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Pizzo del Ton - Cresta SE - 2675 m

Via Normale Pizzo del Ton - Cresta SE
Il Pizzo del Ton. A sinistra la cresta di salita.


Regione: Piemonte Verbania
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Pennine - Gruppo Andolla
Punto di partenza: Termine tornanti strada per il Lago Campliccioli (q.1290 m) Antronapiana
Versante di salita: SE
Dislivello di salita: 1400 m - Totale: 2800 m
Tempo di salita: 6,00 h - Totale: 10,00 h
Difficoltà: EE - AR - III - PD+
Periodo consigliato: maggio - ottobre
Punti di appoggio: nessuno
Tipo di via: Via di roccia
Tipo di percorso: Via di roccia
Libro di vetta: si
Cartografia: KOMPASS N. 87 Monterosa
Autore: Oliviero Bellinzani
Data della salita: 20/07/1997
Data pubblicazione: 15/09/2010
N° di visualizzazioni: 5208


Introduzione:

Bella piramide, dalle forme aggrazìate ed al contempo possenti, il Pizzo Ton emerge solitario dalla dorsale, dominando la Valle Antrona in piena vista fin da Domodossola. Ma nonostante la bellezza e la visibilità di cui gode, è tuttavia scarsamente frequentato, forse a causa della durezza del percorso, l´ ambiente particolarmente selvaggio, l´ aspetto aspro, all´ apparenza inaccessibile, o la quota tuttosommato modesta o forse ancora perchè posto in una valle poco battuta, o tutti questi motivi messi insieme, certo è che appartiene ad un´ altra dimensione. Così, come la normale, anche la sua cresta SE descritta nel presente itinerario risulta selvaggia ed impervia, raramente percorsa ma di estrema bellezza.


Accesso:

Da Milano autostrada A26, direzione Gravellona Toce, quindi superstrada con uscita a Villadossola, dove si imbocca la Valle Antrona che si risale sino ad Antronapiana. Prendendo a sinistra, si sale verso il Lago Campliccioli, superando una serie di tornanti al termine dei quali si parcheggia, dove inizia il sentiero per i Laghi di Trivera.


Descrizione della salita:

Dal parcheggio si torna indietro 20 metri lungo la strada, prendendo a destra il ripido sentiero che sale evidente nel bosco (indicazioni Laghi di Trivera-Passo del Mottone). Superate due piccole baite, si continua sempre ripidamente fino all’Alpe Crevaloscia (1369), lasciando poi a destra il sentiero per l’Alpe Larticcio e proseguendo lungo il C19 (cartello). Si attraversa un bel lariceto, entrando in un vallone e dopo aver guadato il ruscello di fondo, con malagevole mezzacosta seguito da un ripido dosso si giunge all´ Alpe Colmigia (1583). Appoggiando a destra si entra in un ripido vallone che si risale tra mirtilli, rododendri e ontanelli per poi costeggiare una pietraia e giungere quasi sotto le nere rocce della punta 2247. Si traversa decisamente a sinistra, superando un’elementare placchetta rocciosa e ci si porta alla depressione 2120, da cui si può ammirare la parete NE del Pizzo del Ton specchiarsi nel primo lago di Trivera. Tenendosi sulla sinistra, piuttosto discosti dai laghi evitando le pietraie (segnavia giallo-rossi e numerosi ometti), ci si dirige al Passo del Mottone (2284), aperto fra il Ton a destra e il Mottone a sinistra. Dal colle, si segue una traccia lungo la cresta, inizialmente facile, che via via si fa sempre più affilata ed impegnativa. Superato un muretto di qualche metro grazie ad una spaccatura della roccia (II), si gira sul vertiginoso versante N, sul quale sono state aperte alcune vie di alta difficoltà, e si scala una sorta di breve camino con uscita a destra. Si prosegue sul filo o alla sua sinistra, dove l´ esposizione è minore, si attraversa una placca (II+) giungendo ad uno spuntone foggiato a diedro all´ apparenza difficile, che invece si supera con inaspettata facilità sulla faccia destra (II+/III-). Quindi, stando sempre sul filo si arriva ad un intaglio, oltre il quale la cresta si fa particolarmente frastagliata, irta di spuntoni e molto affilata. Ci si cala all´ intaglio, dopodiché si scende sul lato sinistro, incontrando una traccia di animali che percorre alla base le rocce della cresta e all´ occorrenza utilizzabile quale via di salita più facile. Evitato il breve tratto accidentato, si arriva ad un muro di una quindicina di metri, che si risale per un diedro poco accennato (II) riportandosi in cresta. Senza altre difficoltà, per traccia si raggiunge la croce, firmando il libro di vetta, all´ epoca datato 1954 e neppure a metà, a riprova dell´ estremo isolamento di questa cima bella e selvaggia.


Discesa:

Per la normale (v. relazione).


Note:

Sebbene molto impegnativa, soprattutto dal punto di vista fisico, questa ascensione, destinata agli amanti degli ambienti solitari, sa regalare momenti unici ed irripetibili, immersi nella poesia di un mondo che ormai pare scomparso.


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