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Roccandagia - cresta est-sudest - 1700 m


Relazione della salita - Cima n° 2258


Via Normale Roccandagia - cresta est-sudest
La Roccandagia con la via
Regione: Toscana (LuccaItaliane

Alpi e Gruppo: Appennini - Appennino Settentrionale - Gruppo Alpi Apuane

Provincia: Lucca

Punto di partenza: Campocatino (q. 1000 m)

Versante di salita: E

Dislivello di salita: 700 m - Totale: 1400 m

Tempo di salita: 5,00 h - Totale: 8,00 h

Periodo consigliato: da maggio ad ottobre (eccetto i giorni caldi)

Punti di appoggio: Campocatino (q. 1000 m)
Tipo di via: Via di roccia
Tipo di percorso: Via di roccia
Difficoltà:   EEA - AR - V - TD- (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Autore: Foto non presente Alessandro R. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 22/07/2012
Data pubblicazione: 23/07/2012
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Introduzione:

La Roccandagia è un´imponente montagna che sovrasta Campocatino e gli abitati di Vagli nel cuore delle Apuane. Presenta verso nord est una parete alta 400 m, riscoperta di recente e chiusa a sinista (est) da una lunga cresta a balzi percorsa la prima volta da N. Conti e S. Petronio nel 1947 fino alla Piccola Roccandagia. A. Nerli, I. Bertolini e G.B. Scatena scalarono nel 1949 anche lo spigolo finale ricorrendo all´artificiale.


Accesso:

Dall´autostrada della Cisa uscire ad Aulla e seguire le indicazioni per Lucca per circa 50 km fino al paese di Poggio (dopo Passo Carpinelli e Camporgiano) dove ci sono le indicazioni per Vagli. Seguire la strada fino a Vagli di Sopra (9km) ed oltre questo fino al borgo di Campocatino (3km) dove si parcheggia (costo 2 euro).
Per chi proviene da Lucca seguire le indicazioni per Castelnuovo di Garfagnana, superarlo e dopo 7,6 Km raggiungere Poggio, poi come prima.

Da Campocatino seguire le indicazioni per l´eremo di San Viviano, seguire la stradina indicata per alcuni minuti superando un gruppo elettrogeno ed una casetta rosa fino a giungere ad una radura con panche e tavolo. Girare a destra per un sentiero che sale e dopo 5 minuti abbandonarlo davanti al doppio cartello e salire a destra. Ignorare la strada a destra e salire per tracce nell´erba il costone per entrare nel fitto bosco. Sempre per ben visibili tracce salire sempre lungo il dorso del costone (percorso non obbligato), lungamente fino a giungere in vista delle rocce. Seguire sempre il costone fino ad esse ed innalzarsi per erba ripida uscendo dal bosco ed arrivando, a destra ad un piccolo terrazzo, dove conviene legarsi.


Descrizione della salita:

Per tiri di corda:

1L si sale in linea retta seguendo le rocce per evitare i tratti erbosi fino a giungere ad una sosta all´inizio delle placche dello spigolo (50 m, II, sosta su due spit ed un cordone).

2L traversare in leggera salita a sinistra per entrare in un canalone e giungere comodamente alla sosta dove si stringe a camino, accanto allo spigolo strapiombante (30 m, II, sosta su 2 e cordone).

3L salire nella fenditura assai erbosa a destra (ch. III) e procedere fin sotto uno sbarramento di blocchi. Si attaccano a sinistra e, sotto quello più grosso si passa a destra (ch.), si scala 2 m la fenditura tra masso e placca (spit, IV) e si ritorna a sinistra. Si risale tutto il canale erboso fin sotto uno stretto camino (45 m, III e IV molto impegnativi per l´erba, sosta su un chiodo con 2 fori ed uno anellato).

4L salire il diedrino sopra la sosta (ch., IV+) e poi il caminetto seguente (IV, spit) che mena ad una conca con tre diedri regolari. Si sale quello centrale (spalle sulla placca appoggiata liscia e piedi sulla volta ricca di gradini, 3 ch. V+) ed il successivo canale erboso fino alla stretta sosta a destra di un tetto(55 m, IV+ e V molto impegnativi, sosta su 2 chiodi e cordone).

5L si sale il caminetto sopra la sosta (ch., IV+, 3 m) ed il successivo pendio erboso fino alla scomoda sosta (30 m, 1 pp IV+, sosta su 2 ch.).

