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Monte Toro - ver. N - 2524 m


Relazione della salita - Cima n° 2652


Via Normale Monte Toro - ver. N
L’itinerario del versante N del M. Toro, dalla Sponda Camoscera
Regione: Lombardia (SondrioItaliane

Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie

Provincia: Sondrio

Punto di partenza: Le Teccie (q. 1255 m)

Versante di salita: N

Dislivello di salita: 1269 m - Totale: 2538 m

Tempo di salita: 3,45 h - Totale: 7 h

Periodo consigliato: luglio - ottobre

Punti di appoggio: Vedi note
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Sentiero e traccia solo in parte segnalati
Difficoltà:   EE (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Cartografia: KOMPASS N. 105 - Lecco Valle Brembana 1:50000
Autore: Piero V.  Profilo di Piero V. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 22/09/2014
Data pubblicazione: 05/01/2015
N° di visualizzazioni: 4540
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Introduzione:

La via normale più semplice per raggiungere questa panoramica vetta si svolge lungo il versante N. È un itinerario adatto a tutti gli escursionisti, assolutamente privo di passaggi esposti o impegnativi. Anche i blocchi rocciosi che ricoprono il versante W del Pizzo di Valbona e quello N del Monte Toro, sono facilmente superabili o aggirabili e l’itinerario da seguire, sebbene non esista alcuna traccia, è evidente e mai obbligato.


Accesso:

A San Pietro Berbenno si abbandona la S.S. 38 e si seguono le indicazioni per Fusine. Raggiunta questa località in prossimità di un’ampia curva verso sinistra, si tralasciano le strade che si staccano sulla destra e si prosegue sulla strada rettilinea, fino ad un incrocio. Qui si svolta a destra e dopo una cinquantina di metri, si prende a sinistra la via Masoni. La strada incomincia a salire stretta e con numerosi tornanti. Si oltrepassano numerosi nuclei abitativi e si arriva alla chiesa di Valmadre (q. 1164 m). Poco prima della chiesa c’è un trivio, si prende a sinistra e si sale fino alla località Le Teccie (o le Tegge). La stradina che ora attraversa, verso destra, il torrente sopra un ponte-briglia, è vietata al transito dei veicoli non autorizzati. Si parcheggia negli spiazzi che precedono il ponte, dove c’è anche una bacheca e una presa dell’acqua.
Fino alla località Dosso di Sopra (q. 1102 m) il fondo stradale è in parte asfaltato e in parte cementato. Oltre questa località diventa sterrato, ma è comunque percorribile anche da un normale veicolo. L’intero percorso su questa stradina richiede comunque massima prudenza.


Descrizione della salita:

Dopo aver attraversato il ponte-briglia si prosegue sulla stradina e più avanti si arriva ad un bivio. Tralasciando la pista con il fondo cementato che, verso sinistra, attraversa il torrente sopra un ponte-briglia, si prosegue lungo la sterrata che si mantiene a destra del torrente. Giunti ad un ammasso caotico di detriti di origine alluvionale e sorretti da briglie, la pista termina. Nessun problema, senza percorso obbligato si superano questi sbarramenti e poi si prosegue, su tracce, in prossimità del torrente. La Valmadre diventa ora pianeggiante e in lontananza appare la Baita Forni (q. 1452 m).
In prossimità di questa baita si attraversa il torrente, facilmente se c’è poca acqua e si arriva a questo alpeggio. Bisogna precisare che se c’è molta acqua nel torrente, è meglio prendere la pista che attraversa il torrente sopra il ponte-briglia, tralasciata poco sopra la partenza, dato che giunge anch’essa qui. Si segue poi la stradina con il fondo cementato che s’innalza a destra di questa baita, in direzione S. Inizialmente sale con alcuni tornanti, sempre con il fondo cementato, poi prosegue per un buon tratto sterrata e con lieve pendenza. Quindi compie un primo tornante verso sinistra e 100 metri più avanti un secondo, verso destra. Esattamente su questa seconda curva, si abbandona la stradina che ora traversa sul versante opposto della valle, e si entra nello spiazzo, adibito anche a parcheggio, che c’è sulla sinistra (vedi prima immagine di dettaglio della relazione: Sponda Camoscera).
Se ora si osserva verso la Sponda Camoscera, si potrà notare, al centro un primo elettrodotto e sulla sinistra, un secondo elettrodotto che si staglia contro il cielo. Il nostro itinerario passo 30 metri a monte del primo, dove è situata la Casera di Valbona e poi raggiunge il secondo. Il percorso che ci attende lungo questa specie di largo avvallamento (molto a destra del primo elettrodotto), non è segnalato e non esiste nemmeno una traccia, ma si può tranquillamente salire a vista, 80 metri sopra si riprende il sentiero della GVO che traversa pianeggiante dai pressi del Rifugio Dordona. Questa scorciatoia permette di evitare un lungo e inutile traverso fino in prossimità del Rifugio Dordona, per poi dover ritornare verso la Casera di Valbona.
Quindi, dallo spiazzo presente a sinistra del tornante, si inizia a salire rimanendo un poco sulla destra, in prossimità di una grande colata di ganda. Si sale per lo più in linea retta, cercando il percorso migliore tra magro pascolo, sassi affioranti, radi larici e numerosi rivoli d’acqua. Come già citato, circa 80 metri sopra lo spiazzo, si raggiunge il pianeggiante sentiero della GVO. Ci si incammina ora su questo sentiero segnalato, verso sinistra e dopo una breve salita si arriva nel bel pianoro dove è situata la Casera di Valbona (q. 1903 m).
Il sentiero prosegue a sinistra della casera e va a raggiungere il secondo elettrodotto, passandoci proprio sotto. Dopo venti metri c’è un bivio, si tralascia il marcato sentiero pianeggiante (non segnalato) sulla sinistra e, seguendo i segnavia della GVO, si sale a destra. Quaranta metri sopra c’è una baita e poco più avanti una fontana. Nel prosieguo il sentiero segnalato volge verso destra, traversando sotto il versante SW-S della Sponda Camoscera. Poi si entra nell’avvallamento compreso tra quest’ultima montagna a sinistra e la caratteristica guglia del Pizzo di Valbona a destra.
Appena entrati in questo avvallamento, quindi molto prima di raggiungere il Passo di Valbona (q. 2318 m), si abbandona il sentiero segnalato e si sale a destra, senza traccia e senza percorso obbligato. Sfruttando i canaletti erbosi, si aggirano o si superano i blocchi rocciosi, traversando in obliquo l’intero versante W del Pizzo di Valbona. Raggiunti i pianori superiori, si prosegue allo stesso modo, aggirando i blocchi e i salti rocciosi. L’impennata finale è un poco più ripida ma assolutamente facile, in particolare se affrontata sulla sinistra, in prossimità della cresta NE.


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Il Rifugio Dordona (q. 1960 m) non rimane sull’itinerario di salita, ma è raggiungibile in meno di mezz’ora di cammino dal sentiero o dalla stradina citati nella descrizione salita.


© VieNormali.it

Via Normale Monte Toro - ver. N - In salita Via Normale Monte Toro - ver. N - La parte finale Via Normale Monte Toro - ver. N - In discesa, poco sotto la cima
In salita La parte finale In discesa, poco sotto la cima


Revisione: relazione rivista e corretta il 07/01/2015 dalla redazione di VieNormali.it

  



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