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Corno Birone - 1116 m

Via Normale Corno Birone
Il Corno Birone.


Regione: Lombardia Lecco
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Triangolo Lariano
Punto di partenza: Trebbia (q. 288 m), Valmadrera
Versante di salita: S-W
Dislivello di salita: 850 m - Totale: 1700 m
Tempo di salita: 2,30 h - Totale: 4,00 h
Difficoltà: EE
Periodo consigliato: tutto l´anno
Punti di appoggio: nessuno
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Sentiero e traccia segnata
Libro di vetta: si
Cartografia: KOMPASS 91 Lago di Como-Lago di Lugano
Autore: Oliviero Bellinzani
Data della salita: 19/02/1995
Data pubblicazione: 01/03/2010
N° di visualizzazioni: 25769


Introduzione:

Posto all´ inizio del magnifico insieme di creste e pareti alle spalle di Valmadrera, il Corno Birone svetta perso nel cielo, bello così come sa essere allo sguardo, mostrando il suo ripidissimo versante S all´ apparenza inaccessibile. E proprio su tale versante si svolge l´ itinerario proposto, che supera in un unico balzo gli 850 metri di dislivello necessari a raggiungerne la vetta, sormontata da una croce visibile già dalla pianura. Un´ escursione impegnativa, con pendenza continua, senza respiro, che richiede allenamento e preparazione da parte di chi si accinge ad affrontarla, ma che sa ampiamente ripagare la fatica compiuta.


Accesso:

Da Milano superstrada per Lecco, uscita Valmadrera dalla quale tornando verso Civate si raggiunge la frazione Trebbia, alle propaggini della montagna, dove al termine di una strada senza uscita è posta la partenza dei sentieri escursionistici.


Descrizione della salita:

Dal pannello sentieristico, si attraversa un parcheggio privato, proseguendo brevemente su sentiero non segnalato e piegando a sinistra al primo bivio. Dopo una breve salita, ci si tiene ancora a sinistra, incontrando finalmente i primi cartelli. Imboccato il sentiero n. 1 L. Vassena che porta alla vetta (segnavia rosso-bianco-giallo), ci si inoltra nel fitto bosco, salendo subito il ripido fianco di un canalone, cosparso di numerosi massi erratici di cui la zona è ricca. Arrivati al Sass Negher, un masso nero trapezoidale in netto contrasto con le rocce circostanti e dalle eccezioinali dimensioni (400 metri cubi per oltre 1000 tonnellate) sospeso in bilico sopra Valmadrera, lo si costeggia continuando nell´ alveo del canalone sino ad un bivio non segnalato. Tenendosi a sinistra, ci si dirige verso la rocciosa parete E del Ceppo della Forcola (796) risalendo la sponda opposta del canalone ed uscendo finalmente allo scoperto. Lo sguardo, ora, spazia libero mentre ci si inerpica con sinuose spirali lungo i ripidi pendii che portano al Ceppo, mostrando un selvaggio, solitario ambiente incontaminato. Infine, un breve traverso, unico tratto in falsopiano, conduce al Ceppo della Forcola, dove si incontrano le deviazioni a destra per S. Tomaso e a sinistra per la Abbazia di S. Pietro al Monte. Trascurandole entrambe, si prosegue con forte pendenza lungo il costone, alternando tratti con vegetazione ad altri con roccette spesso affacciati su impervi canaloni, mentre alle spalle l´ esposizione col progredire della salita diviene sempre maggiore. Utilizzando talvolta le mani in appoggio, si prosegue superando un paio di passaggi attualmete attrezzati con catene, per arrivare infine al crestone sommitale, a sinistra del quale si raggiunge la vetta.


Discesa:

Come per la salita. Chi invece intendesse ampliare l´ escursione, compiendo un entusiasmante percorso ad anello, può proseguire lungo la cresta trascurando le segnalazioni che poco più avanti a sinistra rimandano all ´ Abbazia di S. Pietro al Monte, raggiungendo il Monte Rai (1259), deturpato da una orrenda, cicplopica torre delle telecomunicazioni. Continuando sempre verso est, si giunge facilmente al Monte Prasanto (1245), dal quale si possono ammirare le grandi falesie calcaree che salgono al Sasso Malascarpa (1178), nei cui pressi si giunge senza particolari difficoltà , ma che richiede qualche passo di arrampicata per arrivare in vetta. Con magnifica vista sui ´campi solcati´, eccezionali formazioni calcaree, sempre procedendo ad E si discende uno scivoloso sentiero con roccette e gradini in legno che termina alla Colma di Ravella (997), dalla quale in breve si è alla Fonte del Fo´, dove passa la normale di discesa del Corno Rat (v. relazione), lungo la quale si scende a S. Tomaso, ameno terrazzo prativo. Tenendosi a destra, si imbocca il sentiero delle Marmitte (Taja Sass), piuttosto impegnativo ma recentemente attrezzato con catene che tuttavia non richiedono l´ utilizzo del kit da ferrata. Entrati nella forra della Val Molinata, dove scorre il torrente Inferno, lo si segue sfruttando i vari tratti attrezzati, per arrivare infine alla chiesetta di S.Martino, dalla quale al cimitero di Valmadrera. Per strada asfaltata si torna alla macchina in pochi minuti (percorso seguito dall´ autore in occasione della sua salita).


Note:

Un circuito alternativo molto interessante, che sebbene più lungo nel complesso richiede un impegno fisico minore della sola salita al Corno Birone, è quello che lo raggiunge toccando in successione le vette di Cornizzolo e Monte Rai. Da Civate, passando dall´ Abbazia di S. Pietro al Monte, si sale alla vetta del Monte Cornizzolo (1240) per la normale (v. relazione). Quindi se ne segue la dorsale S che con estrema facilità porta al Monte Rai dal quale, a ritroso lungo l´ itinerario descritto nella via di discesa, ci si abbassa per cresta sino al Corno Birone, cui si giunge senza particolari difficoltà (3 ore). Tornati sui propri passi per una cinquantina di metri, tenendosi a sinistra (cartelli), un ripido sentiero riconduce all´ Abbazia di S. Pietro (itinerario percorso dall´ autore nella primavera 2001).


Revisione:
relazione rivista e corretta il 20/09/2012 dalla redazione di VieNormali.it
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Via Normale Corno Birone - Il Corno Birone da E

Il Corno Birone da E

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