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Pizzo Badile - Spigolo Nord - 3308 m

Via Normale Pizzo Badile - Spigolo Nord
Il Badile


Regione: Estero Estero
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Masino
Punto di partenza: Termine carrozzabile Val Bondasca (q. 1330 m ca)
Versante di salita: N
Dislivello di salita: 2000 m - Totale: 4200 m
Tempo di salita: 10,00 h - Totale: 17,00 h
Difficoltà: EE - AR - IV+ - D
Periodo consigliato: estate
Punti di appoggio: Rif. Sasc Fourà (q. 1960 m)
Tipo di via: Via di roccia
Tipo di percorso: Via di roccia
Libro di vetta: si
Cartografia: KOMPASS Chiavenna Val Bregaglia 1:50000
Autore: Oliviero Bellinzani
Data della salita: 05/07/2005
Data pubblicazione: 15/09/2009
N° di visualizzazioni: 59112


Introduzione:

Il Pizzo Badile è la più imponente montagna del Gruppo della Bondasca, sebbene sia superato in altezza dal vicino Pizzo Cengalo, 66 metri più alto. Vera e propria cattedrale di granito, il Pizzo Badile è il sogno pietrificato di ogni alpinista. La concava parete NE, cui fa da contraltare il verticale versante sud, e l'interminabile Spigolo Nord ne fanno una delle montagne più belle e ambite dell'intero arco alpino. La via proposta, che a buona ragione può ritenersi la normale dal versante svizzero, risale lo spigolo nord con uno sviluppo di circa 1350 metri e conta tra i 34/38 tiri di corda, ma una volta in vetta quasi dispiace che sia finita. Arrampicata magnifica in ambiente stupendo, non smette mai di sorprendere ed emozionare, lasciandosi assaporare attimo dopo attimo.


Accesso:

Da Colico, raggiungibile sia da Lecco che da Como, si prosegue per Chiavenna, da cui alla Dogana in località Castasegna, valicata la quale si raggiunge Bondo, entrando in paese. Per risalire la splendida Val Bondasca in auto, occorre munirsi di pedaggio che si paga presso la Forestale Comunale o nei negozi di Bondo. Quindi si segue la carrozzabile sino al suo termine dove si parcheggia.


Descrizione della salita:

Dal parcheggio si imbocca un sentiero pianeggiante fino ad un bivio dove si tiene la destra per il Rifugio Sasc Fourà. Dopo aver attraversato un ponte, il tracciato, all'ombra del bosco di larici, sale senza respiro prima sul fianco della montagna, poi lungo una crestina, quindi piega a destra incontrando alcune cascatelle e ruscelli, ma sempre ben curato e reso più agevole grazie alla presenza di scalette, gradoni e catene nei punti di maggior difficoltà. Con un ultimo tratto a mezzacosta, si raggiunge infine il rifugio, che appare all'improvviso soltanto quando si è ormai arrivati.
Dietro al rifugio, si prende una traccia che si alza prima nel rado lariceto, quindi su terreno più aperto che da erboso diviene roccioso. Per splendide levigate placconate, frammiste a tratti di pietrame, ci si porta sotto al colle formato da un avancorpo e con tratti di arrampicata (II+/III-) lo si raggiunge. A destra, sotto la parete è posto l'attacco. I primi tiri in traverso a sinistra, poi a destra, portano a superare l'avancorpo, raggiungendo lo spigolo vero e proprio poco a monte di un colletto. Quindi si sale per l'aereo filo con difficoltà omogenee (III/IV-) per innumerevoli lunghezze, attrezzate solo con soste ad anello, pervenendo ad un punto in cui lo spigolo si impenna. Si traversa allora a destra, grazie ad una spaccatura molto stretta tra la parete e alcune rocce, passando sul versante sud. Si risale un facile scivolo roccioso, che termina in una sorta di canale/ nicchia, con possibile neve residua, dove è posta una sosta che prelude al tratto tecnicamente più impegnativo della via.
Con arrampicata in traverso di una decina di metri ca (IV+, quattro spit) si raggiunge di nuovo il filo dello spigolo, lungo il quale si prosegue sino ad una sosta su cengia. Evitare di seguire la cengia, che a sinistra porta all´ imbocco di una canalone con sosta (via di discesa), ma proseguire dritti con splendida arrampicata sul poco definito spigolo, alcuni spit, per poi traversare a sinistra su facile cengia di rocce rotte fino alla grande placca ben visibile dal basso.
Si sale la placca nella parte sinistra (3 spit, 4 chiodi), quindi su magnifica cengia ascendente a destra si passa sul vertiginoso versante S, e sfruttando un diedro/canale ben appigliato, si torna sul filo (chiodo in uscita, 40 m.), che si fa via via più facile ma estremamente esposto e privo di soste. Con arrampicata pressoché orizzontale si raggiunge infine la vetta.


