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Appennino di neve e di ghiaccio - Vol. 1

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Vie normali nelle Dolomiti di Brenta



Cime di Rogneda - 2926 m


Relazione della salita - Cima n° 1940


Via Normale Cime di Rogneda
Immagine ripresa poco ad E della Bocchetta di Mara
Regione: Lombardia (SondrioItaliane

Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Bernina

Provincia: Sondrio

Punto di partenza: Alpe Mara (q. 1749 m)

Versante di salita: S-NW-SE

Dislivello di salita: 1250 m - Totale: 2500 m

Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 7,30 h

Periodo consigliato: estate - inizio autunno

Punti di appoggio: Rif. Gugiatti-Sertorelli (q. 2137 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia e roccette, passaggi su roccia
Difficoltà:   EE - A - I - F (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Cartografia: KOMPASS N. 93 – Bernina, Sondrio 1:50000
Autore: Piero V.  Profilo di Piero V. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 26/06/2011
Data pubblicazione: 29/06/2011
N° di visualizzazioni: 6879
N° voti: 0

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Introduzione:

Caratteristica montagna con due vette ben distinte, la Corna Rossa ad W (q. 2918 m) e la Corna Nera ad E (q. 2926 m). Si trova sulla catena che dal Pizzo Scalino si stacca verso SSW, a NE della Corna Mara. La via normale di salita passa dall’ampio canalone S che le separa, la cresta che conduce poi in vetta alla Corna Nera è abbastanza facile, se priva d’innevamento. Mentre il pendio che traversa sotto la cresta SE della Corna Rossa, è elementare, di sfasciumi spesso instabili, nella parte finale si scende un gradino di pochi metri e poi si sale in vetta, in 40 minuti dalla Corna Nera. Una terza Corna precede di poche decine di metri la Rossa e può essere raggiunta salendo un risalto roccioso di una decina di metri, facile, con un breve passaggio di II° (vedi seconda immagine di dettaglio). Il panorama è estesissimo, sul Disgrazia, Bernina, Scalino e Orobie intere, ma dalle Corna il vero spettacolo è offerto dalla Vetta di Ron.


Accesso:

Da Sondrio si sale a Colda e si prosegue fino al paese di Montagna in Valtellina. Giunti ad un semaforo si svolta a sinistra, per il centro di quest’ultima località e si seguono le indicazioni per Carnale e S. Giovanni. Dopo alcuni tornanti si arriva nella parte alta del paese e ad un bivio si tralascia la strada che verso destra sale anch’essa all’Alpe Mara passando da S. Maria Perlungo e si prosegue invece a sinistra. La strada sale con numerosi tornanti e raggiunge S. Giovanni. Qui, tralasciando le indicazioni per Carnale, si svolta a destra, verso Bedola e poi si sale a Scessa (q. 1272 m), dove termina l’asfalto. Si prosegue ora con cautela lungo la stradina sterrata, il fondo non è in buone condizioni ma è comunque percorribile dalle normali automobili. Dopo aver superato numerosi tornanti, questi fortunatamente con il fondo cementato, si raggiunge l’Alpe Mara (q. 1749 m). Quando la stradina inizia una discesa, sulla destra si potrà notare un cartello indicatore e una pista che ben presto diventa sentiero e che rappresenta una scorciatoia fra i tornanti della stradina. Questo sentiero non è però sempre evidente e i segnali sono vecchi e sbiaditi, conviene raggiungere il rifugio per la comoda stradina. Con l’autovettura scendiamo quindi ad un vicino spiazzo, dove c’è il torrente e una bacheca con la carta dei sentieri e parcheggiamo (posti limitati). Da qui in avanti sulla stradina vige il divieto di transito per i veicoli non autorizzati.


