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Pizzo Bianco - 3215 m

Via Normale Pizzo Bianco
Il Pizzo Bianco


Regione: Piemonte Verbania
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Pennine - Gruppo Monte Rosa
Punto di partenza: Belvedere (q. 1912 m)
Versante di salita: W-N
Dislivello di salita: 1300 m - Totale: 2600 m
Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 7,00 h
Difficoltà: EE - A - II - F+
Periodo consigliato: estate
Punti di appoggio: Rif. Zamboni-Zappa (q. 2070)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia segnata
Libro di vetta: si
Cartografia: KOMPASS N. 87 Monterosa
Autore: Oliviero Bellinzani
Data della salita: 30/08/1998
Data pubblicazione: 05/11/2009
N° di visualizzazioni: 25806


Introduzione:

Montagna piuttosto articolata, il Pizzo Bianco consente una spettacolare vista sulla Est del Rosa, in particolare sulla Cresta Signal, che appare in tutta la sua bellezza. Balcone privilegiato, a lungo defilata, venne percorsa dall´ autore per gli itinerari descritti con fittissima nebbia fin poco sotto la vetta, per poi uscire nell´ azzurro del cielo con ai piedi un mare di nuvole.


Accesso:

Da Milano autostrada A4 Milano-Laghi, proseguire sulla A26 Voltri-Sempione direzione Gravellona Toce, continuando in direzione Sempione-Domodossola, uscita Piedimulera, da dove si imbocca la Valle Anzasca. Superato Macugnaga, si prosegue sino a Pecetto, al termine della strada, parcheggiando nell´ ampio piazzale della seggiovia. Utilizzando l´ impianto si raggiunge il Belvedere, dove si può arrivare anche a piedi in ca 2 ore prima su pista di servizio fino alla Stazione Intermedia (alpe BurkY), quindi su buon sentiero segnalato.


Descrizione della salita:

Dal Belvedere si prosegue con comodo sentiero che sale leggermente a sinistra fino alla morena dell´ omonimo ghiacciaio. Lo si attraversa seguendo i segnavia, per proseguire dall´altro lato lungo una crestina che conduce sotto al rifugio Zamboni-Zappa all´ Alpe Pedriola, che si raggiunge con ultimo tratto erboso un poco più ripido. Dal rifugio si percorre tutto il pianoro erboso verso S, in direzione della Punta Grober, seguendo tracce di sentiero sino ad un bacino, 100 metri circa prima di tre grandi massi bagnati dal torrente. Le tracce procedono verso sinistra, inoltrandosi nel canalone Chiovenda che può presentare chiazze di neve e tratti ghiacciati nella parte alta. Su sfasciumi piuttosto instabili, ci si porta sotto la parete, traversando a sinistra ad un canalino-rampa particolarmente franoso, risalito il quale si esce al Colletto del Pizzo Bianco. Si continua a destra per cresta, verso una grande spalla rocciosa, attraversando a sinistra una ripida scarpata di neve o sfasciumi (terreno molto instabile) per aggirarla sul versante di Rosareccio e portarsi alla base dell´ anticima N (3180) che si può evitare a sinistra (ometti), oppure salire direttamente scalando un bel muretto (II), seguito da sfasciumi che portano sulla piatta sommità, dove si trovano i resti di un ricovero in sassi. Proseguendo di cresta, si scende ad un colletto, e su grosse pietre in pochi minuti si raggiunge la statua della madonna posta sulla vetta (3215).


Discesa:

Come per la salita. Oppure, con splendido percorso ad anello, è possibile scendere dal versante E (destra) lungo una traccia con ometti che attraverso ripidi sfasciumi e crestine rocciose porta ad un intaglio, che mette in comunicazione le Valli Quarazza ed Anzasca, dove si incrocia il sentiero segnalato proveniente da Alagna, seguendo il quale per pendii erbosi si raggiunge la vecchia stazione d´ arrivo della funivia Pecetto-Piani Alti di Rosareccio (2090), chiusa da svariati anni per pericolo valanghe. Entrando nel bosco, si supera l´ Alpe Rosareccio (1825) con alcune baite ancora ben conservate, quindi il sentiero diviene ripido, correndo sempre evidente fra la boscaglia fino al torrente, guadato il quale si arriva alla stazione intermedia della seggiovia, da cui a piedi o con l´ impianto a Pecetto.


Note:

Dall´ uscita del Canalone Chiovenda si può proseguire di cresta, tratti attrezzati piuttosto malridotti (informarsi in rifugio sul loro stato attuale), arrivando in vetta alla Punta Battisti, dalla quale si scende per la normale (v. relazione) tornando allo Zamboni. In questo modo si effettua una traversata che è considerata una classica della zona anche se, in genere, viene effettuata nel senso Battisti- Pizzo Bianco e non viceversa.


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