Discesa:

La discesa può essere effettuata o lungo la via di salita (sconsigliata) oppure dalla normale italiana (sud). In questo caso, dalla vetta ci si abbassa su tracce sino ad una sosta di calata e con nove doppie, alcune non facili da reperire (tracce ed ometti) si arriva alla base della parete, da dove in una mezzora si raggiunge il Rifugio Gianetti (2534). Dal rifugio è possibile tornare a Sasc Fourà lungo un sentiero piuttosto impegnativo che può richiedere anche l'uso dei ramponi (5/6 ore, informarsi preventivamente delle sue condizioni), oppure più facilmente scendere su sentiero segnalato la Val Porcellizzo fino ai Bagni di Masino (1172), dove occorre aver lasciato precedentemente una seconda auto (2,30 ore).


Note:

Attenzione: dopo la grande frana caduta dal Pizzo Cengalo nell'estate 2017 il parcheggio della Val Bondasca è inaccessibile. Nell'estate 2018 verrà tracciato un nuovo sentiero per raggiungere il Rif. Sasc Furà, che salirà direttamente dal paese di Bondo rimanendo sulla sinistra orografica (destra guardando dal basso) e risalirà il fianco della Val Bondasca per raggiungere il Rif. Sasc Furà in circa 3 ore.

I primi a percorrere lo Spigolo Nord furono gli italiani Gaetano Scotti, Angelo e Romano Calegari, che il 30 luglio 1911 arrivarono fino a metà via, poi costretti a ritirarsi a causa di un temporale. Il 3 agosto salirono in vetta dalla via normale e si calarono lungo lo spigolo fino al punto raggiunto in precedenza e lo risalirono fino in cima. La prima salita integrale ufficialmente riconosciuta fu compiuta il 4 agosto 1923 in 12 ore dagli svizzeri Alfred Zürcher e Walter Risch.
Il 14-16 luglio 1937 Riccardo Cassin, Gino Esposito, Vittorio Ratti, Mario Molteni e Giuseppe Valsecchi aprirono la Via Cassin lungo la parete nord est (800 m/TD), dopo una lotta in parete di tre giorni contro le avverse condizioni meteorologiche. Molteni e Valsecchi morirono per lo sfinimento durante la discesa per la via sud.
Il 6 luglio 1952 Hermann Buhl effettuò la prima solitaria della Via Cassin: partito in bicicletta da Landeck nel Tirolo impiegò 4 ore e 30 minuti per la salita e tornò a casa sempre in bicicletta lo stesso weekend!


Revisione:
relazione rivista e corretta il 27/01/2018 dalla redazione di VieNormali.it
© VieNormali.it

Via Normale Pizzo Badile - Spigolo Nord - L'autore in arrampicata sullo spigolo....

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Via Normale Pizzo Badile - Spigolo Nord - Ancora sullo spigolo...
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Via Normale Pizzo Badile - Spigolo Nord - In Vetta
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