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Rosa dei Banchi per il Vallone dei Banchi - 3164 m

Via Normale Rosa dei Banchi per il Vallone dei Banchi
La Rosa dei Banchi


Regione: Val Aosta Aosta
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Graie - Gruppo Gran Paradiso
Punto di partenza: Dondenaz (q. 2100 m) - Val di Champorcher Valle di Champorcher
Versante di salita: N-W
Dislivello di salita: 1100 m - Totale: 2200 m
Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 7,30 h
Difficoltà: EE - A - II+ - PD-
Periodo consigliato: estate
Punti di appoggio: Rif. Dondena (q. 2196)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia con ometti
Libro di vetta: si
Cartografia: IGC N. 9 Ivrea-Biella-Bassa Valle d´ Aosta
Autore: Oliviero Bellinzani
Data della salita: 11/08/2009
Data pubblicazione: 12/08/2009
N° di visualizzazioni: 6828


Introduzione:

Un tempo, la Rosa dei Banchi presentava a N un ghiacciaio di tutto rispetto che oggi, purtroppo, non esiste più. Al suo posto pietraie e qualche residuo nevaio che disegnano il vallone dei Banchi lungo il quale corre la via di salita.


Accesso:

Autostrada Torino-Aosta, uscita Pont St. Martin, quindi proseguire su strada regionale per Aosta. Superato Bard, ad Hone si svolta a sinistra attraversando la Dora e si seguono le indicazioni Valle di Champorcher. La strada sale ripida a tornanti, quindi si allunga nella valle sino a Champorcher, dove un cartello sulla destra indica Dondena, che si raggiunge su sterrata. La strada aperta al traffico termina ad una sbarra posta subito prima che questa scenda ad attraversare il torrente Ayasse.


Descrizione della salita:

Dal parcheggio si scende ad attraversare il torrente Ayasse, quindi si raggiunge il Rifugio Dondena o lungo la sterrata, oppure più brevemente per sentiero che sale direttamente. Dal rifugio si segue verso S la sterrata per il Pian de la Roche, abbandonandola quasi subito per una traccia che porta ad un cartello segnaletico indicante a destra il Lago Miserin (da non confondere con la sterrata che parte dietro al rifugio). Trascurando la deviazione si prosegue dritti, sentieri 6a-6b segnalati con frecce gialle indicanti Colle della Balma, come localmente viene anche chiamato il Colle della Rosa. Si entra quindi decisamente nel vallone, passando accando all´ alpe Chilà Desot (attenzione ai cani) per raggiungere un grande pianoro attraversato il quale ci si sposta a destra, su tracce di sentiero ed ometti, raggiungendo una strettoia. Si supera la strettoia tenendo il torrente a sinistra, a mezzacosta su traccia poco visibile, arrivando ad un ampio pianoro sassoso al cui inizio una scritta su un masso avvisa che da qui in avanti il sentiero non è più segnalato. Si prosegue sino a che il vallone è interrotto da una serie di placconate, e tenendo dietro agli ometti, si risale il pietroso pendio a destra ove scorre un ruscello, sino a raggiungerne la sommità. Quindi, per ampia morena si punta nuovamente all´ evidente Colle della Rosa, sul quale è ben visibile una statua della Madonna, sino a raggiungere le prime rocce e nevai sottostanti. Con una traverso su neve a sinistra, si raggiunge una zona di sfasciumi che si risalgono sino al colle. Dal colle si piega decisamente a sinistra, seguendo a cresta W, inizialmentesu traccia a destra del filo, quindi direttamente sul filo stesso molto aereo sino ad una lapide commemorativa (trascurare le tracce che a destra portano in centro parete) posta alla base del dente roccioso visibile dal fondovalle. Si aggira il dente a sinistra, su cengia esposta ma ben appigliata (ometti), quindi si scala lungo un´ ampia fessura la scistosa parete a destra (II+), al cui termine si trova un ancoraggio di sosta (utile per la doppia in discesa o ad assicurare). Con facilità, ci si porta sotto il castello sommitale, composto di scisti rossastri ricoperti di terriccio, che si risale lungo la cresta o poco discosti trascurndo i numerosi ometti che invitano ad attraversare la parete (I/II).


Discesa:

Come per la salita fino all´ inizio del traverso per raggiungere il Colle della Rosa. Quindi ci si tiene a sinistra, passando su rocce montonate sopra ad un laghetto, superando lo spartiacque e trovanndo con facilità una traccia con ometti che conduce al lago Miserin, da cui per la strada sterrata, o meno monotonamente per sentiero che attraversa sotto la Cima di Dondena. Un´ alternativa interessante è anche quella seguita dall´ autore lungo la Cresta Rascias, che presenta tre quote, 2791, 2784, 2777. Anzichè passarvi sopra, si raggiunge il laghetto (grossi ometti) e su splendido pietrame prima verde, quindi ardesia, si discende il costolone roccioso, si supera un colle e risalendo per magri pascoli verso destra si raggiunge la cima del Monte Rascias (2784, ometto). Di nuovo si scende ad un secondo colle, un sentiero in diagonale porta sotto ad un panettone erboso che si costeggia, per poi traversare a sinistra su ripidi pascoli sino ad una zona di sfasciumi, che senza problema portano al pianoro sottostante la Cima di Dondena, che si raggiunge in breve (cima deturpata dalla presenza di un traliccio dell´ alta tensione). Dalla cima si scende lungo una crestina a destra, e quando questa diviene impraticabile, si taglia a sinistra su sfasciumi raggiungendo il sentiero per il Lago Miserin, lungo il quale si torna al rifugio. La cima di Dondena col traliccio che la sovrasta è ben visibile dal rifugio.


Note:

Escursione poco frequentata, sa regalare emozioni intense nonostante le iniziali brutture opera dell´uomo.


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