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GIORNATA NAZIONALE DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI DA VALANGA 2016



Depliant sicuri con la neve


SICURI CON LA NEVE 2016


Domenica 17 gennaio 2016 si è tenuta la Giornata nazionale per la prevenzione degli incidenti da valanga, organizzata dal CNSAS (Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico), le Commissioni e Scuole Centrali di Escursionismo, Alpinismo Giovanile e Fondo Escursionismo del CAI, lo SVI (Servizio Valanghe Italiano) e la Società Alpinistica F.A.L.C., nell'ambito del progetto "Sicuri con la neve".

 Lo scopo della giornata

Lo scopo di tale giornata è quello di informare i frequentatori della montagna innevata sui rischi legati all'attività escursionistica, alpinistica e sci alpinistica nell'ambiente innevato, sulle modalità di prevenzione degli incidenti da valanga e favorire il perfezionamento della tecnica personale di autosoccorso e ricerca in valanga.

La necessità di organizzare questo tipo di incontri pratici sul campo con gli escursionisti invernali nasce dalla constatazione di preoccupanti dati relativi alla frequentazione della montagna innevata, emersi nel corso degli ultimi 15 anni di attività di presidio dei percorsi innevati da parte del Soccorso Alpino Lombardo e di altre regioni italiane. I dati statistici raccolti su circa un migliaio di escursionisti e sci alpinisti intervistati rivelano un quadro che denuncia una ancora scarsa preparazione e attenzione al rischio valanghe, sebbene in miglioramento rispetto al 2011.

Dal campione analizzato emerge che:
  • poco più del 60% degli intervistati ha dichiarato di aver letto il bollettino valanghe (47% nel 2011)
  • il 50% ha dichiarato di aver effettuato una attenta preparazione della gita (38% nel 2011)
  • l'ARTVA è utilizzato dal 65% degli sci alpinisti e dal 32% degli escursionisti con racchette da neve e praticamente ignorato dagli escursionisti a piedi (% come nel 2011)
  • la pala e la sonda da neve sono possedute dal 30% degli intervistati, per lo più sci alpinisti (25% nel 2011)

Dai dati emerge quindi che molte persone sottovalutano il problema valanghe e non posseggono gli strumenti indispensabili per effettuare un corretto autosoccorso. E' inoltre evidente la mancanza di consapevolezza che la prevenzione del pericolo valanghe passa attraverso una attenta preparazione della gita tramite lo studio del percorso, dello stato di innevamento, del bollettino nivo-meteorologico, delle competenze ed esperienza delle persone che parteciperanno alla gita, ecc...



Il progetto "Sicuri con la neve"

La giornata nazionale di prevenzione degli incidenti da valanga nasce nell'ambito del progetto "Sicuri con la neve", modulo del più ampio progetto "Sicuri in montagna" ideato dal CNSAS e condiviso con lo SVI, il CAAI, l'AINEVA, le Commissioni Tecniche e Suole del CAI e la Società Alpinistica F.A.L.C. di Milano che dal 2003 si impegna nell'allestimento dei "campi neve didattici". La giornata didattica è intitolata a Patrizia Pagani, scomparsa a causa di una valanga.

Il CNSAS Lombardia ogni hanno redige le statistiche degli interventi di soccorso in montagna, da cui si evince un aumento degli incidenti in montagna, non solo in attività di alpinismo, escursionismo o sci alpinismo, ma anche in attività che stanno prendendo piede negli ultimi anni come l'escursionismo con racchette da neve e il canyoning.

Nel 2015 il CNSAS Lombardia ha effettuato 1273 interventi di soccorso su 1342 persone impiegando 4855 soccorritori, (relativi a molteplici tipi di attività outdoor e cause di incidente) motivo per cui è molto attivo nel programma di prevenzione degli incidenti in montagna, con attività di informazione sul campo, presso le sezioni CAI, le associazioni e le scuole. L'obiettivo dichiarato è quello di diminuire le statistiche di incidenti in montagna presentate ogni anno dal CNSAS.

In relazione alla frequentazione della montagna innevata il programma di riferimento per la prevenzione degli incidenti è dunque "Sicuri con la neve", descritto anche nell'apposito depliant scaricabile dal sito www.sicurinmontagna.it

Ogni anno sulle Alpi sono decine le vittime che rimangono sepolte sotto una valanga senza possibilità di essere salvate, spesso senza le conoscenze e competenze necessarie per praticare l'autosoccorso, unica metodologia che ad oggi viene ritenuta valida per avere una possibilità di sopravvivenza nel caso di travolgimento da valanga.
 


La curva di sopravvivenza

In base alle statistiche internazionali, da cui si è desunta una "curva di sopravvivenza" a seguito di travolgimento da valanga, la probabilità di sopravvivenza nel caso di seppellimento totale e in assenza di traumi importanti, è pari al 92% entro i 15 minuti dal seppellimento, diminuisce del 62% dai 15 ai 35 minuti (ovvero solo il 30% di possibilità di ritrovamento in vita), riducendosi ulteriormente col passare del tempo.
Curva della sopravvivenza in valanga


In particolare nel periodo di tempo compreso fra i 15 e i 45 minuti la percentuale di sopravvivenza si abbassa drasticamente, fino a raggiungere il 25%: in questo lasso di tempo se il sepolto ha le vie respiratorie libere ma non ha possibilità di attingere all'aria (es. aria che filtra tra lastroni di neve con compattezza medio-elevata) entra in crisi respiratoria e muore per soffocamento (fase dell'asfissia).

