo la valle ove scorre il Melezzo Orientale, passando per la Cappella Orella e il Faie, e scendendo all´ Alpe Cortino. Piccolo parcheggio prima di un ponte in ferro. La strada è vietata in quanto non collaudata, chiedere permesso in Comune a S. M. Maggiore o al Corpo Forestale dello Stato, altrimenti aggiungere un´ ora circa e 300 metri di dislivello in più a quelli dati sia all´ andata che al ritorno.


Descrizione della salita:

Attraversato il ponte in ferro, si va a destra (indicazioni). Dopo un centinaio di metri, superate sulla sinistra delle baite ristrutturate, si entra nel faggeto, salendo ripidamente lungo una crestina ben definita sino ai pascoli dell´ Alpe Anfirn (1585), che si risalgono interamente. Superata l´ ultima baita, dove c´ è una fontana, si rientra nel bosco, e traversando a destra si guada un ruscello arrivando al bivio che a sinistra rimanda al Rifugio Regi e al Pizzo Scheggia. Proseguendo dritti, si continua per Arvogno-Alpe Campo, giungendo dopo alcuni saliscendi, uno dei quali abbastanza ripido, ad un secondo bivio, dove si lascia il sentiero principale e piegando a sinistra ci si inerpica per traccia talvolta poco visibile e mal segnalata (bolli rossi, giallo-rossi, bianco rossi) lungo un dosso che conduce all´ Alpe Campo (1792). Dietro la baita nei pressi dei cartelli, si reperiscono radi segni di passaggio che portano nel lariceto dove il percorso torna evidente, anche se sempre meno segnalato (radi e stinti bolli rossi). Procedendo in falsopiano nell´ incanto del bosco, si arriva ad una radura con resti di baite diroccate, la si attraversa longitudinalmente per intero, e una volta in fondo tenendosi a destra del ruscello, con alcuni tornanti si rimonta sulla destra (due ometti) su ciò che rimane di quella che un tempo doveva essere una bella mulattiera, ora putroppo sempre più invasa da erbacce. Prestare attenzione a non perdere la vaga traccia che si scorge appena percorrendo il fianco della costa che porta negli ampi pascoli sottostanti il Passo Campeia (2199), grosso ometto allo sbocco della traccia eretto dall´ autore per facilitarne il ritrovamento al ritorno. Subito dopo avere guadato il torrentello che segue, ci si alza sui pascoli degradati tenendosi dapprima al margine destro dei rododendri, quindi a sinistra di un secondo ruscello che non si attraversa e accanto al quale corre una traccia, più che altro un´ idea, segnalata dall´ autore con numerosi ometti, soprattutto nella parte alta dove i prati lasciano posto alle pietraie, sino a portarsi sul crinale che fa da spartiacque fra le valli Arvogno e Fenecchio in corrispondenza di un colletto a monte di due grandi gendarmi a destra del Passo Campeia, individuabile dal cartello indicatorio che vi si trova e raggiungibile in pochi minuti. Quindi si segue la cresta S, di roccette e sfasciumi, sino alla confluenza di questa con la rocciosa cresta W, lungo il cui aereo filo (II+), che a sinistra precipita in dirupate pareti, si raggiunge la vetta, segnalata da un cumulo di pietre, dove si può altresì arrivare più facilmente per erba ripida tenendosi alla base delle rocce. (EE)


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Percorso seguito a vista dall´ autore in solitaria in un magico vagar di nuvole. Suggestioni.


Revisione:
relazione rivista e corretta il 25/10/2010 dalla redazione di VieNormali.it
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