Parete di San Vito - Via E. Battaglia - 400 m

La Via Eugenio Battaglia fu aperta nel 1976 da C. Zonta e A. Segalin e fu una delle prime vie tracciate sulle pareti della Valsugana. San Vito d'Arsiè è un piccolo paese che sorge su un altopiano alle estreme propaggini settentrionali del massiccio del Monte Grappa e che culmina col Col della Spina (800 m), un'altura boscosa su cui sorgono degli alpeggi e che è in vari modi raggiungibile per le stradine delle contrade. Verso sud, poco a nord della galleria che porta a Feltre c'è una parete a placche tondeggianti di roccia ottima e compatta su cui sono stati tracciati alcuni begli ed impegnativi itinerari tra cui quello descritto.

Percorrere la SS47 della Valsugana in direzione di Trento e parcheggiare nello spiazzo circa 100 m prima dello svincolo della galleria per Feltre; si è sotto la grande Parete del Covolo di Butistone (per chi proviene da Trento è necessario invertire la rotta a Cismon e tornare indietro fino alla galleria). Proseguire lungo la vecchia statale fino fino ad un capanno da cui si attraversa la strada difronte all'imbocco del tunnel (prestare MOLTA attenzione!!!!). Scendere lungo il proseguimento della vecchia statale sul lato opposto per un centinaio di metri fino ad una grossa apertura nella vegetazione a destra, proprio sotto le placche della parete (ometto dipinto di rosso); entrare nel bosco e seguire la traccia a bolli rossi che in breve porta all'attacco. Dei tre bolli rossi alla base l'attacco della Battaglia è il bollo più a sinistra (macchia rossa più grande in alto).

Per tiri di corda:

L1 - Superare 5 m in libera su buoni appigli e poi proseguire in artificiale in obliquo a destra fino al comodo terrazzo di sosta (15 m; V e A1 o VIII- in libera; sosta su catena e fix).

L2 - Salire il gradone sopra la sosta e mantenersi al centro della levigata placca (V) per raggiungere un terrazzino da cui si traversa a sinistra fin sotto una fila di chiodi che si seguono in artificiale fino alla stretta sosta sopra l'albero (25 m; V e A1 o VII+ in libera; sosta su catena e fix).

L3 - Salire la placca sovrastante fino ad un vago diedro con due chiodi ravvicinati da cui si prosegue in libera lungo solide lame per raggiungere il boschetto soprastante. Sfruttare la sosta sopra la placca (20 m; A1 e IV o VII in libera; sosta su fix e cordone).

L4 - Spostarsi a destra per lame un po' erbose e vincere una vaga fessura in artificiale (A2, chiodi molto distanziati) fino ad una lama che va seguita in stupenda arrampicata libera fino alla comoda sosta (25 m; A2 e V- o VI+ in libera; varie possibilità di sosta su fix e cl. o alberi).

L5 - Tiro di trasferimento: salire dritti nel bosco per raggiungere il muro terminale e traversare a destra fin sotto uno spigolo strapiombante (40 m; varie possibilità di sosta).

L6 - Salire direttamente i primi salti verticali fino sotto allo spigolo strapiombante, spostarsi verso sinistra ad un diedro strapiombante e salirlo direttamente superando lo strapiombo che lo chiude sulla destra (molto faticoso, V e A2); quindi per placche verticali si guadagna l'uscita (30 m; V e A2 o VII-; varie possibilità di sosta).

Per la via di salita con 5 corde doppie facili e veloci e ripercorrendo il trasferimento con un po' di attenzione. E' possibile scendere più comodamente saltando gli ultimi due tiri e calandosi direttamente dalla sosta 4. E' altresì presente un sentiero di discesa che dalla sommità scende verso destra alla galleria ma non è di immediata individuazione, specie con le corte giornate invernali in cui il buio arriva presto.

La via è completamente attrezzata a spit e chiodi a pressione, bastano solo i rinvii, qualche fettuccia per gli alberi ed eventualmente materiale da artificiale (staffe, longe e fifi-hook). I ripetitori di solito attaccano la via non per il brutale primo tiro (VIII-) ma per la più facile variante Wie Gehts, terzo bollo a destra (6a) che conduce alla prima sosta. Ora la chiodatura del primo tiro è stata sostituita e la roccia ripulita dal muschio.

Secondo tiro	Uscita dal 4° tiro

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