6L entrare nel diedro sopra la sosta con passo non facile (ch.), uscire a destra eppoi traversare in diagonale a sinistra per erba fino alla comoda sosta sul filo della cresta, finalmente su roccia (30 m, 1 pp di IV, sosta su chiodo e spit con cordone).

7L salire la bellissima fessura a mezzaluna sopra la sosta, andare verso un alberello secco e salire le placconate ricche di appigli dello spigolo che segue (3 ch.) fino al pianoro di sosta sotto un tettino (35 m, IV e IV+, qualche lama da tastare bene, tiro meraviglioso, sosta su 2 chiodi).

8L andare nel diedro a destra e salirlo quasi fino al grande tetto che lo chiude (2 ch., 1 pp A0) e scavalcare lo spigolo a sinistra per arrivare alla sosta stretta, accanto al tetto (15 m, IV e 2 m A0 su placca liscia, sosta su chiodi e spit).

9L salire lo spigoletto sopra la sosta (ch.) ed entrare nel diedro a sinistra (2ch.) con qualche scaglia mobile fino alla scomoda sosta (30 m, IV e III+, sosta su 2 chiodi con cordone).

10 L salire la placca a sinistra della sosta (4 m, V+, 2 spit) e le successive roccette fino alla sosta (15 m, sosta su 2 spit e cordone). Superare 5 m di roccette e sbucare sulla Piccola Roccandagia, dove termina il percorso più ripetuto.

Da qui si può scendere (decisamente sconsigliato) o proseguire per la vetta della Roccandagia, dove però aumentano le difficoltà:
seguire la cresta fino ad un promontorio e salire in diagonale a sinistra su dei macigni cercando il punto più debole per la salita (roccia solida III) fino in cima ad uno spuntone.
Da qui abbassarsi per rocce erbose fino ad un profondo intaglio alla base dello spigolo finale.

Salire inizialmente per degli scaglioni in obliquo a destra, poi sul filo della cresta fino ad un enorme tetto che si aggira a sinistra per uno spigoletto a scaglie che mena alla base di un muro liscio inciso da fessure che va superato con chiodi e staffe (A1, passo chiave, VI+ in libera, 10 m) fino ad un ripiano. Si supera un altro strapiombetto eppoi le roccette non più difficili della cresta che adducono alla penna di Campocatino. Un altro tratto affilato porta alla cima della Roccandagia (totale 150 m dallo spigolo finale, occorrono i chiodi).


Discesa:

Ci sono 2 possibilità:

1) se si scende dalla Piccola Roccandagia ci si abbassa subito per lo scosceso pendio di rocce ed erba che porta al canalone di San Viviano (ometti), molto ripido e che non va seguito fino in fondo. Giunti all´altezza di uno spallone ben visibile dalla cima si attraversa decisamente a destra e si arriva al fondo del canale (terreno infido e scivoloso). Si segue il canalone superando vari salti di roccia marcia (I), da ultimo con una doppia (cordone in loco) fino ad uno spiazzo al limitare del bosco, in cui il canalone si trasforma in una colata detritica. Da qui voltare a sinistra e per tracce poco marcate ma visibili nel bosco si perviene di nuovo all´attacco (2-3 ore dalla cima).

2) se si è giunti sulla sommità della Roccandagia si percorre la cresta SW, facile ma molto affilata fino alla sella di Roccandagia (15 min.). Da qui per buon sentiero si aggira tutto il fianco occidentale del monte fino al Passo Tombaccia e, sempre per sentiero scendere fino a Campocatino (2,30 h).


Note:

La roccia è solida lungo tutta la via, solo alla fine c´è qualche detrito che però non disturba. La via è assai bella ma penalizzata dalla gran quantità di erba presente che rende la progressione molto faticosa e dura fino all´arrivo in cresta. La parte che porta in cima alla Roccandagia è poco frequentata e con roccia più rotta.


© VieNormali.it

Via Normale Roccandagia - cresta est-sudest - Il canalone d´attacco. Via Normale Roccandagia - cresta est-sudest - La fessura a mezzaluna
Il canalone d´attacco. La fessura a mezzaluna


Revisione: relazione rivista e corretta il 20/09/2014 dalla redazione di VieNormali.it

  



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