Descrizione della salita:

Dopo aver guadato il torrente si prosegue lungo la stradina. Ad un primo tornate si tralascia un’altro sentiero per il rifugio Gugiatti che si stacca sulla sinistra e proseguendo invece lungo la pista si riattraversa il torrente e si passa vicino ad una grande stalla, la casera di Mara. Si entra poi in un bosco di conifere, la stradina compie un altro tornante e poco dopo esce all’aperto. Nel prosieguo, circa 200 m dopo essere usciti dal bosco, si raggiunge un trivio sulla destra, davanti ad una presa dell’acqua. Qui si abbandona la stradina principale per il Rifugio Gugiatti-Sertorelli e, seguendo le indicazioni del cartello che riporta la Bocchetta di Mara a 0.30, si sale lungo la pista che si stacca sulla destra, di fianco a quella principale. Dopo un’ampia curva sulla destra la pista raggiunge, in località Zocche, una baita isolata (q. 2150 m) (vedi prima immagine di dettaglio della relazione: Corna Mara), dove termina. Una ventina di metri sopra la baita ha inizio una traccia di sentiero segnalato che sale verso sinistra e poi prosegue lungo i pendii erbosi soprastanti, fino a raggiungere l’ampia sella della Bocchetta di Mara (q. 2342 m).

Da questa sella si scende sul versante opposto (est) e si imbocca una stradina sterrata che non sale però al valico e la si segue in discesa per circa 5 minuti, perdendo circa 60/70 m di dislivello, fino ad una presa dell’acqua (vedi immagine principale). Qui si abbandona la stradina e si sale sul prato, in direzione della verticale di vetta della nostra Corna Rossa. Ben presto si trova una traccia di sentiero (rari segni di colore bianco-rosso e qualche ometto di sassi) che risale i pendii erbosi e poi prosegue a sinistra della colata di ganda che si trova alla base del canalone S della montagna. Quando poi le tracce segnalate volgono a sinistra, verso la Bocchetta del Torresello, le si abbandonano e si prosegue su di una traccia, sempre in direzione della Corna Rossa. Questa traccia di sentiero, poco sopra, porta ad attraversare verso destra un pendio erboso e poi nel bel mezzo del pendio scompare. Qui allora si cambia direzione e si prosegue verso il margine di sinistra del ripido pendio erboso soprastante (rari segni bianchi e qualche ometto di sassi).

Al termine dei ripidi prati bisogna proseguire nell’ampio canalone di sfasciumi, spesso instabili, compreso fra le due cime. Il percorso è un poco faticoso ma senza difficoltà e si prosegue in direzione di un evidente risalto roccioso di forma quadrata, che si trova sul filo di cresta, a destra della massima depressione fra le due cime. In alto i segnali bianchi proseguono nel canalone verso sinistra e poi traversano a destra e raggiungono questo risalto, ma è anche possibile raggiungerlo direttamente per il pendio sottostante. Da qui si volge a destra e si risale la cresta NW della Corna Nera. Si sale prevalentemente poco a destra del filo e talvolta sullo stesso, c’è anche una traccia di sentierino e i segni bianchi che aiutano. La parte finale è solamente un poco più ripida e senza particolari difficoltà si arriva in vetta. Ad inizio stagione utili piccozza e ramponi, data l’esposizione a NW al mattino la neve è spesso ghiacciata. Dopo essere ritornati al risalto quadrato sulla cresta, si seguono in discesa i segni bianchi e poi, volendo, si traversa in direzione della Corna Rossa. Senza difficoltà si risale il pendio detritico ben sotto il filo di cresta e si raggiunge questa seconda vetta come citato nell’introduzione.


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Il Rifugio Gugiatti-Sertorelli non rimane sull’itinerario di salita, ma è facilmente raggiungibile lungo la stradina segnalata che abbiamo abbandonato al trivio, in circa 10/15 minuti di cammino. Il rifugio è incustodito e chiuso, le chiavi sono disponibili presso la sezione del CAI valtellinese a Sondrio.


© VieNormali.it

Via Normale Cime di Rogneda - La Corna Nera in un’immagine ravvicinata dalla Corna Rossa Via Normale Cime di Rogneda - La Corna Rossa dalla Corna Nera Via Normale Cime di Rogneda - Panorama dalla Corna Nera
La Corna Nera in un’immagine ravvicinata dalla Corna Rossa La Corna Rossa dalla Corna Nera Panorama dalla Corna Nera


Revisione: relazione rivista e corretta il 15/02/2012 dalla redazione di VieNormali.it

  



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