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Pizzo Gerlo - 2470 m


Relazione della salita - Cima n° 2889


Via Normale Pizzo Gerlo
Lungo la cresta NW
Regione: Lombardia (SondrioItaliane

Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie

Provincia: Sondrio

Punto di partenza: Tartano, località Piana (q. 1282 m)

Versante di salita: W-NW

Dislivello di salita: 1188 m - Totale: 2376 m

Tempo di salita: 2,30 h - Totale: 4,30 h

Periodo consigliato: da maggio a ottobre

Punti di appoggio: Nessuno
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Sentiero e traccia solo in parte segnalati
Difficoltà:   EE (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Cartografia: KOMPASS N. 105 - Lecco Valle Brembana 1:50000
Autore: Piero V.  Profilo di Piero V. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 27/05/2016
Data pubblicazione: 05/06/2016
N° di visualizzazioni: 4702
N° voti: 0

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Introduzione:

Bella vetta, la sinuosa cresta NW dove si svolge la via normale le conferisce un aspetto snello e attraente. Dalla sella alla base di questa cresta che collega il Pizzo Gerlo al Pizzo Torrenzuolo, l’ascesa potrebbe sembrare impegnativa, ma in condizioni normali non pone particolari difficoltà. Un sentierino presente poco a destra del filo aiuta a superare la ripida dorsale che nella parte superiore presenta anche qualche facile roccia. È anche un importante nodo orografico, verso N si stacca infatti la cresta che va a formare il Pizzo di Presio, il Pizzo, La Cima della Zocca e la Cima d’Assola. Consigliabile la breve e facile traversata al vicino Pizzo Torrenzuolo. Bellissimo il panorama, per nulla disturbato dalla mole del vicino e più elevato Monte Seleron.


Accesso:

Provenendo da Morbegno si lascia sulla destra la località di Talamona e prima di attraversare il ponte sull’Adda, seguendo le indicazioni per la Val Tartano, si abbandona la statale 38 e si svolta a destra. La strada, abbastanza stretta, risale la valle con numerosi tornanti, raggiunge Campo e poi il paese di Tartano. Da qui si prosegue sulla carrozzabile della Val Lunga e circa 200 m dopo l’abitato di Piana, in un tratto rettilineo, si arriva ad una galleria paravalanghe. Si parcheggia a destra, nel largo spiazzo che precede la galleria.


Descrizione della salita:

Venti metri prima della galleria il muro a monte della strada e interrotto da una rampa cementata da sinistra a destra, il sentiero segnalato da alcuni bolli rosso inizia qui. Dapprima si sale nel rado bosco con alcune svolte, seguendo i segnali, poi si traversa a destra uscendo sopra una cengia rocciosa, in vista della cascata formata dal torrente di questa ripida valle. La traccia prosegue ora in un canale secondario incassato tra pareti rocciose, a sinistra della cascata, serpeggiando nella boscaglia. Da questo ripido canale si esce verso destra, si attraversa il torrente principale e poi si prosegue lungo il sentiero, sempre ben marcato, che sale con numerose svolte nel bosco.
Al termine della zona boschiva, dove iniziano i prati, si trova la grande baita di (q. 1735 m). Venti metri prima di raggiungerla si arriva ad un bivio, bisogna prendere il sentiero principale con i bolli che sale sulla sinistra, al limite tra il bosco e i prati. La traccia, sempre ben marcata, prosegue per un buon tratto e con diverse svolte nel rado bosco, fino a raggiungere, all’inizio del pascolo, le sei baite della Casera di Gerlo (q. 1896 m), disposte su doppia fila di tre baite. Qui terminano sia il sentiero sia i segnali.
Se ora alziamo lo sguardo all’orizzonte, un po’ sulla destra, è ben visibile la nostra meta, riconoscibile per i due alti omini in pietre sulla vetta. Poco più in alto della Casera di Gerlo si potrà notare una baita isolata, dopo averla raggiunta si prosegue lungo i dossi del pascolo, senza percorso obbligato, in direzione E e più avanti si raggiungono altre baite isolate. Sul lato opposto della valle, a sinistra del torrente, c’è un largo stallone costruito completamente in pietre, noi invece proseguiamo sempre a destra (salendo) del torrente.
Raggiunti i pianori superiori ci troviamo nel mezzo di un anfiteatro, racchiuso fra il Pizzo Gerlo a sinistra, ben riconoscibile per i due alti omini di pietre citati in precedenza, il Monte Seleron al centro e la sua poco rilevata cresta W a destra. Sotto la verticale di vetta del Seleron si potranno notare tre alti omini di pietre, dietro i quali è posta la Baita Matarone (q. 2227 m) che bisogna raggiungere lungo il pascolo. Da questa baita è abbastanza evidente il sentiero che traversa a mezzacosta il versante meridionale del Pizzo Gerlo. Lo si percorre fino a giungere sotto la verticale della sella che divide il nostro pizzo a destra dal Pizzo Torrenzuolo a sinistra. Su di una labile traccia si risale quindi il ripido pendio erboso fino a raggiungere questa sella.
Tuttavia, se non si riesce ad individuare la traccia che conduce alla sella o in prossimità di essa, si può tranquillamente salire a vista, il largo pendio erboso è ripido ma facile ed è percorribile in più punti. L’importante è memorizzare alcuni passaggi, per non avere problemi al ritorno nel rintracciare il sentierino che traversa, dato che dall’alto è poco evidente. Ad ogni modo, dopo aver raggiunto la sella sulla cresta spartiacque, abbiamo due possibilità. La prima è di seguire verso sinistra l’elementare cresta che in 10 minuti conduce al Pizzo Torrenzuolo. La seconda è di seguire verso destra la cresta un poco più ripida ma sempre facile (se non c’è neve o ghiaccio) che porta in vetta al Pizzo Gerlo.


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Le immagini della relazione Pizzo Torrenzuolo, possono fornire utili indicazioni


© VieNormali.it

Via Normale Pizzo Gerlo - A poche decine di metri dalla vetta Via Normale Pizzo Gerlo - Panorama di vetta verso SE Via Normale Pizzo Gerlo - In discesa, lungo la cresta NW
A poche decine di metri dalla vetta Panorama di vetta verso SE In discesa, lungo la cresta NW


Revisione: relazione rivista e corretta il 05/06/2016 dalla redazione di VieNormali.it

  



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