Nell'attesa di un intervento di soccorritori solamente condizioni particolarmente favorevoli, come presenza di aria e ferite non gravi, permettono al sepolto in valanga di sopravvivere (fase di latenza).

Più il tempo passa ed il sepolto rimane immerso nella neve e più il corpo tende a raffreddarsi. Al di sotto dei 35 °C di temperatura corporea subentrano grosse difficoltà cardio-circolatorie che compromettono il cuore ed il cervello. Dopo circa 90 minuti dall'incidente si verificano, probabilmente, i primi decessi per ipotermia (fase dell'ipotermia).

Esiste inoltre una stretta relazione tra profondità di seppellimento e durata dello stesso: una persona sepolta entro i primi 50 cm di neve viene disseppellita mediamente entro 10 minuti (77% di probabilità di sopravvivenza), quella sepolta tra 50 e 100 cm viene estratta dopo circa 55 minuti (33%), se sepolta oltre i 100 cm il recupero avviene dopo circa 2 ore (19%). (Dati AINEVA)

E' dunque di fondamentale importanza saper effettuare l'autosoccorso, ovvero quanto necessario per il ritrovamento e il recupero dei compagni travolti, dato che all'arrivo della squadra del Soccorso Alpino, anche con cani da valanga, il più delle volte è troppo tardi. 


La giornata ai Piani di Bobbio

VieNormali ha partecipato alla giornata tenutasi presso la stazione del CNSAS ai Piani di Bobbio (LC). Grazie alla disponibilità del coordinatore nazionale di "Sicuri in montagna" Elio Guastalli, del Presidente del Soccorso Alpino Lombardo Danilo Barbisotti, di Enrico Volpe della F.A.L.C. e di altri membri del CNSAS, sono state recepite numerose informazioni sulle attività svolte dal Soccorso Alpino Lombardo, in particolare nell'ambito della prevenzione degli incidenti in montagna e degli incidenti da valanga.
 

Elio Guastalli del CNSAS

Intervista RAI Tre a Elio Guastalli

Ai Piani di Bobbio erano presenti diversi gruppi di operatori del Soccorso Alpino, CAI, SVI e F.A.L.C. e 130 escursionisti (seguiti e coordinati da 30 tutor) che hanno partecipato ai campi neve in cui acquisire conoscenze e svolgere attività pratiche sull'uso di materiali quali ARTVA, pala e sonda da neve, progressione in sicurezza in ambiente innevato, autosoccorso in valanga.
 

Gruppi di partecipanti ai campi neve

Gruppo di partecipanti ai campi neve

Gruppo di partecipanti ai campi neve

Gruppo in esercitazione con ARTVA

Le persone iscritte ai corsi si sono avvicendate in vari gruppi tematici presso i campi neve dimostrativi, in cui hanno potuto apprendere nozioni di base sull'utilizzo dell'ARTVA, della pala e della sonda da neve, del comportamento in caso di travolgimento da valanga e delle operazioni di autosoccorso per il ritrovamento e recupero di persone travolte. Alle nozioni teoriche hanno fatto seguito le esercitazioni pratiche. E' stato inoltre distribuito materiale informativo come gli utili depliant del CAI-SVI dedicat al bollettino nivologico, il pericolo valanghe e la previsione locale del tempo.
 

I campi neve ai Piani di Bobbio

Esercitazione con unità cinofila

Utilizzo dell'ARTVA

Utilizzo dell'ARTVA

Unità cinofila di soccorso

Ritrovamento con cane


Dalle dichiarazioni dei vari intervistati emergono alcuni aspetti salienti nel comportamento delle persone che frequentano la montagna in inverno:
  • la tendenza ad una maggiore responsabilizzazione fra gli escursionisti con maggiore esperienza, ad esempio una maggiore diffusione dell'ARTVA
  • la tendenza a sottovalutare i pericoli da parte degli escursionisti neofiti
  • la sensazione che molte persone tendono a sostituire l'esperienza e la conoscenza con la dotazione tecnica (abbigliamento, attrezzatura, strumentazione), come se il fatto di possedere gli ultimi modelli di attrezzatura metta al riparo dalla possibilità di incidenti
  • la tendenza ad una maggiore indisciplinatezza nelle piste da sci (altro ambito di intervento del CNSAS), incapacità di utilizzo dei nuovi modelli di sci e mancanza di esperienza e tecnica nella sciata

Proprio ai Piani di Bobbio è presente una stazione del CNSAS che effettua servizio di assistenza sulle piste da sci ed è stato realizzato un centro permanente del Soccorso Alpino presso una baita ristrutturata ai piedi dello Zucco di Barbesino, in una zona molto frequentata tutto l'anno per la presenza di vie di roccia, vie ferrate, possibilità di escursioni e scalate invernali e piste da sci.
 

Il centro del CNSAS

Lezione presso il centro del CNSAS


Si ringraziano per la collaborazione e l'assistenza Elio Guastalli, Danilo Barbisotti, Enrico Volpe e tutti gli istrutturi del CAI e CNSAS intervenuti.

Roberto Ciri
 



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